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Giovedì, 25 Aprile 2024
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No al nucleare: Taviano prende posizione in una delibera di giunta

Le province di Bari e Taranto compaiono nella Carta nazionale delle aree idonee ad essere un deposito di rifiuti radioattivi. Il sindaco: "Ciò contrasta con le linee guida dell'Ispra; Sud già martoriato"

TAVIANO - “Una battaglia di civiltà a tutela non solo del territorio e dell'ambiente, ma soprattutto della salute dei cittadini”. Con queste parole il sindaco di Taviano, Giuseppe Tanisi, ribadisce il “no” del Comune alla creazione di un deposito di scorie nucleari in Puglia.

Una presa di posizione netta, messa nero su bianco in una delibera di giunta comunale che ricalca un'analoga mozione del Consiglio regionale del 12 gennaio.

Per comprendere la questione è necessario fare un passo indietro: la Sogin, società pubblica incaricata della produzione degli impianti nucleari e della messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, il 30 dicembre ha ricevuto il nulla osta dal governo per pubblicare la mappa dei siti individuati per lo stoccaggio dei rifiuti. Sia la provincia di Bari sia quella di Taranto compaiono nella Carta nazionale delle aree idonee a divenire un deposito.

“La presunta idoneità di questi siti è in contrasto con le linee guida dell'Ispra, l'Istituto superiore per la protezione e sicurezza ambientale, emesse con decreto legislativo 230 del 1995, che escludono aree di paesaggi o habitat dove siano presenti specie vegetali e animali tutelate, o produzioni agricole di particolare qualità, o siti di valore storico e archeologico – ricorda, in una nota stampa, Tanisi -. Tant'è vero che la stessa Carta definisce tali contesti territoriali tra le province di Bari e Taranto parzialmente idonei".

In buona sostanza, l'amministrazione comunale di Taviano ha condiviso le preoccupazioni del Consiglio regionale che vuole impegnare la Puglia, di concerto con le Regioni confinanti, a far desistere il governo a stoccare rifiuti radioattivi sul territorio.

L'intenzione è quella di istituire una cabina di regia composta da Regione, Anci, Università e associazioni di categoria, per dare un supporto tecnico, scientifico e giuridico ai comuni interessati dal progetto governativo. La delibera di giunta verrà sottoposta al Consiglio per unificare la posizione di dissenso dell'amministrazione cittadina.

Tanisi, nello spiegare le motivazioni alla base di questa decisione, si è riallacciato al problema sanitario che attanaglia la popolazione pugliese. Ed ha ricordato alcuni dati significativi: “Nel 2019, da quanto emerso durante il webinar sulla rete oncologica pugliese, sono stati registrati 22 mila nuovi casi di neoplasie". Il sindaco si è detto preoccupato per “una scelta scriteriata, come epilogo di una questione meridionale non ancora conclusa, che fa pagare al Mezzogiorno il prezzo più alto del progresso tecnologico”.

“Questo lembo d'Italia è già martoriato da altre piaghe sociali, come il precariato occupazionale e la presenza di altri insediamenti industriali ad elevato impatto ambientale – ha proseguito il primo cittadino -. Difendiamo pertanto il nostro Sud da scelte governative che si rivelerebbero delle barbariche incursioni in una realtà già deturpata e cagionevole”.

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