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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Sulle note dei Rolling Stones. Dal meetup ai palazzi del potere

Maurizio Buccarella, capolista pugliese del Movimento Cinque Stelle per il Senato: "Per uscire dall'incubo partitocratico, bisogna metterci la faccia. A Roma nessuna alleanza, voteremo le leggi in sintonia con il nostro programma"

 

LECCE – Un giorno, all’improvviso, ti ritrovi senatore della Repubblica. E’ più che un auspicio per Maurizio Buccarella, già candidato sindaco a Lecce, risultato il più votato in Puglia alla “parlamentarie” del MoVimento Cinque Stelle. Solo nell’ipotesi a dire il vero molto remota in cui il M5S non superasse la soglia di sbarramento – l’8 per cento –, il 48enne avvocato leccese rimarrebbe escluso dalla prossima legislatura. LeccePrima lo ha intervistato. Tutti i sondaggi però sono così rassicuranti che Buccarella potrebbe essere "accompagnato" a Roma da almeno due altri senatori e sei oppure sette deputati.

“Ora si inizia a ballare”. Così, Maurizio, hai ringraziato i tuoi amici e sostenitori. Ma con quale colonna sonora inizia l’avventura della campagna elettorale?

“Senza dubbio con Satisfaction dei Rolling Stones, un pezzo al quale sono molto legato sin dai tempi della fanciullezza, ma anche perché il testo è molto anticonformista. Come già è stato scritto negli anni ’60 era un pezzo di rottura”.

Quando sei diventato un attivista ti ha mai sfiorato il pensiero di un risultato del genere?

“Assolutamente no. Chi è partito col meetup nel 2006, ma anche chi ha vissuto la fase della creazione delle liste civiche negli anni successivi non poteva minimamente immaginare di arrivare alle elezioni politiche. Penso fosse impensabile per lo stesso Beppe Grillo.  Ad un certo punto abbiamo capito che l’attivismo associazionistico va bene, ma per uscire da questo incubo partitocratico bisogna metterci la faccia ed entrare nella stanza dei bottoni”.

Ti spaventa un poco questo salto di livello?

“Un poco sì. Chi come me entrerà in Parlamento con gli stessi timori di qualsiasi cittadino che non si è mai confrontato con la politica attiva, coi meccanismi del fare attenzione a cosa si dice, a chi lo si dice. Non c’è però timore reverenziale nei confronti dei politici di carriera, sono molto sereno”.

Quali sono le istanze del territorio salentino che porteresti a Roma?

“Io immagino un legame diverso da quello del rappresentante politico a cui siamo abituati, che ha cioè un naturale interesse a coltivare il consenso anche in maniera clientelare. Gli eletti del M5S hanno assunto l’impegno di dare per prima cosa attuazione al programma nazionale per com’è adesso e per come sarà completato nelle prossime settimane. E’ chiaro che ciascuno degli eletti porterà le istanze e la conoscenza del proprio territorio – io penso alla difesa del paesaggio, alla legalità ed alla trasparenza amministrativa -, ma saremo molto meno attaccati alla vocazione territorialistica perché l’idea è quella di cambiare l’Italia, il sistema dei rapporti tra Stato e cittadini provando a rigenerare la fiducia nella politica per come dovrebbe essere. Noi sappiamo già adesso che i nostri incarichi dureranno non più di due mandati, a qualsiasi livello, per cui ci sentiamo in grado di sottrarci ad un certo tipo di ricatto clientelare che purtroppo esiste”.

Il  primo provvedimento a cui vorresti legare il tuo nome?

“Io sono già stato primo firmatario di un’iniziativa di legge regionale che abbiamo chiamato Zero privilegi Puglia, purtroppo affossata nell’ultimo Consiglio regionale il giorno prima in cui eravamo stati convocati dalla commissione competente che avrebbe poi dovuto riferire. Uno schiaffo della politica regionale non a noi ma a tutti i cittadini che chiedevano semplicemente di ridurre i costi della politica regionale. Non è una proposta demagogica e populista ma sarebbe servita per privare la politica di quegli eccessi, di quei privilegi che l’hanno fatta diventare quello che è”.

Caso Grillo vs Salvi. Esiste un culto della personalità nel M5S insieme ad un problema di democrazia?

La consigliera di Bologna ha sbagliato ad andare in quella trasmissione: esiste una raccomandazione, una regola, non un’imposizione di Grillo, di non andare nei talk show della televisione generalista perché sono trasmissioni vuote, prive di veri contenuti. Senza quel tipo di televisione siamo arrivati a questi ottimi risultati sul campo. Si tratta anche di una misura per evitare di cadere nelle trappole della comunicazione e di sembrare uguali a quelli che ti siedono accanto, una Santanchè, un Boccia della situazione. Insomma, la non partecipazione per noi è uno strumento politico. Poi è chiaro che gli insulti e gli attacchi alla Salsi sono stati fatti da idioti ed esaltati. Noi del M5S non siamo antropologicamente diversi dagli altri per cui anche tra di noi ci sono persone dotate di poca intelligenza.

Fino ad oggi avete vissuto di “beata solitudine”. Continuerete da soli anche a Roma?

“E’ sicuro che il M5S in Parlamento non stringerà alleanze. E’ altrettanto certo che daremo sostegno a tutte le iniziative, senza preclusione sulla provenienza, in sintonia con il nostro programma. Le nostre decisioni sul voto ai provvedimenti, sia alla Camera che al Senato, avverranno a maggioranza sulla base delle linee guide del programma. Nessun accordo preventivo, nessuna preclusione”.

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