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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Dramma dei senzatetto, Berg scrive a don Simone : “Un rifugio per Dino e Veronica”

Il coordinatore della candidatura di Lecce Capitale europea della cultura per il 2019 si rivolge al sacerdote che ha officiato la cerimonia funebre dei clochard ritrovati cadaveri in un'abitazione di via Taranto: "La città merita il riconoscimento"

LECCE – Le parole di don Simone Renna sono arrivate, in tutto il loro significato, a destinazione. Il prelato che ha officiato lunedì i funerali di Dino e Veronica, i due senzatetto ritrovati morti in una vecchia casetta di via Taranto, aveva manifestato seri dubbi sul fatto che la città possa veramente diventare capitale europea della cultura per 2019. Meglio sarebbe, aveva ammonito l’officiante - davanti al sindaco, Paolo Perrone e al vicesindaco, Carmen Tessitore, che ha la delega ai Servizi sociali – ambire a standard adeguati nel campo dell’accoglienza.

Ieri sera il coordinatore di Lecce2019, Airan Berg, ha inviato una lettera a don Simone, che riportiamo integralmente:

La candidatura di Lecce per il titolo di Capitale europea della cultura è un processo cominciato all'inizio dell'anno scorso. Componenti importanti della nostra candidatura sono inclusione e coesione sociale. Questo processo è iniziato molto prima del tragico incidente in cui hanno perso la vita Dino e Veronica che, vittime della disuguaglianza sociale,economica e politica profondamente radicate nella nostra società, hanno pagato con la vita il prezzo estremo della discriminazione. 

I tanti cittadini di Lecce, che hanno partecipato e stanno partecipando a questo processo, hanno fatto dell'inclusione e della coesione sociale delle priorità nel percorso per diventare capitale della cultura, il che comporterà una trasformazione della città in una differente cultura del vivere insieme e del lavorare insieme per risolvere questioni rilevanti. 

A questo proposito la città, che è fatta dei suoi cittadini, merita davvero di ottenere questo titolo, titolo che ha il potenziale di generare un cambiamento reale. Purtroppo ci vuole una tragedia per riconoscere l'esistenza di realtà che sono intorno a noi ogni giorno. Per Dino e Veronica è troppo tardi, ma per molti altri non è così. Quanti media dedicano tempo e spazio all'ineguaglianza sociale se non riferita a tragici incidenti come questo? Quanti di noi distolgono lo sguardo dai senzatetto per la strada quando ci confrontiamo con la nostra (cattiva) coscienza? Non solo a Lecce ma dovunque. 

Lecce2019 è un'opportunità di cambiamento. È un invito a tutti a partecipare e a creare una visione della città e della comunità in cui vogliamo vivere. Il titolo non è importante quanto il processo, che porterà a risultati sostanziali solo se tutti i livelli della società lavorano insieme e questo triste evento evidenzia quanto sia importante per noi continuarlo. Possiamo tutti imparare da questo momento tragico, in cui l'attenzione è ancora concentrata sulla disuguaglianza sociale, per riunirci, lavorare insieme e creare un vero cambiamento. 

Il Comune, un'azienda o un singolo individuo possono unirsi ai molti volontari e organizzazioni della società civile già impegnati e offrire alla comunità un edificio vuoto che noi, come comunità, possiamo rendere abitabile. I media potrebbero lanciare un appello per raccogliere fondi e donazioni e per chiamare volontari a gestire il rifugio. Potremmo intitolare il rifugio a Dino e Veronica, cosicché la loro morte non sia vana e la loro memoria non si dissolva, appena l'attenzione comincerà a rivolgersi ad altre notizie.

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