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Manca il numero legale e salta il consiglio provinciale. Ed è polemica

Le opposizioni di Palazzo dei Celestini puntano il dito contro l’atteggiamento della maggioranza e le difficoltà politiche emerse. La risposta di Ciardo: “Noi uniti e forti. La minoranza soffre di doppia personalità istituzionale”

LECCE – Salta il consiglio provinciale a Palazzo dei Celestini per l’assenza del numero legale e per alcuni forfait interni alla maggioranza. Ed esplode la polemica politica, con i gruppi di opposizione (Partito Democratico, Italia dei Valori, Socialisti italiani, Unione di Centro), che puntano il dito sulle “pecche” del governo Gabellone.

“Una maggioranza allo sbando – chiariscono dai scranni dell’opposizione - ha mostrato oggi tutte le sue pecche. Nella seduta odierna del consiglio provinciale, il Centrodestra non ha avuto il numero legale per la prosecuzione dei lavori consiliari, nonostante l’apertura della seduta sia slittata di mezz’ora oltre il termine consentito dal regolamento vigente”.

I gruppi di opposizione definiscono “imbarazzante” l’atteggiamento dell’intero gruppo di maggioranza che avrebbe tentato in tutti i modi di fare “melina”, con un “interminabile appello di verifica e conteggiando con grande difficoltà i presenti in aula, nemmeno si trattasse di numeri di bilancio”: “A nulla è valso – sottolineano - il sostegno, per l’ennesima volta, del consigliere Siciliano, rimasto a sostenere la maggioranza di governo. In una seduta di consiglio provinciale in cui era stato messo come ordine del giorno aggiuntivo un importante argomento, avente ad oggetto la prosecuzione del rapporto con Alba Service per la gestione dei servizi strumentali all’attività della Provincia, il centrodestra si è dimostrato sfilacciato e debole”.

“Invitiamo – concludono i partiti della minoranza - il presidente Gabellone a richiamare la sua maggioranza ad un maggior rispetto dell’assise consiliare, fin troppo mortificata in questi ultimi tre anni dalle assenze dei suoi consiglieri che hanno spesso messo a repentaglio la tenuta del numero legale, garantito in certi casi solo dalla presenza responsabile della minoranza”.

Ciardo replica: “Nessun problema politico alla Provincia di Lecce”

Non tarda a giungere la replica dell’amministrazione provinciale, affidata al capogruppo del Pdl nell’assise, Biagio CiardoBiagio Ciardo-5, che interviene a nome delle realtà che la compongono (Pdl, La Puglia Prima di Tutto, Azzurro Popolare, Progetto Provincia – Lista del Presidente, Udeur, Gruppo Misto): “La maggioranza di Palazzo dei Celestini – precisa - oggi ha solo registrato qualche naturale assenza dovuta ad impegni istituzionali tra l’altro comunicati all’ufficio di presidenza del consiglio, fermandosi ad un solo consigliere dal numero legale senza l’opposizione, che ha scelto di venire meno alla trattazione di punti all’ordine del giorno la cui discussione era stata paradossalmente caldeggiata dalla stessa minoranza, evidentemente più felice di mandare all'aria i lavori del consiglio che di occuparsi del loro esame”.

Ciardo sottolinea come nell’opposizione emerga una “doppia personalità” che “nelle istituzioni vuole fintamente tenere alto il vessillo della democrazia, della partecipazione, del coinvolgimento sui temi dello sviluppo della Provincia e dall’altra, appena si crea l’occasione, gongola inutilmente nel far mancare il numero legale, impedendo che di questi temi si possa dibattere”.

“Una vittoria di Pirro – insiste -, visto che lo stesso identico consiglio provinciale sarà convocato a strettissimo giro, per la trattazione dei punti all’ordine del giorno saltati oggi. E che presto, potrà starne certo il Pd, saranno approvati anche se il Pd dovesse restare fuori dall’aula. La maggioranza del centrodestra resta solida, è partita nel 2009 da numeri addirittura inferiori a quelli che ha oggi, quando in maggioranza si sono registrati numerosi ingressi nell’ultimo biennio. Basti pensare, per dare una dimensione dell’inconsistenza reale di questi problemi, che l’ultimo consiglio provinciale di una certa importanza, che ha approvato l’assestamento di bilancio 2011, ha detto sì allo strumento contabile con 21 voti a favore e soli 4 contrari”.

“Nella seduta successiva – ricorda Ciardo -, quella a noi più vicina, per l’approvazione del bilancio di previsione 2012 questi 21 voti di maggioranza sono saliti addirittura a 23 con il consenso dell’Udc alle politiche del centrodestra. È questa la dimensione numerica dell’inconsistenza della minoranza e del consenso che ha creato attorno a sé la politica di sviluppo e di rilancio di questo territorio voluta dal centrodestra”.

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