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Lupiae Servizi e bilancio: il sindaco va oltre anche il fuoco amico

Dopo una lunga discussione approvate le delibere per il ripiano delle perdite e per gli equilibri dei conti pubblici. Perplessità del consigliere Ria, del Pd, che si astiene

LECCE – Dopo ore di interventi sulla vicenda della Lupiae Servizi,  l'amministrazione Salvemini tiene botta, supera uno scoglio molto difficile, ma deve registrare oltre al prevedibile fuoco di sbarramento dell'opposizione, anche l'inquietudine del consigliere del Pd Lorenzo Ria, che si è manifestata con l'astensione espressa, insieme a Fabio Valente del M5S, sulla delibera per l'approvazione definitiva degli equilibri di bilancio (16 favorevoli, 12 contrari, due astenut e due assenti, Tessitore e Pala). In una prospettiva abbastanza parallela a quella del resto della maggioranza sembra collocarsi anche Massimo Fragola, consigliere di Andare Oltre, il cui emendamento è stato ritenuto non conforme dal dirigente di settore e poi bocciato dal voto dei consiglieri.

Quello sugli equilibri di bilancio è un provvedimento quadro che individua le somme necessarie al salvataggio della società, la cornice senza la quale discutere del resto non avrebbe avuto senso: ecco perché su di esso la discussione è diventata a tratti infuocata. L'astensione è stata poi ribadita da Ria anche per le altre delibere collegate, compresa l'ultima, quella specifica sulla copertura della perdita di esercizio del 2017 attraverso la ricapitalizzazione. Iniziata alle 10, l'assise cittadina si è protratta fino alle 16, e per buona parte è stata seguita da un gruppo di lavoratori della società che hanno seguito con molta attenzione i tanti interventi che si sono succeduti, con scambi anche molto accesi tra minoranza e maggioranza. Sorprendentemente però, quando si è giunti al momento di votare il "salvataggio" di Lupiae Servizi, ultimo punto dell'ordine del giorno, per il centrodestra erano rimasti in aula solo Michele Giordano, Bernardo Monticelli e Federica De Benedetto. Tutti gli altri avevano precedentemente abbandonato l'aula dopo ore di agguerrita presenza. 

Il sindaco, per ripianare la perdita di quasi un milione e 400mila euro, ha previsto di ricorrere - accanto alla somma già accantonata di 750 mila euro - lo stanziamento di circa 600mila euro ricavati da tagli a spese interne (rappresentanza) e dalla devoluzione di due mesi di indennità di assessori e consiglieri (oltre alla riduzione dei premi obiettivo per i dirigenti). La minoranza ha espresso disponibilità a concorrere a questa misura, ma ha espresso voto contrario motivato politicamente con l’attuale assenza di un piano di risanamento per il quale l’amministrazione intende coinvolgere un advisor esterno. Per Perrone e colleghi di opposizione, insomma, quella della giunta sarebbe stata una trovata demagogica, finalizzata più a salvare la tenuta della maggioranza – il riferimento è alla posizione  del gruppo di Prima Lecce, che aveva avvertito pubblicamente il sindaco sull'intangibilità dei lavoratori – che a garantire la continuità dell’azienda. 

Dalla maggioranza le repliche dei consiglieri Patti e Rotundo hanno cercato di mettere nell’angolo la minoranza: votando contro questa delibera, hanno detto, decretate la fine della Lupiae ed eliminate ogni possibilità di creare le condizioni per un possibile risanamento che consenta all’azienda di camminare con le proprie gambe, nel pieno rispetto delle disposizioni di legge, invece di proseguire con piani industriali – ben sette – presentati nel corso degli anni ed evidentemente insufficienti a rimettere i conti a posto, nonostante i sacrifici chiesti ai lavoratori per salvaguardare i livelli occupazionali. Il sindaco ha spiegato che la ricapitalizzazione si poteva fare sì in modi diversi dalla devoluzione di due mesi di indennità, ma tagliando i servizi e incidendo su altri capitoli di spesa destinati a tutti i cittadini. Salvemini ha quindi bollato come provocatoria l’accusa ricevuta di una condotta demagogica sulla questione.

In chiusura di seduta, la presidente Paola Povero ha annunciato la presentazione delle dimissioni da parte di Attilio Monosi, raggiunto nei giorni scorsi da una ordinanza cautelare di restrizione ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione delle case popolari. Prima di Monosi si era già dimesso un altro ex assessore della giunta Perrone, Luca Pasqualini.

A margine del consiglio il gruppo di Prima Lecce, che aveva innescato le fibrilliazioni sulla tenuta della maggioranza in relazione alla vertenza Lupiae, ha ribadito al sindaco Salvemini che il motivo principale del suo disagio è stato quello del mancato coinvolgimento preventivo e di non voler essere considerata una mera stampella dell'amministrazione.

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