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Venerdì, 19 Aprile 2024
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I medici su Colacem: "Subordinare l'Aia ad una valutazione di impatto sanitario"

Diverse organizzazioni sanitarie hanno sottoscritto un documento inviato alle istituzioni: "Gli inquinanti emessi, per la maggior parte, non hanno livelli innocui"

GALATINA – Maggiori controlli sulle emissioni prodotte dallo stabilimento Colacem: questa volta a chiederlo sono direttamente i medici salentini, preoccupati delle possibili ricadute degli agenti inquinanti sulla salute pubblica.

Il territorio si sta muovendo, quindi, in concomitanza con il rinnovo dell’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale) per l’azienda di Galatina che produce cemento. L'autorizzazione, che controlla l’adeguamento agli standard europei per la riduzione delle emissioni inquinanti, viene rinnovata ogni 5 anni e poggia le sue basi sulla direttiva  comunitaria 2008/1/CE.

I camici bianchi, rappresentati da diverse sigle sindacali, hanno quindi sottoscritto un documento, inviato all’indirizzo dei sindaci dei Comuni che partecipano alla relativa conferenza dei servizi; quindi Galatina, Soleto, Sogliano Cavour , Cutrofiano,  Zollino, Corigliano d’Otranto. Ma non solo: i rilievi sono stati spediti anche all’indirizzo del dirigente della sezione Aia della Regione Puglia; del dirigente del settore Ambiente della Provincia di Lecce; della Asl di Lecce e della commissione Ambiente del Consiglio regionale.

Il documento sottoscritto dai medici 

Riguardo al cementificio, i medici scrivono che “Colacem, avendo  un deposito scoperto di carbon coke di ben 14mila metri quadri ubicato in prossimità dei centri urbani di Galatina e dell’unione dei Comuni della Grecìa Salentina, è classificato come industria insalubre in base al testo unico delle leggi sanitarie”.

“Secondo l’Agenzia ambientale dell’Unione Europea (Eea), tra il 2008 e il 2012 la Colacem ha causato un inquinamento tale da generare costi per danni ambientali e sanitari compresi fra 37 e 67 milioni di euro – si legge nel documento -. La valutazione dell’Eea, peraltro, non comprende un’analisi economica degli impatti sull’ecosistema e sulla biodiversità e non tiene conto di numerose condizioni morbose della gravidanza e del periodo perinatale e di patologie croniche non-trasmissibili metaboliche, endocrine e neuro-degenerative”.

“L’impianto Colacem, all’ottavo posto tra i cementifici italiani per emissioni di ossidi di azoto, produce oltre 600 mila tonnellate l’anno di Co2 causando importanti conseguenze di alterazione del clima, in un contesto nazionale che vede la Puglia al primo posto tra le regioni italiane per emissioni di gas serra”, fanno notare i medici.

“A livello locale – puntualizzano - l’impianto Colacem è situato ai margini di un’area urbana (Galatina), già caratterizzata, secondo rilevazioni Arpa, da livelli di particolato fine (PM2.5) nei limiti di legge ma costantemente superiori a 10μg/m3, soglia raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità, Oms. Le concentrazioni di questo inquinante risultano spesso più alte rispetto alle medie provinciali e regionali. Nel raggio di 1 chilometro dalla Colacem vi sono attività produttive, case civili, scuole, impianti sportivi, zone agricole”.

“In questo contesto – sostengono i medici - il solo rispetto dei limiti normativi non può lasciare tranquillo chi è responsabile della tutela della salute di una popolazione, ovvero i sindaci, in quanto la maggior parte degli inquinanti emessi dalla Colacem non ha un livello al di sotto del quale possa essere considerato innocuo dal punto di vista sanitario; alcuni degli inquinanti emessi sono non biodegradabili e trasmissibili con la catena; alcuni tra gli inquinanti più pericolosi in termini sanitari non sono né normati né monitorati”.

E aggiungono che “particolare timore è generato soprattutto per la fascia pediatrica, dalle emissioni di metalli pesanti che potrebbero persino essere incrementate in seguito a sostituzione dei combustibili fossili con eventuali combustibili derivati da rifiuti”.

Vi è un aspetto decisamente non secondario, sottolineato nel documento: "Pur non volendo identificare nessun nesso diretto di causalità, va tenuto presente che il distretto di Galatina, come noto ormai, è l’area con la più alta incidenza complessiva di neoplasie e di malattie polmonari croniche nella provincia di Lecce, oltre ad essere identificato dall’Istituto superiore di Sanità come area cluster per tumori polmonari”.

Pertanto in maniera compatta le organizzazioni dei medici della Provincia di Lecce, col supporto del Forum terzo settore, ritengono che il rinnovo Aia di Colacem rappresenti un’occasione ineludibile per ridurre il livello di pressione ambientale e rischio sanitario nell’area interessata.

Le richieste rivolte a sindaci, Regione Puglia e Arpa

I medici hanno rivolto alle istituzioni delle richieste precise: di provvedere in tempi brevi alla copertura dei 14 mila metri quadri del carbonile depositato all’aperto, nell’attesa dell’abbandono definitivo dei combustibili fossili; di inibire definitivamente la combustione di qualunque combustibile derivato da rifiuti.

Al fine di ridurre le emissioni, ritengono opportuno abolire l’uso di pet-coke e di metano per alimentare l'impianto. Regione Puglia ed Arpa dovrebbero anche provvedere “al potenziamento dei sistemi di monitoraggio ambientale oggi basato su una sola centralina da traffico sub-urbano e mediante controlli periodici su altre matrici ambientali (suolo, falde acquifere) e sulla catena alimentare, oltre alla pianificazione di periodiche attività di biomonitoraggio insieme all’Asl”.                       

E ancora: i medici chiedono un periodico intervento di Arpa Puglia per verificare la taratura dei sistemi di autocontrollo dei monitoraggi di suolo e acque reflue, nonché dei rifiuti prodotti dal cementifico e di inibire l’utilizzo di ceneri industriali di qualunque provenienza.

Infine le organizzazioni dei medici propongono di subordinare l’Aia Colacem alla realizzazione di una Valutazione di impatto sanitario (Vis), da effettuarsi secondo linee guida ministeriali, ad opera di tecnici esperti.

Queste le organizzazioni sanitarie che hanno sottoscritto il documento: Ordine dei medici della provincia di Lecce; Medici per l’ambiente; Sanità che cambia; Federazione italiana medici di famiglia  (Fimg); Associazione italiana donne medico; Federazione italiana medici pediatri (Fimp); Società italiana di medicina generale (Simg); Centro ricerca europeo per l’innovazione sostenibile (Creis). 

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