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Politica

Identità di genere: i candidati a sindaco chiamati a impegni concreti

Tre associazioni preparano un manifesto politico per gli aspiranti primi cittadini: chiedono piena cittadinanza in tema di diritti e servizi

LECCE – Un elenco di rivendicazioni e proposte in rappresentanza della comunità Lgbtqi (lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e intersessuali) sarà presentato ai candidati alla carica di sindaco di Lecce.

Si tratta di una piattaforma, di una sorta di manifesto politico, redatto dalle associazioni Lea, Agedo e Lila con la finalità di rendere la città un luogo più inclusivo e in grado di garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dal loro orientamento sessuale, le stesse opportunità e gli stessi diritti.

Dal punto di vista della saluta la richiesta verte sull’attivazione di un centro di ascolto e di supporto per il benessere psicologico, l’assistenza legale e la mediazione culturale, con investimenti per campagne informative per la prevenzione delle infezioni a trasmissione sessuale, per la distribuzione di test rapidi per l’Hiv. Le associazioni chiedono anche la creazione presso la Asl di Lecce di un distaccamento dell’Osservatorio Nazionale sull’Identità di Genere che è presente al Policlinico di Bari.

Un tema molto delicato è poi quello della prevenzione del contrasto alle discriminazioni: in questo senso si chiede un osservatorio per la sicurezza e lo sviluppo di campagne di comunicazione per arginare ogni episodio di matrice sessista e omofoba, ma anche l’attivazione di specifici corsi per i dipendenti comunali, le forze dell’ordine, il personale sanitario. Importante è anche la questione del linguaggio utilizzato per le comunicazioni istituzionali e la creazione sul portale del Comune di una sezione che riassuma il lessico e la terminologia riguardante la sfera della comunità Lgbtqi.

Infine particolare attenzione viene sollecitata rispetto alla rete associativa con l’istituzione di una casa dei diritti come sede di tutte le associazioni e al confronto permanente con il Comune del quale si auspica l’adesione alla rete delle pubbliche amministrazioni antidiscriminazione.

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