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Lizzanello, lo Sdi contro Giovannico: "Si dimetta"

Dopo il passaggio nelle file della minoranza, i socialisti preannunciano un'opposizione durissima. Tante le accuse rivolte al primo cittadino: "Ha tradito l'impegno assunto con i nostri concittadini"

"Giovannico si dimetta subito". Dopo il colpo di mano che ha portato lo Sdi di Lizzanello e Merine a passare dalla maggioranza ai banchi dell'opposizione, l'ex vicesindaco Fulvio Pedone ed il consigliere Noemi Calogiuri passano all'attacco, chiedendo senza mezzi termini all'attuale primo cittadino di abdicare. "Siamo il primo partito della coalizione ed abbiamo determinato la vittoria di Giovannico", ricordano i socialisti, che accusano lui "e la sua risicatissima maggioranza di 11 su 21 di avere tradito l'impegno di cambiamento preso con i cittadini in campagna elettorale, dimostrando solo attaccamento alle poltrone ed agli stipendi".

"Giovannico è coerente solo con i suoi interessi personali", accusano socialisti, che, facendo riferimento "alla sua carriera alla Asl, avrebbe scelto di passare dal centrodestra al centrosinistra solo 24 ore prima della presentazione delle liste, in cambio di garanzie di carriera". Noemi Calogiuri attacca il primo cittadino anche in merito all'appartenenza politica: "Alle scorse elezioni provinciali, con in tasca la tessera della Margherita, ha fatto votare Renato Stabile di Forza Italia".

Ma tante sono le questioni all'ordine del giorno, dalla regolamentazione dei confini fra Lizzanello e Cavallino in cui sarebbe stato ceduto a quest'ultima "la zona archeologica in cambio di alcuni terreni agricoli nei pressi di casa del sindaco", dicono gli esponenti dello Sdi, alla "scelta di riconfermare Guido De Magistris come segretario comunale e direttore generale, una scelta - dice Pedone - che si sarebbe dovuta evitare in quanto era tutt'altro che all'insegna del cambiamento".

Pedone mette sotto accusa anche "delibere assurde come quella della istituzione dei ruoli dirigenziali e quella del concorso per istruttore contabile. La prima prevede per un paese come Lizzanello che ha solo 14 dipendenti ed un Bilancio fallimentare, la istituzione di dirigenti tra l'altro senza l'autonomia finanziaria (a Lizzanello mancano i Peg. Per di più dirigenti sono stati incaricati quegli stessi dipendenti che prima erano semplicemente funzionari. E' evidente - continua Pedone - che l'obbiettivo era quello di aumentare loro lo stipendio non curandosi che a Lizzanello non c'è un euro neppure per aggiustare le docce del campo comunale, o per pagare chi da oltre un anno ha svolto lavori per il comune".

"La seconda delibera, invece, quella con cui è stato previsto l'ampliamento dei posti per il concorso di istruttore contabile da 1 a 3 ha determinato un procedimento penale a carico degli allora componenti la giunta Stabile (tra cui l'attuale sindaco Giovannico che con Stabile ricopriva il ruolo di vicesindaco) per abuso in atti d'ufficio per avere loro dice il gip Ercole Aprile ‘indebitamente deciso, nel corso dell'espletamento del concorso l'aumento di due unità dei posti da coprire con il concorso per istruttore contabile, verosimilmente allo scopo di procurare un ingiusto vantaggio patrimoniale al figlio di Petrelli Antonio, responsabile dell'ufficio di ragioneria di quel comune, che al termine del concorso si sarebbe collocato al secondo posto'".

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