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Il gruppo salentino avverte gli opportunisti: "Giù le mani da Matteo Salvini"

Un gazebo del movimento che fa a capo all'europarlamentare della Lega Nord è stato allestito in mattinata in Piazza Sant'Oronzo. Si punta alla formazione di una lista per le regionali, ma senza alleanze con protagonisti della "vecchia politica"

LECCE – Nato e cresciuto in Lombardia, poi trapiantato a Lecce dove è felicemente sposato e impegnato professionalmente. Mauro Giordano ha 49 anni e li porta molto bene. Si è messo in testa di promuovere nel Salento l’organizzazione del movimento “Noi con Salvini”. Insieme a lui ci sono Leonardo Calò, nelle vesti di vice coordinatore, Francesco Cazzetta, Dario Pezzuto, Stefano Quarta e Alessandro Maniglia, tutti impegnati perché sia possibile presentare alle elezioni regionali una lista. Altri gruppi sono già attivi a Bari e a Foggia.

Al momento non si possono escludere alleanze, ma l’orientamento è di escludere ogni possibile interferenza di gruppi o individui con trascorsi nella “vecchia politica”. Tanto che non è piaciuto affatto ai responsabili salentini del movimento di Salvini,  l’omaggio della felpa con la scritta “Salento” a caratteri cubitali fatta attraverso la trasmissione Porta a Porta da Paolo Pagliaro, presidente del Movimento Regione Salento che ha chiesto a Salvini di rinunciare all’antimeridionalismo.

L’europarlamentare della Lega Nord è l’interlocutore più ambito dai gruppi autonomisti sparsi in Italia, e in molti vorrebbero sfruttarne l’appeal elettorale. Al momento, infatti, Salvini è il personaggio politico più richiesto dai talk show di approfondimento e di lui se ne parla oramai come di un possibile leader nazionale. Ma perché se ne creino le condizioni di fatto, il dirigente della Lega Nord deve trasformare l’eredità del partito prima secessionista e antimeridionalista, poi federalista e antieuropeo, in un programma che sia condivisibile da Nord a Sud passando per il Centro.

Gli effetti della crisi economica e l’esasperazione del dibattito sui flussi migratori, durante e dopo la stagione di “Mare nostrum”, hanno dato centralità ai temi della sovranità nazionale, prima di tutto monetaria, e ad una gestione più severa delle politiche sull’immigrazione. Salvini, che dal punto di vista della comunicazione politica, sa molto bene come arrivare al cuore (e alla pancia) del suo elettorato e si è lanciato con decisione in un’avventura per la quale, nella Lega Nord, non tutti manifestano entusiasmo. Perché è chiaro che se l’astro di Salvini dovesse brillare di luce propria, il partito di cui è espressione verrebbe in qualche modo personalizzato, come già è accaduto in passato. Mentre nel Meridione, è evidente, che il suo potenziale elettorale risente comunque di una lunga stagione di invettive contro i “terroni” di cui il Carroccio si è reso protagonista.

Ma il gruppo che sostiene l’ex consigliere comunale di Milano “assolve” Salvini da quel peccato originario, imputandolo più che altri a Bossi e alla sua cricca, vedendo in lui una persona preparata, pragmatica e capace di dare alla destra italiana un profilo di ritrovata dignità nazionale. Difesa del “made in Italy”, contrasto all’immigrazione “incontrollata”, politiche sociali di sostegno alla maternità e politiche abitative riservate in primo luogo agli italiani, aliquota unica per la tassazione fiscale, eliminazione degli studi di settore, eliminazione del limite dei mille euro per gli acquisti in contante, chiusura dei campi rom e sgombero delle occupazioni abusive, rispetto della tradizione e dell’identità all’insegna dell’autodeterminazione dei popoli. Un programma nettamente caratterizzato a destra e non è un caso che ci siano delle affinità evidenti con quello di Marie Le Pen.

Oggi, per la prima volta, un gazebo del movimento ha fatto la sua comparsa in Piazza Sant’Oronzo. Un’uscita in punta di piedi, quasi un sondaggio della situazione. Giordano e i suoi stanno facendo tutto il possibile per portare Salvini anche a Lecce. Per una campagna elettorale tutta in salita sarebbe importante. 

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