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Martedì, 16 Aprile 2024
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Mercatino etnico, il giudice dà ragione al Comune: occupazione senza titolo

A giugno l'amministrazione ha intimato il rilascio dei 30 box concessi nel 2015 in via sperimentale per la durata di dodici mesi. Il Tribunale ha rigettato il ricorso del consorzio, ritenendolo infondato nel merito

LECCE - Il Comune di Lecce è pienamente legittimato a ordinare il rilascio dei 30 box del mercatino multietcnico di viale Aldo Moro perché occupati senza titolo. La sezione feriale del Tribunale ordinario di Lecce - giudice Pietro Errede - ha, infatti, respinto il ricorso presentato dal Consorzio Mercato Etnico. La vicenda aveva provocato un acceso confronto tra l'amministrazione, in particolare l'assessorato alle Attività Produttive, e una parte della minoranza consiliare. 

Nel 2015 l'amministrazione allora in carica optò per un affidamento in via sperimentale per un anno, dopo di che - senza che venisse sottoscritto mai alcun accordo - è seguita una occupazione che è stata tollerata in cambio dell'impegno al pagamento del canone e della gestione dell'intera area.

Dopo il cambio di guida a Palazzo Carafa, l'orientamento dell'ente è stato quello di ritornare nel pieno possesso dei locali in modo da procedere a un bando pubblico. Alla metà dello scorso mese di giugno è stata quindi firmata un'ordinanza che ingiugeva la cessazione delle attività e il rilascio della struttura, con l'eventuale ripristino dello stato dei luoghi e il pagamento degli arretrati calcolati fino a maggio 2021, pari a circa 39mila euro. Il consorzio, all'inizio di luglio, ha presentato ricorso e nell'udienza tenuta a fine mese il giudice si è riservata la decisione che oggi è stata pubblicata.

Non c'è alcun titolo, ha scritto il giudice, che giustifichi la fondatezza del ricorso né è utile il riferimento al regolamento comunale emendato nel 2017 che, anzi, ribadisce la necessità di una procedura di selezione secondo lo schema dell'evidenza pubblica. Inoltre è stato chiarito che la proroga di fatto accordata dopo la scadenza del periodo sperimentale non può essere invocata come prova dell'affidamento da parte del consorzio alla permanenza nella struttura. Nell'ordinanza del tribunale si precisa, infine, che l'occupazione comporta un pregiudizio per l'amministrazione che non ha la possibilità "concreta ed attuale di affidare l'uso del bene ai privati solo all'esito di una procedura comparativa".

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