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Manifesto funebre per gli sconfitti: il volto becero delle elezioni a Melendugno

Marco Potì, sindaco uscente, e Simone Dima, candidato, oggetto di un annuncio avvilente e indicatore, purtroppo, di un pessimo stato di salute della contesa politica e amministrativa

MELENDUGNO – Qualunque fosse l’intento alla base della sortita virtuale, l’esito è avvilente. Rimbalza da ore nelle chat un manifesto funebre che celebra la sconfitta elettorale di Simone Dima (candidato sindaco) e Marco Potì (sindaco uscente) alle elezioni comunali di Melendugno.

Il testo, graficamente elaborato in maniera molto realistica, viene introdotto con “finalmente” e si conclude con “i resti verranno dispersi nei mari delle marine di Melendugno”.

L’operazione, nella migliore delle ipotesi figlia di una ironia sgrammaticata, pone alla comunità interessata ma anche a tutti coloro che, altrove elevano la contesa politica a un terreno da resa dei conti, un tema che non può essere aggirato tra sghignazzamenti e alzate di spalle, quello del limite invalicabile nella dialettica tra opposte visioni.

A Melendugno si è chiusa una lunga stagione amministrativa perché questo è stato l’esito democratico del voto, ma rischia di aprirsi una voragine da un punto di vista delle dinamiche interne a contesto già messo sotto pressione dalla vicenda del gasdotto.

Nella speranza che il manifesto non lasci di sé alcuna traccia già a partire da domani, una certezza la si può dare per acquisita: non è vero che “felicemente lo annunciano gli elettori vincitori”, come pure è scritto, perché il responsabile (o i responsabili) di questa trovata non può che essere sparuta minoranza.

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