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Giovedì, 25 Aprile 2024
In apertura di seduta

La minoranza abbandona l’aula: polemiche sul commento dell'assessore

Da uno scambio sulla bacheca di Marco De Matteis all'iniziativa del centrodestra che valuta di rivolgersi alla magistratura: il riferimento a vicende degli anni scorsi, sfociate anche in inchieste giudiziarie, non è andato giù ed è stato ritenuto lesivo

LECCE – Con l’abbandono dell’aula consiliare da parte della minoranza, in apertura della seduta odierna, si può considerare sostanzialmente avviata una nuova fase del confronto politico in città, sempre più proteso alla scadenza elettorale del 2024.

Al momento l’unica candidatura sul tavolo è quella dell’attuale sindaco, Carlo Salvemini, ma è altrettanto evidente che, nell’attesa che il centrodestra trovi una quadra, i gruppi di opposizione presenti a Palazzo Carafa abbiano deciso di alzare il volume del dibattito, probabilmente anche a voler rappresentare ai propri dirigenti nazionali la volontà di recitare un ruolo di primo piano e non di semplici esecutori o accompagnatori di scelte maturate in altre sedi. E non sembra nemmeno casuale la scelta di Adriana Poli Bortone, già sindaca della città per due mandati fino al 2007, oggi nelle vesti di “speaker”, domani chissà.  

Dal punto di vista fattuale l’origine di quanto accaduto oggi a Palazzo Carafa sta in un commento dell’assessore alla Mobilità, Marco De Matteis, inserito sulla sua stessa pagina facebook: “Ritorneranno i fasti delle case popolari, pass falsi, inchieste sul racket e scambio di voti? Può essere che il cittadino lo apprezzi di più, noi torneremo alla nostra triste vita senza smania di potere, ma con la convinzione di aver provato a rendere la città più inclusiva, giusta e a misura di tutti, proprio come quella che vivi tu per buona parte dell'anno”.

Queste parole sono diventate l’oggetto di una domanda di attualità con la quale Adriana Poli Portone ha chiesto al sindaco quali provvedimenti intendesse prendere. L’ex senatrice ha aggiunto di ritenere opportune le dimissioni di De Matteis, ricordando il precedente del 2012 di Giuseppe Ripa: all’epoca assessore proprio dell’esecutivo di Poli Bortone (sindaca per due mandati fino al 2007), era finito nella bufera dopo aver associato “turbe psichiche” all’omosessualità di Nichi Vendola Secondo Poli Bortone il commento di De Matteis avrebbe leso l’immagine di un’intera classe dirigente e politica, rappresentando molto più di uno sgarbo istituzionale.

Il primo cittadino in carica ha replicato di non avere motivo per prendere provvedimenti perché, a suo giudizio, quanto scritto da De Matteis avrebbe tracciato una sequenza di fatti che si sono oggettivamente verificati nella storia recente del capoluogo, indipendentemente dall’accertamento di responsabilità penali (per esempio, per quanto riguarda l’inchiesta sulle case popolari, il procedimento è in corso). Per il resto, ha aggiunto il primo cittadino, la minoranza ha tutto il diritto di rivolgersi alla magistratura se ritiene che ve ne siano le condizioni.

Salvemini ha però anche fatto presente quanto lui e gli assessori della giunta siano quotidianamente oggetto di “contumelie” sui social, anche da parte di ex amministratori: in quel tritacarne, va detto, De Matteis ci finisce spesso perché le politiche sulla mobilità (parcheggi, piste ciclabili) sono tra le più dibattute in assoluto. Ad ogni modo, ha ricordato il sindaco, nonostante la frequenza di espressioni offensive e di scherno subite oramai da anni, la sua linea è sempre stata quella di praticare e favorire l’uso responsabile dei social e di un tono sempre civile e rispettoso.

La replica di Salvemini è stata definita “scandalosa” da Adriana Poli Bortone che ha anche sottolineato di non credere più all’onesta intellettuale che pure avrebbe sempre riconosciuto al sindaco, al di là delle differenze di schieramento politico. L’ultimo atto di questo scambio è stata la decisione di abbandonare l’aula, rinunciando a discutere mozioni e interpellanze che erano stato inserite all’ordine del giorno.

Sui banchi della minoranza sono rimasti Giorgio Pala, pur eletto nel centrodestra, e Arturo Baglivo del M5S. Il primo, che non è stato coinvolto nella decisione di abbandonare i lavori consiliari, sembra sempre più lontano dalle dinamiche dei gruppi di centrodestra e già da qualche settimana ha avviato un percorso destinato all’autonomia: chiede la celebrazione delle primarie, l’organizzazione tempestiva di un programma incentrato sui contenuti e il rinnovamento dei gruppi dirigenti.

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