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Accesso al credito per le imprese, Mantovano incontra i vertici di Bankitalia e Abi

Il parlamentare del Pdl, insieme al collega del Pd, Francesco Boccia, chiede di riattivare gli Osservatori del credito e di creare un gruppo interparlamentare di monitoraggio. Primo obiettivo, la creazione di un fondo di garanzia

LECCE - Per facilitare l'acceso al credito da parte delle imprese, la politica si muove in maniera trasversale. Oggi, a Bari, Alfredo Mantovano del Pdl e Francesco Boccia del Pd, hanno incontrato i vertici regionali dell'Associazione bancaria e il direttore della filiale regionale della Banca d'Italia, Giorgio Salvo. Un vertice per discutere della fattibilità di alcune proposte finalizzate a riattivare il circuito dei finanziamenti reso asfittico dalla riduzione della liquidità dovuta alla crisi internazionale e della paura degli istituti di credito rispetto all'eventuale insolvenza dei soggetti che chiedono di essere finanziati. 

"Nell'immediato futuro - si legge in una nota diffusa dall'ex sottosegretario agli Interni, la riattivazione degli Osservatori del credito, sopratutto di quello regionale, può essere l'occasione, se ben gestita e se ci si pone obiettivi chiari, non di una mera ricognizione dell'andamento del credito, ma anche un confronto franco sulle dinamiche e sulle causali dello stesso e su come i destinatari delle risorse finanziarie ne fruiscano con minori ostacoli".  Già il 6 febbraio Mantovano aveva scritto ai prefetti pugliesi per chiedere la riattivazione dell'organismo istituito dal precedente governo e che - nello specifico salentino - aveva trovato un'ulteriore articolazione nei nuclei ristretti per la valutazione del diniego al credito.

"Gli operatori economici - argomentava allora l'esponente del Pdl - non comprendono come mai il sistema bancario italiano ha ricevuto complessivamente dalla Banca Centrale Europea, fra l’inizio dell’estate scorsa e la fine del 2011, credito per circa 200 miliardi di euro al tasso dell’1 per cento e lo impieghi esclusivamente per risanare i propri conti e per sottoscrivere titoli del debito pubblico, a tassi che il differenziale con i bund tedeschi ha fatto arrivare al 6 – 7 per cento, lucrando la differenza, mentre le famiglie e le imprese incontrano con un accresciuto rigore, spesso non motivato, nella concessione dei mutui. Gli operatori economici non comprendono come mai il sistema bancario italiano ha ricevuto complessivamente dalla Banca Centrale Europea, fra l’inizio dell’estate scorsa e la fine del 2011, credito per circa 200 miliardi di euro al tasso dell’1 per cento e lo impieghi esclusivamente per risanare i propri conti e per sottoscrivere titoli del debito pubblico, a tassi che il differenziale con i bund tedeschi ha fatto arrivare al 6 – 7 per cento, lucrando la differenza, mentre le famiglie e le imprese incontrano con un accresciuto rigore, spesso non motivato, nella concessione dei mutui". 

Oltre alla riattivazione degli Osservatori del credito, Mantovano e Boccia chiedono anche l'istituzione di un gruppo interparlamentare "con lo scopo di stabilire una interlocuzione stabile, non occasionale, con le articolazioni del governo nazionale istituzionalmente impegnate su questo fronte; il primo obiettivo da raggiungere è verificare la realizzazione di un fondo di garanzia, teso alla ristrutturazione delle pendenze debitorie, per lo meno delle imprese per le quali la crisi di liquidità costituisce un fattore momentaneo". Il 27 febbraio, a Lecce, è in programma un incontro convocato dal prefetto, Giuliana Perrotta, aperto a tutte le associazioni ed ai soggetti istituzionali ed economici coinvolti nella questione dell'accesso al credito.

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