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Città senza regole, la sferzata dell'assessore: "Lecce perde dignità"

Confronto accesso in maggioranza durante la seduta di commissione che ha discusso di occupazione di suolo pubblico dopo il divieto imposto ai "paninari" di disporre sedie e tavoli, poi derogato. Attilio Monosi: "Quando vado in giro mi sento mortificato"

LECCE – “Questa città sta perdendo in dignità”. Le parole dell’assessore Attilio Monosi hanno lasciato di stucco i componenti delle commissioni Bilancio (presidente Oronzino Tramecere) e Annona (Gianluca Borgia), riuniti per discutere di occupazione di suolo pubblico, soprattutto relativamente agli autocaravan per la preparazione panini e affini.

L’esponente del governo cittadino, rivolgendosi alla maggioranza che lo sostiene, ha rivendicato la necessità di una rinnovata azione amministrativa e ha ricostruito il “paradossale” quadro normativo in base al quale, da una parte, i fast food mobili, non essendo autorizzati alla somministrazione non possono occupare aree pubbliche, ma dall’altro sono obbligati, quando lo fanno, a pagare il relativo tributo indipendentemente dal titolo  di cui dispongono. Non solo: trattandosi di una licenza amministrativa per ambulanti, la concessione di una postazione fissa “già diventa una forzatura”.

“Io quando vado in giro mi sento mortificato”, ha anche dichiarato Monosi con riferimento alla “giungla” dell’abusivismo e in generale della mancanza di regole che caratterizza alcuni punti della città: via Trinchese, corso Vittorio Emanuele, piazza Libertini. A disciplinare la questione, almeno in parte, è intervenuto il regolamento per la movida, approvato dal consiglio comunale, che vieta agli undici titolari di licenza amministrativa per ambulanti, ma di fatto dislocati in postazione fissa, di disporre sedie e tavoli per la consumazione in loco: in pratica possono solo vendere in modalità da asporto.

Alla base del relativo articolo sono state poste questioni di decoro, essenzialmente, ma anche di concorrenza: perché, se da una parte è vero che tali attività non dispongono di servizi igienici nemmeno per gli stessi esercenti, è altrettanto innegabile che alcuni fast-food mobili sono diventati dei veri e propri locali pubblici, con decine di posti a sedere a strutture di protezione, scatenando il malcontento dei gestori di ristoranti, paninoteche, bar e pub, sottoposti a ben altro tipo di tassazione locale.

Il divieto imposto con il regolamento ha però scatenato la protesta dei diretti interessati, alla quale ha fatto seguito una determina dirigenziale che permette l’occupazione di una porzione di spazio pari a due metri di profondità per la lunghezza del mezzo. Una soluzione che, par di capire, rischia di scontentare tutti. E che potrebbe essere superata con la discussione e l'adozione di un nuovo testo. 

“Non condivido nulla di quello che ha dichiarato l’assessore”, ha esordito il consigliere di maggioranza, Paolo Cairo (La Puglia prima di tutto). “Non mi piace – ha proseguito- quando alcuni esercenti vengono colpiti, mentre altri completamente tralasciati e mi riferisco a chi vende frutta e verdura, fiori, ma anche a chi ha un locale pubblico e occupa intere parti di strada quasi impedendo il transito di pedoni e auto. La verità è che quel regolamento fa schifo”. E in conclusione di intervento Cairo ha chiesto che venga data anche ai gestori delle pizzerie di asporto la possibilità di sistemare qualche tavolo per la consumazione.

Contrario al divieto anche Rocco Ciardo (La Puglia prima di tutto), per il quale è necessaria una regolamentazione – e in questo senso ha approvato la soluzione d’emergenza individuata dal settore Attività produttive d’intesa con il sindaco, Paolo Perrone – che conceda a tutti le stesse possibilità consentendo alle attività di andare avanti. Angelo Tondo (Forza Italia), che è presidente della commissione Urbanistica, ha fatto accenno alla questione più generale delle autorizzazioni temporanee (intendendo anche quelle che consentono l’installazione di strutture all’esterno dei locali pubblic), chiedendo all’amministrazione di “invertire la rotta”, nel senso di finirla con gli escamotage che permettono ad un’occupazione formalmente temporanea di diventare, nella realtà, permanente: come quello di considerare ai fini della provvisorietà anche la rimozione per un solo mese all’anno. Quanto ai “paninari”, l’opinione di Tondo è che non dovrebbero essere autorizzati a occupare una postazione fissa.

Francesca Mariano, di Io Sud, ha sottolineato la mancanza di comunicazione tra gli assessori e le pressioni che spesso i commissari ricevono per approvare dei documenti a fronte di assicurazioni sulla “condivisione da parte della giunta e degli uffici. Luigi Melica (Udc), ha proposto di individuare aree ben precise della città dove effettuare una turnazione dei caravan mentre Antonio Torricelli, del Pd, ha ricordato a tutti che la materia, in realtà, non è nemmeno regolamentabile: perché è il Codice della strada a dire chiaramente che le strutture amovibili possono essere collocate solo sul marciapiede, consentendo un passaggio di almeno due metri. Come a dire che la situazione di irregolarità a Lecce è la prassi.

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