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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

"Mi dimetto, ma non c'entrano i costi della politica"

Torricelli lascia l'incarico di consulente concesso dal presidente Pellegrino. "Tutto in tempi non sospetti e dovuto a motivazioni personali ed alla scarsa collaborazione fra dirigenza e giunta"

Antonio Torricelli rassegna le sue dimissioni. "In questi giorni dibattiti e comunicati stampa hanno riproposto il problema dello staff del presidente della Provincia. Per evitare le inevitabili e ovvie strumentalizzazioni, dato il particolare e difficile momento politico che vive l'Ente, ho evitato di rendere pubbliche le personali dimissioni prodotto in tempi assolutamente non sospetti". Sono le parole dell'ormai ex consulente del presidente Giovanni Pellegrino, che presentò proprio a quest'ultimo una lettera datata il 4 giugno scorso. Dunque, "in tempi non sospetti - chiarisce - e per motivi che nulla hanno a che vedere con il dibattito in corso sui costi della politica, peraltro nel caso specifico assolutamente non valutabili, né con altrui valutazioni di merito sulla esigenza di tagli".

"Ho ragionato per la conclusione del rapporto di consulenza con i dirigenti del mio partito (i Ds, Ndr) che hanno convenuto sulla opportunità politica e soprattutto sull'interesse personale di essere consequenziale alle perplessità e disagi organizzativi e funzionali al delicato incarico, serenamente ed obiettivamente valutati con lo stesso presidente", spiega ancora Torricelli. Ma cosa dice la lettera inviata a Pellegrino? "Nella dettagliata relazione sull'attività di consulenza datata 17-10-2006 - appare scritto - così concludevo: ‘Penso di aver risposto alla responsabilità affidatami, ovviamente nella misura e con i limiti che peraltro ho più volte evidenziato, propri di una gestione e di una struttura che non sempre utilizza al meglio le risorse umane di cui può disporre. Sono convinto della necessità, ormai ineludibile, di un diverso raccordo con la stessa struttura organizzativa e la politica d'indirizzo dell'intera Giunta, condizione indispensabile sia perché l'obiettivo dell'incarico possa volare alto e continui ad essere ambizioso il traguardo del programma di governo e l'investimento deciso nei confronti dell'innovativo Ufficio di staff, ma anche per la mia personale decisione di continuare in questa mia esperienza di consulenza e di collaborazione, assolutamente solo ordinaria se priva della valorizzazione delle potenzialità che la funzione può esprimere, riconoscendone dignità operativa".

"Quanto auspicato - scrive ancora Torricelli - non ha purtroppo avuto risposta ed il rapporto con la struttura dirigente dell'Ente, quella politica della Giunta rimane assolutamente inesistente, che in verità ha sempre ‘rifiutato' di fatto una proficua collaborazione, è probabile anche per i miei limiti o per il permanere dell'assenza di organizzazione logistica essendo l'unico dello Staff a non avere riferimenti assessorili, si è deteriorato sempre più ed allo stato è pressoché nullo; attendo ancora di essere impegnato nelle iniziative che si andranno ad assumere con le province di Brindisi e Taranto e tra queste e la Regione Puglia che prevede il decreto di nomina del 26 gennaio 2006".

Torricelli, a questo punto, spiega che la motivazione ad origine di tutto, ovvero offese a suo riguardo, che vanno da "volgari insinuazioni di convenienza economica", all'"ultimo intervento della serie, di un certo Gabellone (ovvero Antonio Gabellone, ex sindaco di Tuglie e attuale consigliere provinciale di Forza Italia, Ndr), che ha l'amabilità di definirmi un portaborse, un'offesa alla mia dignità, alla mia disponibilità, alla mia, pur modesta, professionalità ed esperienza amministrativa. Ho dedicato alla politica ed alla mia città decenni di leale impegno con passione, onestà e disponibilità, una mia ‘piccola storia' di cui vado fiero che non ammette di essere sporcata da mancata valorizzazione interna all'Ente o da strumentalizzazioni politiche, né denigrata da quanti, illustri Carneade, pensano di offendere".

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