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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

"Lega insensibile per ciò che accade dal Po in giù"

Gianfranco Fini da Lecce ribadisce l'insufficienza dell'azione di governo nei confronti del Meridione. Nessun esponente del Pdl ad attendere il Presidente della Camera. In platea Adriana Poli Bortone

LECCE - Un'idea diversa di centrodestra, con un'alta concezione dello Stato, con attenzione a temi fondamentali come democrazia, partecipazione e meritocrazia. È un Gianfranco Fini a tutto tondo quello che si presenta nella sala conferenze dell'Hotel Tiziano, per incontrare dirigenti e simpatizzanti del neonato movimento Futuro e libertà. Il primo dato interessante, però, lo riserva la platea, con in prima fila Adriana Poli Bortone, presidente nazionale di Io Sud, che, dopo l'incursione a Bastia Umbra, dove Fini ha sancito la nascita della formazione politica che verrà formalizzata a Milano a metà gennaio, ha voluto confermare il ricongiungimento con l'ex segretario missino, fondatore di Alleanza nazionale, e cofondatore del Pdl.

Ma non c'è solo l'ex sindaco di Lecce tra i presenti: al suo fianco, oltre all'europarlamentare, Salvatore Tatarella, ci sono i consiglieri regionali di opposizione a Viale Capruzzi, Gian Marco Surico di Fli, ma anche Antonio Buccoliero, responsabile del movimento Moderati e Popolar, il coordinatore regionale del movimento, Francesco Divella, e quello provinciale, Paolo Pellegrino. Dopo il ve, rtice mattutino con il rettore dell'Università del Salento, coronato dalla protesta dei ricercatori che lo attendevano all'esterno, il leader di Fli ha proseguito nell'intenso programma della sua giornata salentina, presentandosi davanti ad un folto pubblico, che, a più riprese, l'ha interrotto con applausi.

Il presidente della Camera, nel suo intervento, durato circa 45 minuti, ha ripercorso i motivi che hanno progressivamente scavato un solco tra il centrodestra attuale e il progetto di destra europea, costituzionale e repubblicana al quale ambisce l'inquilino di Montecitorio. Che di rottura si tratti è testimoniato, del resto, dall'assenza di esponenti e dirigenti del Pdl dalla manifestazione di oggi.

Fini chiarisce subito che Fli non nasce per accaparrare delle poltrone, in quanto ha già dimostrato nel concreto con il ritiro della propria delegazione da responsabilità dirette di governo, di ragionare in altra maniera: l'intenzione del movimento è quella di sensibilizzare il centrodestra su alcuni temi fondamentali per una democrazia parlamentare, come quello della rappresentanza politica, della giustizia, della meritocrazia, a partire dal quadro dirigente dei partiti e delle amministrazioni ad ogni livello. Peraltro, la terza carica dello Stato ha precisato che mai si sarebbe sognato di uscire dal Pdl se non fosse stato messo alla porta, ritenendo più importante portare avanti le proprie idee.

Un importante passaggio, Fini lo riserva alla questione meridionale, ritenuto il "tema principale" dell'agenda politica, evidenziando che non si può ancora oggi ragionare sulla base di concezioni geografiche, come fa la Lega, pur nella logica del consenso che ottiene al Nord; una formazione politica che - come ha sottolineato Fini - "si dimostra insensibile a ciò che accade dal Po in giù". Ma il presidente della Camera ci tiene a far comprendere che il dissenso su alcuni punti del programma non cancelli il dovere di riconoscere quel che di buono si è fatto. In tal senso, Fini plaude alla Riforma Gelmini, che, pur con alcune aggiunte migliorative, rappresenta un'idea di università moderna, da cui non si può prescindere, per superare le criticità del sistema accademico.

Dall'università ad una giustizia "che sia davvero uguale per tutti, fuori dalle logiche degli interessi personali", passando per il lavoro, con specifica attenzione al tema della flessibilità: "Un governo serio e responsabile non può nascondere che il mercato del lavoro non sarà sempre peggiore da questo punto di vista. Tuttavia, può incidere affinché la flessibilità non coincida con la precarietà, facendo propri gli sforzi compiuti in altri paesi, dove chi ha un contratto di sei mesi o di un anno, senza certezza del rinnovo, ha maggiore potere d'acquisto, grazie ad un salario migliore".

Fini non tralascia conseguentemente il tema della meritocrazia, puntualizzando che sia un valore assoluto che anche la politica deve perseguire nella selezione della sua classe dirigente. Ma c'è spazio anche per i temi economici, con una critica ai tagli lineari del governo, che non evidenziano alcuna priorità su cui investire davvero, per rilanciare l'economia. Anche sui rifiuti di Napoli e sul Piano del Sud, Fini dice basta all'atteggiamento da "slogan propagandistico" a cui neanche chi ne fa costante utilizzo sembra crederci più di tanto: Bisognerà capire se questi 100 milioni annunciati così trionfalmente non siano gli stessi che già c'erano, costituiti da Fondi europei e dai Fas".

Infine, il presidente della Camera non ha tralasciato i temi politici, precisando più volte che Fli non vuole le elezioni subito, convinta che gli italiani vogliano un paese che sia governato: "Nessuno può minacciare la strada del voto come l'unica percorribile, anche perché bisogna fare i conti con la Costituzione e il capo dello Stato, oltre che con i numeri in Parlamento. Ma se si dovesse andare al voto, noi non temiamo le urne".

E, rispondendo a quanto dichiarato oggi dal premier Silvio Berlusconi, che ha marchiato come "traditori a vita" coloro che gli negheranno la fiducia in calendario alle Camere i prossimi 14 e 15 dicembre, Fini ha dichiarato: "Qui non ci sono traditori, né riteniamo che dall'altra parte ci siano camerieri: noi abbiamo, però, la presunzione di voler costruire un centrodestra davvero diverso".

Nota. Occorre sottolineare che il presidente della Camera non ha inteso rilasciare dichiarazioni davanti ai giornalisti, nonostante fosse noto che avesse concesso un'intervista ad una nota emittente privata: un atteggiamento non certamente corretto, che lede la professionalità di quanti come noi lo hanno atteso, per rivolgergli qualche domanda.

Servizio a cura di Mauro Bortone
e Gabriele De Giorgi

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