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Monteco, continua lo stato d’agitazione. Assemblea del personale e sit-in

Assemblea retribuita fino alle 15, poi i sindacati incontrano Perrone. Molti i nodi da sciogliere: dai licenziamenti ai provvedimenti disciplinari

LECCE – Troppi nodi da sciogliere all’interno dell’azienda Monteco. Così, dopo lo sciopero del 19 marzo, i lavoratori oggi si sono riuniti in assemblea, dalle 9 alle 15, lungo una fascia oraria che ha coperto quattro turni di servizio. Al loro fianco c’erano le sigle sindacali Fp Cgil, Fit Cisl, Uilt Uil, Fiadel, Ugl, Cisal, Slai Cobas, Fesica, Confsal che hanno anche promosso un sit-in di protesta davanti a Palazzo Carafa.

Le problematiche che riguardano la società, incaricata dal Comune di Lecce di gestire il servizio di raccolta dei rifiuti urbani, sono numerose e complesse, almeno stando a quanto denunciato nel tempo dai referenti sindacali. Su tutto campeggia la presunta difficoltà delle parti sociali di discuterne con gli stessi vertici della società partecipata.

A tal proposito, i sindacati avevano chiesto al prefetto di promuovere un tavolo ad hoc, atto a sbrogliare la matassa: “L’articolo 2 della legge 146 prevede che, prima di approdare a forme di mobilitazione come lo sciopero, si passi per una procedura di raffreddamento, quindi di dialogo tra le parti in causa per verificare le rispettive posizioni – avverte l’esponente Cisl, Franco Mirarco -, ma ciò non è avvenuto. Dal mese di aprile 2015, quando la ditta è subentrata ad Axa ed Ecotecnica, inviamo richieste per ottenere un incontro: Monteco, però, si è espressa solo riguardo alle contestazioni rivolte ai dipendenti”.

Di quali contestazioni si parla? “Alcuni lavoratori sono stati ripresi, ingiustamente, perché durante l’orario di servizio sostavano all’interno di vari esercizi commerciali, ma ciò dipende dal tipo di lavoro che svolgono – prosegue Mirarco -: le persone sono costrette a stare in giro per diverse ore e non si possono avvalere né dei bagni chimici, né possono far ritorno in sede per le loro necessità private”.

All’interno dell’azienda, a detta dei sindacati, si sarebbe instaurato un clima teso, dovuto a condizioni di “conflittualità permanente” su cui avrebbero pesato anche i sette licenziamenti considerati “illegittimi e discriminatori”. I sindacati intendono rivolgere a Monteco due richieste precise: la revoca di questi licenziamenti e la cancellazione immediata dei provvedimenti disciplinari.

A ciò si aggiunge anche l’esortazione a rispettare le prerogative del contratto di lavoro relative alla gestione del lavoro. “Vi sono delle questioni irrisolte relative alla gestione dei turni e della dotazione di attrezzature e dispositivi antinfortunistici – aggiunge il referente Cisl -; anche le uniformi spesso non sono adeguate ed alcuni dipendenti sono costretti ad indossare il vestiario con il logo delle ditte precedenti”.

I sindacati lamentano disagi anche rispetto alle condizioni logistiche del cantiere di Lecce: “Non c’è acqua potabile e mancano i parcheggi per il personale”, aggiunge Paolo Taurino di Fp Cgil.  Infine permane una condizione di scarsa chiarezza rispetto alle persone in servizio: “Sul cantiere lavorano 276 persone, la maggior parte di loro assunte durante il cambio d’appalto, quindi provenienti dalle società precedenti, ma ci risultano in servizio ulteriori unità, esterne, delle quali ignoriamo l’inquadramento contrattuale”. 

Nel corso della mattinata una delegazione sindacale ha incontrato il sindaco, Paolo Perrone, che si è offerto di far da mediatore tra i lavoratori e la società. La vertenza, comunque, sembra tutt’altro che risolta.

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