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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Lupiae, rispunta il Cda con tre membri. Bordate tra Perrone e Salvemini

Con 19 voti favorevoli e 6 astensioni, il Consiglio comunale ha dato via libera al piano industriale. Ma un emendamento del Pdl sopprime la figura dell'amministratore unico. Il sindaco contesta la posizione della minoranza

LECCE –  Più che guardarsi tra loro, come solitamente accade, i consiglieri comunali hanno parlato con lo sguardo fisso verso i lavoratori della Lupiae Servizi presenti durante i lavori dell’assise cittadina, chiamata ad esprimersi sul piano industriale per il prossimo triennio. Quando in ballo c'è il lavoro e la sofferenza delle famiglie, le parole hanno un peso maggiore. Non era certo in discussione l’esito del voto – i sì alla fine sono stati 19 con 6 astensioni della minoranza -,  ma la discussione non ha mancato di far emergere anche qualche mal di pancia all’interno della stessa maggioranza.

Al momento della conta riguardo un emendamento del Pdl, che ha “riabilitato” il Consiglio di amministrazione a tre in luogo dell’amministratore unico, ci sono state infatti almeno due defezioni nel centrodestra, oltre a quella pubblicamente motivata da Bernardo Monticelli Cuggiò di Futuro e Libertà.  Era lo stesso piano industriale, del resto, a prevedere l’istituzione del responsabile unico, nell’ambito di una generale riduzione dei costi. Per volontà del Pdl, invece, i 30mila euro previsti saranno suddivisi tra i tre componenti: 14 mila euro andranno al presidente e 8mila agli altri due membri.

Non solo: il Collegio sindacale, per il quale era stimata una spesa di 22 mila, dovrà percepire quanto il Cda.  Insomma, a conti fatti, si tratta di “soli” 8 mila euro in più. Secondo il Partito della libertà sarà così possibile garantire un maggiore controllo e una condivisione delle scelte, ma per l’opposizione si è trattato dell’imposizione di una logica spartitoria in barba ai sacrifici imposti ai lavoratori. Nei corridoi di Palazzo Carafa, però, qualcuno - a microfoni spenti – ha spiegato altrimenti questo emendamento: il presidente in pectore, di cui si vocifera il profilo nonostante il bando sia ancora aperto, non godrebbe della piena fiducia della maggioranza (ma questa mossa potrebbe indurre il "designato" a fare un passo indietro).

Il piano industriale, al di là delle divergenze, si fonda su una premessa che è chiara a tutti, ed è stato lo stesso direttore generale, Piero Scrimieri a ribadirla: quello approvato oggi è un "progetto di difficile realizzazione".  Il confronto sui singoli punti – personale, convenzioni, spending review - si è poi sviluppato senza sostanziali divergenze rispetto a quanto già riferito nei giorni precedenti: il centrodestra ha ribadito, tra mille ringraziamenti ai lavoratori, che non c’era altra strada da percorrere e che la Lupiae consentirà al Comune sostanziali risparmi; il centrosinistra, con Antonio Torricelli (Pd) in primis, ha riepilogato tutte le perplessità che fanno del piano industriale un progetto traballante. Basta leggersi i resoconti delle ultime sedute di commissione Bilancio.

Poco prima del voto, però, si è registrata un’accentuazione dei toni dopo l’intervento del sindaco, Paolo Perrone, che ha definito un’offesa l’astensione della minoranza: “Dignità e responsabilità vi dovrebbero far votare contro, visto che lo avevate già fatto quando l’assemblea è stata chiamata ad avallare il ripiano delle perdite”. Già prima, Pierpaolo Signore, esponente mantovaniano della maggioranza, aveva calcato la mano contro l’opposizione: “Con l’astensione decidete di mandare a casa i lavoratori”. “Scegliete di non scegliere”, aveva aggiunto Angelo Tondo, del Pdl.

A quel punto Carlo Salvemini, di Lecce Bene Comune, che era stato chiamato in causa dal sindaco che lo sollecitava ad essere propositivo, a dire cosa avrebbe oggi fatto un governo di centrosinistra, ha preso la parola per rispondere alla bordata del sindaco: “In politica il gesto più dignitoso è saper chiedere scusa. Cosa che lei non ha mai voluto fare in questi anni in cui ha sempre preso le distanze dalla gestione precedente, della quale invece era pienamente partecipe e corresponsabile e che ha determinato questa situazione”.

“Preferisco essere sincero fino in fondo piuttosto che omissivo” aveva detto Salvemini in apertura di dibattito rivolgendosi proprio a quei lavoratori assiepati in fondo alla sala: “Si discute oggi il quarto  piano industriale, sette esercizi su dieci si sono chiusi con perdite, circa 15 milioni di euro sono stati trasferiti dal Comune alla società da quando è stata creata. Centinaia di assunzioni sono state fatte senza alcun criterio pubblico, negando così pari opportunità per i tanti disoccupati di questa città”.

L’assessore al Bilancio, Attilio Monosi, ha precisato come da ora in avanti non sarà più possibile ricorrere alla ricapitalizzazione o ai debiti fuori bilancio. Il percorso, per la Lupiae Servizi, è stretto. La trattativa tra direttore generale e sindacati, condotta alla luce del mandato ricevuto dal Comune di non licenziare nessuno, è stata complessa e sofferta: il piano che ne è scaturito obbliga tutti al massimo senso di responsabilità. Non a caso, proprio Scrimieri ha ammonito: “Non potremo sprecare nemmeno un euro”.

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