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Raddoppio della 275, la protesta non si ferma. Il subappalto nel mirino dei legali

Sabato e domenica il comitato 275 propone una camminata sui luoghi destinati a fare spazio ai cantieri. Intanto, in attesa di un'altra discussione al Consiglio di Stato, l'avvocato Paccione punta l'indice contro la procedura di progettazione

LECCE – Una strada, un progetto discusso, una battaglia tenace. Il comitato 275, con la collaborazione di altre associazioni, invita i salentini sui luoghi che saranno interessati dai cantieri per l’ammodernamento della strada che collega Maglie a Santa Maria di Leuca. Vedere per credere, insomma.

L’opera ha scavato un solco, prima ancora che nei terreni, nell’opinione pubblica del basso Salento e del Capo di Leuca. Da una parte, questa la semplificazione, le ragioni dello sviluppo, del lavoro e della sicurezza stradale; dall’altra quelle dell’ambientalismo, di un’idea di economia alternativa alla cementificazione e sostenibile rispetto alla vocazione del territorio. In mezzo, tanta disinformazione.

Non è facile, del resto, districarsi lungo un sentiero di cartografie, ricorsi e polemiche. Di certo c’è che il costo presunto era di circa 114 milioni nel 2001, ma che nell’aprile del 2011 era lievitato fino a quasi 300 milioni. Lo dice il documento – per tutti disponibile in Pdf – inserito sul sito della Camera dei deputati. A pagina 4 a conclusione di un sintetico excursus amministrativo di tutto l’iter c’è un passaggio cui l’avvocato Luigi Paccione (foro di Bari) – che patrocina in giudizio la posizione delle associazioni e dei proprietari che si oppongono all’espropriazione – ha fatto accenno, ed è il seguente: “Il 10 maggio, la Quarta sezione del Consiglio di Stato respinge il ricorso presentato da associazioni locali e ambientaliste basato sulla presunta irregolarità dell’incarico di progettazione, appaltato direttamente dall’Anas al Consorzio per lo Sviluppo Industriale e dei Servizi Reali alle Imprese (Sisri), che a sua volta lo ha subappaltato, senza gara, alla Pro.Sal - Progettazioni Salentine Srl, per un importo pari a circa 5 milioni di euro”.

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Secondo le argomentazioni del legale il subappalto non poteva essere in alcun modo consentito e questo renderebbe inesistente l’oggetto stesso del contendere, ossia il progetto di ammodernamento. Come se questo non bastasse, ha aggiunto Paccione, l’impresa subappaltatrice si è avvalsa di una serie di consulenti (soprattutto con competenze geologiche) dei quali non si ha traccia successivamente tanto è vero che, ad oggi, non sarebbe pervenuta alcuna risposta alle diffide con le quali il legale avrebbe chiesto ad Anas, società a capitale interamente pubblico, di sapere a chi ricondurre tutta una serie di perizie che poi sono state incluse nel progetto. L’ultima sollecitazione è dell’agosto del 2012.

L’autostrada a quattro corsie – così è chiamata dagli attivisti dei comitati -, nel corso del tempo ridimensionata soprattutto nell’ultimo tratto, da San Dana a Santa Maria di Leuca, tanto da assumere la definizione più rassicurante di autostrada parco, tornerà sui banchi del Consiglio di Stato nell’udienza del 12 novembre prossimo. L’opposizione, questa volta, è al pronunciamento del Tar di Lecce che non ha accolto il ricorso dei proprietari dei fondi perché presentato oltre i tempi previsti, decorsi dal momento della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della delibera Cipe del 2009 che ha definitivamente sbloccato i fondi per l’opera. Ma in quella delibera, ha dichiarato Paccione, non c’è riferimento alcuno né ai proprietari né alle particelle catastali.

Passaggio 275 (Montesano)-2Nella tortuosa storia del raddoppio della 275 una data cruciale è quella del 3 marzo del 2011: quel giorno, al tavolo convocato dall’allora ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, sedettero il governatore Nichi Vendola (con la sua vice, Loredana Capone e l’assessore ai Trasporti Guglielmo Minervini), il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone e il presidente di Anas, Pietro Ciucci. L’esito dell’incontro fu positivo: venne scongiurata la perdita dei finanziamenti statali - 135 milioni di euro stanziati dal governo Berlusconi a copertura del costo complessivo e quindi in aggiunta ai 152 milioni  regionali – e fu sancita una pace definitiva sul fronte dei contenziosi nei quali la Regione Puglia aveva assunto un ruolo in prima linea, più o meno in sintonia con la causa ambientalista. Un compromesso, insomma, che rese tutti contenti.

Tutti? Non proprio. Perché anche nella versione definitiva, sicuramente meno invasiva con l’eliminazione del viadotto di San Dana e della doppia corsia per senso di marcia da quest’ultima frazione a Santa Maria di Leuca, i comitati ravvedono elementi di irreversibile violenza nei confronti del paesaggio, senza per questo aggiungere nulla dal punto di vista della sicurezza stradale. Sarebbe bastato, a quel proposito, fare interventi mirati di adeguamento e con un costo di gran lunga inferiore.

Per far comprendere a chi vuol toccar con mano cosa potrebbe essere perso per sempre con l’apertura dei cantieri, il comitato 275, insieme all’ associazioni Oikos e Officina Visioni e al gruppo Stalker, ha organizzato la manifestazione “Sos 275 – In cammino verso Finibus Terrae sulla strada senza senso” (il programma è allegato di seguito).

Programma Percorsi_lungo_275

Anche lo scrittore Massimo Carlotto ha dato la sua adesione. Nella sua nota spiega: “Colpisce l’insensatezza del progetto dal punto di vista dell’impatto ambientale, evidente frutto del ‘solito’ affare, in questo caso del valore di 300 milioni. Colpisce l’arroganza dell’illegalità di tutta l’operazione. Una situazione intollerabile che necessita di solidarietà, appoggio e mobilitazione anche a livello nazionale”. 

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