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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

Renzi: “Se vinco, finisce la carriera parlamentare di D’Alema”

Ribadisce lealtà al Pd e scarta in anticipo i premi di consolazione. Il sindaco di Firenze è tornato nel Salento nel giorno in cui l'assemblea nazionale discute delle regole: "Queste primarie sono un referendum sul domani"

LECCE – “Ma quale fine del centrosinistra? Al limite, se vinco io, finisce la carriera parlamentare del presidente D’Alema”. Così Matteo Renzi, da Lecce, ribadendo la sua lealtà al Partito democratico e all’esito della primarie, qualunque sia, risponde alla previsione apocalittica che l’eminenza grigia del Pd ha prospettato nel salotto televisivo di Lilli Gruber. Scenario che poi, del resto, è lo stesso a cui ha fatto riferimento, due giorni addietro, Sergio Blasi, segretario regionale.

E non è un caso che ad ascoltare l’intervento del sindaco di Firenze – arrivato in ritardo all'appuntamento perché il suo camper ha sbagliato strada - mentre a Roma si tiene una cruciale assemblea nazionale - siano relativamente pochi i volti noti (Antonio Rotundo ed Antonio Maniglio) più diversi quadri cittadini ed esponenti più giovani del partito, a cominciare dal capogruppo a Palazzo Carafa, Paolo Foresio. La sala 1 del Massimo, però, è piena, non traboccante, ma nemmeno l’orario di questa incursione salentina (Renzi ha iniziato a parlare alle 13.15) è dei più felici.

Il rottamatore - anche se il tema del rinnovamento ha finito di generare l’effetto sorpresa ed è dunque meno accentuato che in passato – si muove sul palco con disarmante disinvoltura: il suo stile è più da presentatore, i tempi di lancio dei video che punteggiano il suo discorso sono quasi perfetti. La scaletta, grosso modo, è quella che ripresenta ogni volta dall’inizio del suo tour anche se mancano Obama e Troisi. C’è spazio però per la satira di Crozza, che lo ha preso di mira con una esilarante caricatura – ed infatti la platea ride di gusto – e per un riferimento cinematografico a “La ricerca della felicità” (2006)  per lanciare il messaggio finale: "Non lasciate che siano gli altri a non dire cosa non siete in grado di fare".

Renzi punta tutto sul possibilismo, sulla serenità della scommessa, sul “proviamoci per non avere nulla di cui pentirsi” anche perché, seppure in rimonta, non è ancora il favorito: lavorando ai fianchi la nervosa piramide dirigenziale sta rosicchiando punti importanti. Il fatto che ad accoglierlo non ci sia una rappresentanza del partito – di cui è pur sempre un'autorevole figura – la dice lunga su quanto sia temuto.

DSCN6762-2Merito, scuola, meno burocrazia e riduzione della pressione fiscale: le parole chiave del programma politico sono quelle tipiche dei lib-dem anglosassoni, ma lo snodo concettuale della sua impalcatura sta nel passaggio sulla prospettiva da dare alle giovani generazioni. Renzi plaude a Monti ma va oltre, quasi a esorcizzare quella contiguità sostanziale con il professore che molti gli attribuiscono: “Gli italiani non fanno sacrifici per far tonare i conti a tre ministri tecnici. Quello che ci manca oggi è l’idea dell’orizzonte”. Ecco dunque che il rinnovamento della classe dirigente non è la soluzione in sé, ma la condizione di una ricerca possibile dell’uscita da una crisi “che può essere un’opportunità”. Il candidato alle primarie fa riferimento a Steve Jobs, alla gigantesca capitalizzazione di Google (250 miliardi di dollari), alla lotta dei dissidenti cubani come Yoani Sanchez per dire quanto rapidi siano i cambiamenti e quante cose siano accadute nel lasso di tempo in cui il gruppo dirigente del centrosinistra è rimasto sempre lo stesso.

Sulle primarie ha ribadito di non volere alcun premio di consolazione in caso di sconfitta. Lui si sente diverso da chi è stato “trombato” alle primarie dell’Unione (2005) – fa notare – ma poi è stato ripagato bene: Bertinotti con la presidenza della Camera, Pecorario Scanio, Mastella e di Pietro con i ministeri. Prima servivano per collocare, ammonisce Renzi, adesso servono davvero per scegliere: “Non più un regolamento di conti ad uso interno, ma un referendum sul domani”.

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