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Conti pubblici, Melica: “Sulla Lupiae il Comune di Lecce è a un bivio”

A dicembre il centrodestra ha dato via libera, in consiglio, al nuovo piano industriale della Lupiae Servizi . Ma i rilievi dei revisori dei conti, in vista dell'approvazione del consuntivo 2012, impongono a Perrone di rivedere le sue scelte

LECCE - La lettura della relazione dei revisori dei conti, il cui parere è obbligatorio quando si parla di bilanci, ha provocato anche l’intervento del consigliere dell’Udc, Luigi Melica, che sottolinea come i cinque rilievi mossi e la richiesta pressante di un’inversione di tendenza avanzata alla giunta cittadina siano un’indicazione chiara della situazione reale.

“Ma il dato più preoccupante, ancora una volta – spiega l’esponente centrista -, emerge sulla Lupiae servizi. Il collegio lamenta la mancanza di controlli sull’attività e intima al Comune di non affidare più alla Lupiae tutti i servizi pubblici, affidando anche ad altre società che erogano i medesimi servizi, allo scopo di evitare, cito testualmente la relazione dei revisori: alterazioni o distorsioni della concorrenza e del mercato, assicurando parità tra tutti gli operatori ed economicità nei risultati”. In pratica i conti testimoniano che tutto quello che incassa la partecipata deriva dalle commesse di Palazzo Carafa.

Il 14 dicembre scorso, la maggioranza aveva approvato in consiglio comunale il nuovo piano industriale della Lupiae Servizi, studiato appositamente per sottrarre la società alla scure della spending review: ampliando lo spettro dei servizi considerati di interesse generale, l’amministrazione ha cercato di evitare un drastico ridimensionamento dell’organico e delle mansioni, se non addirittura la soppressione. In quella sede Melica aveva già avanzato forti perplessità, segnalando come l’interpretazione estensiva del decreto del governo cozzasse con i principi di libera concorrenze e fosse dunque un rimedio sbagliato.

“Ora il Comune è a un bivio – conclude Melica -: o dice pubblicamente che tale lettura del decreto era sbagliata e si assume la responsabilità di tagliare alcuni rami della Lupiae, come imponeva il decreto Monti, oppure, se continua a sostenere la centralità e vitalità della Lupiae per la comunità locale, deve tagliare altrove per coprire le perdite della Lupiae, a costo di vendere le suppellettili di Palazzo Carafa”.

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