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Mano tesa al commercio: riduzione di Imu e Tari, conversione delle licenze

Carlo Salvemini ha presentato la parte del suo programma che riguarda i negozi di vicinato, diminuiti del 5 per cento negli ultimi tre anni, le strutture di medie dimensioni, i mercati rionali esistenti

LECCE – Le ricette per un rilancio delle politiche commerciali in città non possono che partire dai dati di fatto per non rischiare di cadere in meri slogan elettorali, di quelli che servono per promettere a tutti la risoluzione di singoli problemi. E devono essere accompagnate da una collaborazione con le associazioni di categoria e con i singoli operatori, “limitando le iniziative estemporanee di soggetti singoli o autorganizzati a difesa di interessi particolari e a danno di una visione generale”.

Carlo Salvemini ha affrontato in conferenza stampa il tema del commercio, uno di quelli più scottanti se si tiene conto del confronto continuo e spesso forte su alcune questioni che hanno segnato i suoi 18 mesi a Palazzo Carafa: l’inversione di marcia su viale Marconi è solo uno dei possibili esempi, come pure la destinazione del complesso degli ex Teatini ad attività culturali e per bambini al posto di un mercatino dell’antiquariato che da anni lo occupava stabilmente.

I numeri citati nell’incontro con i cronisti, al quale ha partecipato anche Alessandro Delli Noci, raccontano di una concessione di superfici per la media e grande distribuzione in eccedenza rispetto a quanto previsto dal piano del commercio vigente: nel periodo 2005-2007 dovevano essere 25mila metri quadrati e sono diventati 37mila. Sono due le grandi strutture di vendita – fino a 4500 metri quadrati – sul territorio comunale di Lecce ma anche i poli commerciali di Surbo e Cavallino di fatto ricadono nell’ambito urbano.

Sul punto, il candidato dell’area progressista e civica ha smentito quanto affermato da Adriana Poli Bortone rispetto a una nuova autorizzazione per un supermercato che sarebbe stata concessa dall’ultima amministrazione.

La crisi economica generale, ha poi spiegato Salvemini, ha colpito duramente il piccolo commercio fino a far registrare, nell’ultimo triennio, un calo medio dei negozi di vicinato del cinque per cento in tutti i quartieri, tranne il rione San Pio, dove si registra un saldo positivo tra aperture e chiusure.

Il sostegno alle attività di ridotte dimensioni – che sono al contempo presidi di sicurezza nei quartieri, fornitori di servizi e centri di aggregazione sociale – può essere concreto solo se inserito in una pianificazione “armata” con il Documento Strategico del Commercio, con il Piano Urbanistico Generale, il Distretto Urbano del Commercio per il quartiere Mazzini e il riutilizzo di contenitori urbani dismessi.

E ci sono delle tendenze in atto, come l’aumento vorticoso degli acquisti on line, ma anche l’aumento dell’età media della popolazione, che devono essere presi in considerazione per fornire ai commercianti strumenti adeguati ai tempi e non anacronistici. Questi due fattori, per esempio, sono già stati colti dalla grande distribuzione che si sta orientando nuovamente verso strutture di medie dimensioni che, per Salvemini, può fare da traino ad altre attività commerciali. Sotto questo aspetto l’obiettivo è quello di favorire nuovi insediamenti in aree urbane dove la desertificazione è evidente, con il recupero di contenitori dismessi e strutture già esistenti.

Per il centro storico, ha assicurato il candidato, il nuovo Pug renderà più agevoli i cambi di destinazione d’uso e la rigenerazione degli immobili per garantire un’offerta diversificata che garantisca vitalità ai vicoli e alle piazzette valorizzando anche i locali al piano terra. Come? Attraverso la possibilità di garantire ai commercianti la possibilità di riconvertire la propria licenza “nel rispetto di standard igienici e urbanistici e delle esigenze dei residenti”.

Per la zona Mazzini sarà invece il Duc a intervenire con riqualificazione degli spazi urbani e attività di promozione e animazione, ma soprattutto, con il recupero dei locali sfitti da ottenere mediante la riduzione di Imu e Tari “compatibilmente con gli equilibri di bilancio”.

Un capitolo a parte per i mercati di quartiere: quello di Piazza Libertini, ha ribadito Salvemini in continuità con le posizioni manifestate durante i suoi 18 mesi a Palazzo Carafa, sarà regolamentato per ospitare mercati temporanei - di fiori, di antiquariato, di prodotti tipici - con allestimenti sostenibili. Si tratta, ha ricordato, della piazza che sorge davanti alla “fortificazione più grande di Puglia”, il castello di Carlo V.

Agli altri poli mercatali esistenti, quelli di Settelacquare, Santa Rosa e Porta Rudiae, saranno apportati gli interventi necessari a riqualificarli, ammodernarli e metterli in sicurezza. Infine, da Salvemini, un’ancora di salvezza alle edicole: l’affidamento in convenzione di servizi comunali per quanto riguarda accoglienza turistica e servizi turistici, in linea con quanto già previsto da un accordo tra l’associazione dei Comuni e la federazione italiana degli editori.

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