LECCE - Il tema della ricerca di idrocarburi al largo delle coste salentine resta sempre d'attualità. Il ministero dell'Ambiente ha infatti chiuso con un parere positivo la procedura di valutazione di impatto ambientale relativa all'istanza presentata nell'ottobre del 2014 dalla Global Med Llc. Si tratta del secondo via libera in poche settimane, posto che il precedente è di fine agosto.

Le aree oggetto della richiesta di prospezioni sono di pari entità, intorno ai 750 chilometri quadrati e sono praticamente contigue. Si trovano nello Ionio settentrionale, in acque internazionali e interessano i seguenti comuni salentini: Tricase, Gagliano del Capo, Ugento, Racale, Alessano, Castrignano del Capo, Taviano, Andrano, Diso, Otranto, Morciano di Leuca, Patu', Tiggiano, Gallipoli, Alliste, Salve, Santa Cesarea Terme, Castro, Corsano.

Medesima le tecnica proposta per le indagini, ovvero quella dell'air gun che consiste in ripetute esplosioni di area compressa lungo un percorso che viene definito linea sismica: ai 147 chilometri della prima istanza si aggiungono ora i 153 della seconda. Intorno a queste autorizzazioni il dibattito è molto acceso: molti dei comuni chiamati in causa dalla procedura, ma anche la Provincia di Lecce e la Regione Puglia sono pronte a dare battaglia. 

Per cercare di placare le polemiche la vice ministro allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova, ha disposto a inizio settembre la costituzione di un gruppo tecnico per un supplemento di valutazioni sulle tecnologie disponibili per avere il minore impatto possibile. L'esponente del governo ha ricordato comunque che il decreto ministeriale di Via non equivale alla concessione definitiva del permesso di ricerca, essendo in corso ancora l'esame tecnico e alcune procedure amministrative.