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Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica Nardò

In marcia per salvare l'ospedale. “Strappato” un nuovo tavolo

Cinque pullman sono partiti stamattina da Nardò con oltre 350 persone che hanno manifestato sul lungomare Nazario Sauro nei pressi della sede della Regione. L'iniziativa promossa dal vescovo Caliandro e dal comitato Spes Civium

NARDO’ – L’impegno era stato preso già al termine della massiccia e fragorosa manifestazione dello scorso Novembre per le vie di Nardò. Il grido tumultuoso innalzato da piazza Cesare Battisti, rilanciava una nuova mobilitazione: “Tutti a Bari, per difendere l’ospedale”. Detto fatto. I neritini serrano le fila e questa mattina a bordo di cinque pullman messi a disposizione anche dal Comune, e anche con mezzi privati hanno raggiunto il capoluogo pugliese, puntando dritti verso la sede della Regione di lungomare Nazario Sauro. Oltre 350 partecipanti, e un altro manipolo di cittadini, politici e giovani studenti si è aggregato direttamente in quel di Bari.  Una buona fetta della comunità neritina rappresentata dagli agguerriti manifestanti, che hanno risposto all’appello alla mobilitazione pacifica, rivolta ancora una volta dal vescovo della diocesi di  Nardò-Gallipoli, Domenico Caliandro, dalle comunità parrocchiali e dal comitato Spes Civium, artefice della battaglia civile e giudiziaria combattuta strenuamente in questi mesi contro la chiusura e il ridimensionamento totale dell’ospedale San Giuseppe Sambiasi di Nardò.    

Al fianco dei manifestanti anche molti rappresentanti dell’amministrazione comunale, e la vicinanza comunicata dal primo cittadino, Marcello Risi, assente fisicamente (rappresentato dal vice Carlo Falangone e dall’assessore ai Servizi sociali, Giuseppe Fracella) perchè impegnato nella Capitale per precedenti impegni professionali. Così come in quel di Roma, ma per impegni istituzionali, si trovano anche il presidente della Regione Nichi Vendola e l’assessore alla sanità, Tommaso Fiore, i principali interlocutori con i quali la delegazione dei manifestanti avrebbe voluto avere un faccia a faccia per affrontare la questione del futuro del nosocomio neritino. Questo aspetto non ha scoraggiato i chiassosi e caleidoscopici manifestanti giunti da Nardò (con loro anche i sindaci e i rappresentanti istituzionali dei comuni limitrofi quali Seclì, Neviano e  Porto cesareo), armati anche di fischietti e cappellini colorati, che hanno marciato decisi verso la sede istituzionale della Regione. Un segnale dimostrativo, ma che si spera possa portare anche dei risultati concreti per condurre in porto l’operazione salvataggio del Sambiasi.

La "marcia su Bari" per difendere l'ospedale di Nardò

Una delegazione capeggiata dal presidente del comitato Spes Civium, Roberto Filograna, poco dopo le 13 è stata ricevuta negli uffici regionali dove è stato depositato un documento di formale protesta contro la chiusura dell'ospedale di Nardò, corredato da una copiosa raccolta di firme nella quale figura anche quella del vescovo Caliandro (per la Curia questa mattina c’era il vicario don Gino Ruperto)  e del sindaco Risi. Argomentate ovviamente le ragioni della protesta, le motivazioni storiche e di efficienza sanitaria, che hanno indotto la comunità neritina a fronteggiare a muso duro le decisioni che in buona sostanza portano alla chiusura dell’ospedale Sambiasi relegato per il futuro a semplice appendice del distretto sanitario cittadino. Ad ascoltare le ragioni e i malumori dei delegati il dirigente dell’assessorato regionale Vincenzo Pomo. La sortita barese a quanto pare ha ottenuto un primo risultato: strappata la convocazione di un nuovo tavolo tecnico e istituzionale per i prossimi giorni tra i rappresentanti di Nardò e lo staff dell’assessorato regionale. Assessore Fiore compreso.         

E prosegue parallelamente anche l'iniziativa politica dell'amministrazione comunale volta ad impedire che il piano di riordino ospedaliero della Regione Puglia mortifichi la città di Nardò. Il primo cittadino Risi rammenta che dopo “dopo l'incontro con Nichi Vendola del  20 dicembre nel quale sono scaturite interessanti aperture, seguiranno confronti tecnici tra l'amministrazione comunale, il direttore generale della Asl leccese, Valdo Mellone e il direttore sanitario, Ottavio Narracci, alla cui preparazione stanno lavorando alcuni esponenti della Giunta comunale e alcuni consiglieri comunali” . 

 

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