rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Il malessere che attanaglia la città. Licenziamenti, scuole fatiscenti e rivoluzione sociale

Tre proteste in vari punti di Lecce: gli addetti alle pulizie delle scuole occupano il Provveditorato, i ragazzi del "Marconi" protestano sotto i portoni della Provincia e un gruppo di cittadini, davanti alla prefettura, se la prende contro il "malgoverno" rivendicando democrazia

LECCE – Avevano preteso l’approvazione degli emendamenti presentati alla legge di stabilità o il blocco della gara d’appalto. Invece gli addetti alle pulizie delle scuole salentine (e più in generale pugliesi) si ritrovano con una lettera di licenziamento individuale, in dirittura d’arrivo nella loro buca della posta.

Non ci hanno visto più, oggi, i lavoratori, per la gran parte ex Lsu, che dal tavolo aperto ieri presso il ministero del Lavoro attendevano la revoca dei provvedimenti di licenziamento. Ma l’accordo con aziende, consorzio Consip e sindacati nazionali è sfumato: le parti sociali si son rifiutate di firmare la proposta ed il dicastero del Lavoro, che attendeva garanzie economiche dal Miur e dal governo, ha tirato dritto per la sua strada. In buona sostanza, sull’annosa vertenza degli addetti alle pulizie che nelle ultime settimane hanno manifestato vivacemente, arrivando ad occupare l’istituto commerciale “Costa” di Lecce, è piombato il silenzio.

Non si hanno notizie certe e la deputazione salentina ha risposto all’appello dei sindacati con una striminzita rappresentanza di parlamentari: Teresa Bellanova del Pd, Dario Stefano e Durante di Sel erano gli unici presenti all’incontro previsto per il 6 dicembre a Bari. “Lo scriva, c’erano solo loro”  incalza la sindacalista di Filctem Cgil, Domenica Amadeo mentre nella sede del Provveditorato agli studi di Lecce si riversava una fetta consistente di lavoratori. Pronta ad occupare, nuovamente, anche quella sede.

I parlamentari rimangono la carta principale che i sindacati locali intendono giocare per risolvere l’affaire dell’appalto di pulizie ministeriale, giocato al massimo ribasso. E aggiudicato dalla ditta tedesca Dussmann Service nella regione Puglia: territorio in cui la nuova ditta che riceverà il testimone per tramite del consorzio Consip, ha annunciato un drammatico dimezzamento del servizio. Con relativo alleggerimento in busta paga, tale da agitare lo spettro della povertà per 850 famiglie (molte delle quali monoreddito) nella sola provincia di Lecce.

Ma l’inizio del nuovo anno potrebbe realmente coincidere con centinaia di licenziamenti che, all’orizzonte, non fanno presagire nuove assunzioni in forza alla nuova azienda. E questo in barba alla clausola di salvaguardia sociale inserita proprio per salvaguardare i livelli occupazionali e reddituali dei dipendenti, nel corso dei passaggi di testimone sul medesimo appalto. Lo scopo è lampante: l’alternarsi di ditte non può coincidere con la messa in discussione dei posti di lavoro.

E proprio per queste ragioni i sindacati hanno ritenuto illegittimi quei licenziamenti, e sul punto promettono una lunga battaglia. “Si vocifera che Dussmann, temendo che il personale chiamato a firmare i nuovi contratti possa rifiutare il taglio del 50 percento sul monte ore, abbia intenzione di impiegare altro personale di somministrazione”, spiega la referente Filcams. Intanto anche i consorzi nazionali si stanno muovendo in un’altra direzione e proprio ieri hanno chiesto di ottenere una proroga fino alla fine dell’anno scolastico. Altri sei mesi di mantenimento dello status quo potrebbero far comodo anche alle parti sociali, in attesa che si sbrogli la matassa dell’appalto a livello governativo. O che  venga definitivamente revocata la gara anche in Puglia.

Tre manifestazioni in un solo giorno

La mattina di intensa ‘passione’ è proseguita a Lecce anche in altri punti nevralgici della città. Contestualmente all’occupazione del Provveditorato, infatti, son tornati a farsi sentire (sotto i portoni della Provincia di Lecce) anche i ragazzi dell’istituto professionale “G. Marconi” di Lecce che hanno presentato al presidente Antonio Gabellone le loro irrisolte problematiche. Da almeno due anni, infatti, a loro dire, la sede che ospita la scuola verserebbe in condizioni di grave disagio strutturale: classi allagate, porte e infissi rotti, termosifoni ghiacciati e persino roditori nei locali del Marconi. La questione non sarebbe nuova, ma le ripetute proteste non avrebbero prodotto alcun risultato. “Si fa vedere qualcuno solo per i primi due giorni, ma poi spariscono tutti e la situazione rimane così com’è – raccontano gli studenti -. Dall’inizio dell’anno scolastico, è già la terza volta che ci raduniamo davanti a Palazzo dei Celestini, ma nessuno tiene fede agli impegni presi”.

L’ultimo atto del malcontento che è andato in scena oggi in città è stato firmato da un gruppo di cittadini facenti parte di un movimento popolare, di carattere nazionale, cui aderisce anche il Comitato 9 dicembre. Da Porta Napoli fino alla prefettura di Lecce hanno deciso di scendere per strada per protestare contro un’Italia che si è fermata. Irriducibili, da mesi stanno mettendo in piedi un movimento sociale trasversale, orgogliosamente distinto da qualunque appartenenza di tipo partitico e orientato a formare un governo di sovranità realmente popolare. 

“Protestiamo contro il far west della globalizzazione che ha sterminato il lavoro degli italiani, contro questo modello di Europa che ci ha tolto la sovranità nazionale e monetaria, al fine di riappropriarci della democrazia”. Il grimaldello del movimento sta nel “fallimento” di una classe dirigente a loro dire “corrotta e votata agli interessi personali”. Sullo sfondo la devastante crisi economica scaricata sulle spalle dei più deboli, quando il conto “dovrebbe essere presentato a chi l’ha provocata, a cominciare dai grandi speculatori di borsa”. Chiedono riforme, strutturali, politiche e incentivi al lavoro, contro la distruzione dei diritti, del welfare, dello stato sociale. E assicurano: “Non ci fermeremo, e siamo solo all’inizio”. E già dalle prossime ore il presidio si trasferirà, in forma permanente, all’altezza del foro Boario di Lecce.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il malessere che attanaglia la città. Licenziamenti, scuole fatiscenti e rivoluzione sociale

LeccePrima è in caricamento