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"No alle lotte di campanile": Blasi e Stomeo sull'ospedale del Sud Salento

Il sindaco di Melpignano ed il consigliere regionale difendono la necessità del nuovo ospedale ed accusano alcuni consiglieri di destra di aver firmato una lettera per sollecitare l'iter

MAGLIE – L’ospedale del Sud Salento, di prossima costruzione in un’area a cavallo tra Maglie e Melpignano, rappresenterà un’occasione indispensabile per garantire i livelli di assistenza sanitaria ad una parte dei pugliesi; un’eccellenza in ambito medico che lancia il guanto di sfida agli indici fin troppo elevati di mobilità passiva.

Sulla nuova struttura erano pronti a scommettere i due sindaci dei Comuni interessati, Ernesto Toma ed Ivan Stomeo, che avevano convocato una conferenza stampa questa mattina per azzerare le critiche, a loro dire “strumentali”, di una parte del centrodestra locale e dei consiglieri regionali d’opposizione.

Fino al colpo di scena: Toma oggi non si è presentato, inviando una lettera con la quale spiegava che non avrebbe partecipato per evitare strumentalizzazioni politiche della vicenda, in piena campagna elettorale.

Stomeo, quindi, ha dovuto presiedere l’incontro con la stampa da solo, fiancheggiato dal consigliere regionale del Pd Sergio Blasi: “Il sindaco mi ha assicurato che comunque continuerà a firmare tutti gli atti che servono per completare l’iter del nuovo ospedale. Al netto di tutto, però, queste battaglie per la salute dei cittadini devono essere combattute indipendentemente dal colore politico: al Salento serve un ospedale di 1° livello, sono passati 6 anni da quando la struttura è stata progettata e non possiamo rischiare di perdere il finanziamento”.

Il sindaco fa riferimento, soprattutto, alle polemiche scatenate dal fronte del “no” che vede schierato, in prima fila, il primo cittadino di Scorrano: Nicola Stefanelli ha annunciato battaglia, anche a suon di carte bollate, per far evitare il declassamento dell’ospedale cittadino “Veris Delli Ponti” destinato a diventare Pta (presidio di assistenza territoriale) dal piano di riordino ospedaliero firmato dal governo Emiliano.

Nicola Stefanelli insiste sulle presunte incongruenze del progetto: la creazione di un nuovo ospedale ad appena 3 chilometri di distanza dal nosocomio di Scorrano che invece, a suo dire, poteva essere rimodernato e potenziato, ottenendo un risparmio economico.  

Diametralmente opposta è la tesi di Blasi: “Non è possibile la ristrutturazione, come spiega anche il decreto ministeriale 70, perché gli ospedali degli anni ’60-’70 non rispondono a criteri di sicurezza e alto valore tecnologico. Ma anche ammettendo che si potesse fare, il costo sarebbe superiore a quello previsto per costruzione del nuovo ospedale”.

“La Puglia è una delle regioni del Sud con il più alto indice di mortalità evitabile legato proprio alla presenza di strutture obsolete. Il nuovo ospedale in questo quadro è assolutamente necessario – ha aggiunto Blasi - e le polemiche sono inutili”.

Blasi stigmatizza anche le “strumentalizzazioni” politiche: “La scelta del sito è stata effettuata dai tecnici dell’Aress e dal dipartimento regionale delle Opere pubbliche, tra diverse proposte presentate dai Comuni di Maglie, Melpignano, Muro Leccese, Poggiardo, Palmariggi, Scorrano”. Gli fa eco Stomeo: “Il sito è stato votato all’unanimità, con l’unica eccezione del sindaco di Scorrano, durante la conferenza dei sindaci del 2012”.

E ancora:“La cattiva politica è un danno per tutti e lo dimostra una lettera, firmata da tutti i consiglieri che erano presenti in assemblea qualche giorno addietro a Scorrano per contestare il progetto del nuovo ospedale, quindi Saverio Congedo, Luigi Manca e Andrea Caroppo, con la quale si sollecitava Emiliano ad accelerare l’iter del progetto, onde evitare di perdere il finanziamento – aggiunge Blasi -. Non è possibile che chi ha fermato quella lettera oggi remi contro”.

I due esponenti politici hanno voluto mettere la parola fine alle “lotte di campanile” che si sono scatenate negli ultimi mesi, sottolineando un ultimo aspetto: “L’ospedale di Scorrano non verrà chiuso ma trasformato in Pta: la medicina territoriale è la nuova frontiera nella cura dei cittadini perché punta sulla prevenzione, garantisce la diagnostica di altissimo livello, interventi in day-service e assistenza domiciliare; è quindi fondamentale per la salute dei cittadini, in azione combinata con le prestazioni ospedaliere”.

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