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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Il centrosinistra accusa: "Marine nel degrado, politiche vuote e lavori dannosi"

Rotundo torna sulla questione del waterfront. "Lavori che hanno stravolto la faccia di San Cataldo, senza chiedere il parere dei cittadini". Salvemini affronta il tema delle mareggiate e dell'abbandono: "Consolidare il litorale"

LECCE – “Lavori pubblici irrazionali”, attacca Antonio Rotundo, capogruppo del Pd a Palazzo Carafa, con riferimento a San Cataldo. “Sulle marine, una politica vuota di senso”, fa eco Carlo Salvemini, prossimo candidato alle primarie del centrosinistra per concorrere alla poltrona di sindaco, soffermandosi anche su Frigole e Torre Chianca. La doppia denuncia riapre il dibattito, che riaffiora periodicamente, sul futuro dei litorali leccesi, in questi giorni balzati alle cronache per la devastante forza del maltempo che ne ha sfregiato diversi tratti.  

“La marina di San Cataldo è stata letteralmente devastata da una serie di interventi irrazionali”, denuncia Rotundo, che ritiene “assurdo e dannoso” il piano di viabilità, contestando, soprattutto, il mancato coinvolgimento della popolazione residente prima di effettuare lavori pubblici di tale portata. In prima istanza, quelli riguardanti la nascita del cosiddetto waterfront, che ha ridefinito le aree destinate al traffico. La rotatoria principale, le piste ciclabili e gli spazi pedonali hanno comportato la soppressione di numerosi parcheggi. La riconversione della carreggiata stradale – fa notare Rotundo - ha portato anche alla riduzione della sezione stradale e la cancellazione delle aree destinate alla sosta anche per breve tempo. E i disagi per gli automobilisti si moltiplicherebbero.

“Intollerabile”, tuona Rotundo, che si sofferma anche sul secondo lotto di lavori, con altri parcheggi scomparsi. “Risultava imprescindibile la necessità di incrementare l'attrattività della marina, mettendo a disposizione degli utenti-automobilisti nuove aree di sosta, essenziali per lo sviluppo delle attività commerciali e turistiche”, sostiene.

Una era stata individuata davanti al bar Nobile, ma si tratta di un’area di eucalipti e la soluzione è stata bloccata da un comitato, composto da residenti e villeggianti, che ha presentato al sindaco Paolo Perrone oltre 350 firme, chiedendo la tutela del polmone verde quale patrimonio inviolabile della marina di San Cataldo. Promotori della raccolta di firme l'amministratore del complesso residenziale “Il Faro”, Davide Stasi, le famiglie condominiali, i gestori del bar, del ristorante e delle altre attività commerciali che si trovano di fronte al bosco.

Nella petizione i residenti hanno lamentato una scarsa attenzione per le zone verdi del litorale, chiedendo, nel documento protocollato alla fine dell'estate scorsa, “più verde e meno cemento”.

scataldo_passeggiata-2Ma un altro aspetto “grave”, come fa notare Rotundo, sarebbe quello che vece al centro alcune strade di proprietà privata, come via del Pozzo, che sarebbero state danneggiate in occasione dei recenti lavori del waterfront, e utilizzate come aree di deposito del materiale usato per la realizzazione della pista ciclabile e l’ultimazione dei marciapiedi. “Sarebbe opportuno - sottolinea il capogruppo del Pd - che l’amministrazione intervenisse quanto prima per scongiurare situazioni di pericoli, rappresentati da pezzi di asfalto divelti e grosse buche. Tutte queste situazioni di disagio - conclude - sarebbero venute meno se l'amministrazione ne avesse discusso prima dell'avvio dei lavori con la popolazione residente e da quest'ultima avesse potuto trarre suggerimenti e proposte per riqualificare al meglio la nostra San Cataldo”.

Carlo Salvemini, da parte sua, ripercorre fatti più recenti, soffermandosi sui danni del maltempo. “Ancora una volta è l’emergenza a ricordarci il ritardo ormai insostenibile accumulato su quest’ambito della nostra città”, dice. “Emerge chiaramente l’immagine di una grande vulnerabilità, che ha l’espressione duplice di un unico volto: da un lato la fragilità del litorale sabbioso periodicamente eroso, dall’altro quella delle politiche del governo del territorio che in questi anni hanno delineato un vuoto incolmabile di azioni e programmi”.

“Il degrado ambientale e paesaggistico in senso lato delle marine leccesi, dalla linea di costa fino alle parti edificate: da San Cataldo a Frigole, a Torre Chianca è il ritratto chiaro di una politica vuota di senso, oltre che irresponsabile, che ritraendosi mette a nudo una parte di città che è ancora in attesa”, prosegue Salvemini. Che aggiunge: “Risulta così evidente l’immagine estrema di una costa sabbiosa ridotta allo stremo dell’erosione, di un paesaggio costiero e urbano indistintamente marginale e debole nella negazione del waterfront urbano a San Cataldo, nel degrado del borgo di Frigole, nella precarietà del sistema dunare e  residenziale di Torre Chianca”.

“Bisogna da un lato pianificare gli interventi di mitigazione del rischio con progetti di riqualificazione ambientale importanti volti a consolidare il litorale sabbioso – aggiunge - contenendo l’erosione a favore del ripascimento; costruire coerenze con la pianificazione sovraordinata regionale e valorizzare il sistema di una fruizione balneare, nell’equilibrio tra spiagge pubbliche e lidi attrezzati e, dall’altro, mettere a fuoco un’idea strategica del litorale ponendo le differenze che si articolano lungo 20 chilometri di costa come punti di forza, tematizzando gli interventi tra San Cataldo, Frigole e Torre Chianca”.

san-cataldo (14)-2Di San Cataldo, Salvemini dice: “Occorre consolidare la sua immagine, rafforzarla con interventi integrati e ambiziosi che al porto accompagnino un grande progetto di spazio pubblico; non un debole disegno di marciapiedi che sacrifica la centralità urbana di un lungomare nel waterfront urbano. Bisogna riorganizzare l’accessibilità e la fruizione costiera, delineando un fronte urbano chiaro e forte come molte città negli ultimi anni hanno fatto in Italia e in Europa”.

Su Frigole, afferma: “Bisogna intervenire con un progetto complesso di riqualificazione che intervenga sul borgo rispondendo realmente alle richieste inevase delle comunità, che guarda all’attività della pesca come ad un tema centrale da valorizzare, che rilancia anche il tema della ruralità e della fruizione paesaggistica alla scala urbana, rafforzando le relazioni con la città (mercat, fattorie didattiche)

Su Torre Chianca, infine sostiene: “Consolidare il litorale sabbioso, con un progetto ambientale, valorizzare la fruizione costiera con un progetto di spazi pubblici che migliorano la percezione del mare e valorizzano la fruizione balneare. Intervenire sulla riqualificazione del tessuto residenziale privo di un adeguato progetto pubblico di interventi essenziali: dalle reti (fogna, luce, acqua) alla maglia viaria”.

A tale proposito, Salvemini anche realizzato un filmato, percorrendo a tappe tutte le marine (https://www.youtube.com/watch?v=WFjJ5Gl7DpI&context=C3f4ea44ADOEgsToPDskLCv8Lz0ErCL-lHjGzSwtFQ). 

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