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"Materna di piazza dei Partigiani, stop alla vendita"

Antonio Rotundo del Pd al fianco del comitato di cittadini che difendono l'attuale ubicazione della scuola materna: "Il piano delle alienazioni di Perrone stravolge l'assetto urbanistico della città"

LECCE - Il piano triennale delle alienazioni torni in Consiglio comunale. Lo chiede il portavoce dell'opposizione di centrosinistra, Antonio Rotundo, dopo la presa di posizione del comitato che si oppone alla chiusura della scuola materna pubblica di piazza dei Partigiani.

L'asilo, nelle intenzioni dell'amministrazione comunale, dovrebbe essere spostato di qualche centinaio di metri - verosimilmente nell'area di Settelacquare - per fare posto ad un intervento di edilizia privata rispetto al quale il Comune di Lecce avrebbe imposto alcune condizioni: tra questi la realizzazione di una zona a verde e la concessione di centro posti auto.

I cittadini hanno intanto organizzato una raccolta di fondi, il cui momento principale è previsto per domenica prossima, con la quale coprire le spese del ricorso in sede giurisdizionale patrocinato dallo studio di Gabriella De Giorgi Cezzi (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=25380).

"La doppia lettura da parte del Consiglio comunale - scrive l'esponente del Partito democratico - è un adempimento non più rinviabile perché i cittadini non devono essere costretti ad impugnare gli atti ed aprire un contenzioso; la discussione in Consiglio è un passaggio obbligato considerato che siamo in presenza di una variante al piano regolatore che incide su interessi diffusi della cittadinanza e che in quanto tale deve essere sottoposta al più rigoroso rispetto di procedure che garantiscano il massimo della trasparenza e del confronto pubblico".

Il consigliere di minoranza conclude il suo intervento tornando evidenziando le perplessità non solo per quanto riguarda le procedure ma anche rispetto al significato politico di tutta l'operazione varata dalla maggioranza: "Si tratta di un intervento che, ispirato unicamente dalla volontà di fare cassa, ha pesantissime ricadute di natura urbanistica che incidono profondamente sui servizi, sulla qualità della vita e sulla fisionomia stessa del quartiere, un vero e proprio stravolgimento dell'assetto urbanistico che ha determinato la mobilitazione convinta e diffusa della stragrande maggioranza dei residenti con l'obiettivo di impedire di radere al suolo la scuola materna e di vendere a privati il terreno edificabile per costruirvi edilizia residenziale".

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