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Interruzioni e lunghi applausi: Vendola si congeda dal Salento dopo 10 anni di governo

Il presidente uscente della Regione Puglia, a Lecce per la presentazione dei candidati della lista "Noi a sinistra", ha fatto i conti anche con un pezzo di quel mondo, ambientalista e radicale, che ha perso per strada dopo il feeling del 2005

LECCE – Con la presentazione della lista “Noi a sinistra” per la circoscrizione della provincia di Lecce, Nichi Vendola si è congedato dal Salento come presidente della Regione Puglia. Assicurando però ai suoi sostenitori di voler rimanere al fianco delle nuove leve, da semplice militante.

Il governatore uscente, nel cortile della mediateca delle Officine Cantelmo, ha tracciato un bilancio della sua attività, senza sfuggire all’ammissione di aver fatto degli errori. Non c’è stato, invece, il confronto, sollecitato da un gruppetto di cittadini attualmente impegnati nel coordinamento contro il piano del commissario nominato per arginare la diffusione della Xylella fastidiosa, i quali volevano chiedergli conto dell’attività della Regione.

Ci sono stati un paio di momenti di un certo imbarazzo di quella che – è bene ricordarlo – era una manifestazione elettorale di una formazione politica con i propri candidati ed elettori. Una prima volta il senatore Dario Stefano ha finito per alzare la voce, dopo essere stato interrotto più volte; una seconda Nichi Vendola, chiamando per nome il suo interlocutore, a testimonianza di una conoscenza datata, ha ricordato la differenza tra i doveri di un amministratore, chiamato a risolvere i problemi, e il radicalismo fine a se stesso di chi sa dire soltanto no senza proporre alcuna soluzione. Il pubblico, fatto di militanti e simpatizzanti accorsi per ascoltare gli esponenti politici, almeno all'inizio ha seguito con tolleranza il fuori programma per poi ribellarsi all'ennesima interruzione con fischi e inviti ad allontanarsi.

Non è che ci sia da scandalizzarsi  – le forme in cui si esprime la democrazia richiedono spesso uno sforzo di pazienza -, ma quanto accaduto assume un rilievo politico perché in fondo è la rappresentazione plastica della disconnessione tra Nichi Vendola e una parte di quel mondo, genericamente riconducibile all’ambientalismo e al radicalismo di sinistra, che invece dieci anni fa si schierarono al suo fianco nella entusiasmante conquista della Regione contro Raffaele Fitto, ma che, strada facendo, ne hanno preso le distanze. 

La proliferazione del fotovoltaico, la questione legata al gasdotto Tap, il dramma dell’Ilva e ora il Complesso del disseccamento rapido dell’ulivo sono solo alcuni temi, forse i principali, sui quali si è scavato un solco tra la sinistra che governa e quella che critica, che contesta, che resta barricadera. E non è un caso se, a sinistra del governatore uscente si pongano altri due candidati (Michele Rizzi e Riccardo Rossi), ciascuno dei quali ritiene di essere il miglior punto di riferimento per chi è "veramente" di sinistra.

Ma, a parte questa parentesi, la manifestazione si è svolta con buon ritmo ed è terminata in un lungo applauso della platea. Dario Stefano ha invitato alla mobilitazione dell’opinione pubblica di area vendoliana per “confermare la proiezione elettorale delle primarie” (quelle del centrosinistra in cui era uno degli sfidanti di Michele Emiliano), per “tenere lontano dalla Puglia le larghe intese”, per dimostrare che “il centrosinistra, per essere di governo, non ha bisogno di inglobare pezzi dell’alta parte”. Il riferimento è naturalmente al reclutamento attuato dall’ex sindaco di Bari nella convinzione di ottenere una vittoria schiacciante, operazione che, ha segnalato il senatore, ha coinvolto “personalità che vivono un’epoca di trasformismo perché da due anni è chiaro che noi avremmo vinto”.

Il presidente della Regione ha voluto ricordare i passi in avanti compiuti dalla Puglia nel suo decennio: dal “decollo” degli aeroporti all’approvazione del Piano di assetto idrogeologico, dalla strutturazione di un sistema efficiente di protezione civile al finanziamento delle politiche di inclusione per le persone non autosufficienti, dalle possibilità di impiego offerti ai docenti precari esclusi dai fondi nazionali all’impegno nell’affermazione della legalità non come retorica ma come convenienza.

Un passaggio a parte è stato quello sul versante economico, del quale Vendola ha ricordato la crisi più “resistente” del secolo, ma anche gli sforzi fatti – alcuni andati a buon fine, altri no - per difendere i lavoratori dai tentativi di smarcamento di grandi imprese dal territorio pugliese. Il governatore ha raccontato, a mo’ di esempio, la battaglia con la Bridgestone, che prima ha annunciato la chiusura dello stabilimento ma che poi è stata costretta a tornare sui propri passi, e anzi a investire maggiori risorse, grazie ad una campagna di comunicazione messa in piedi nel corso di una notte con lo staff di “creativi” che aveva già fatto le fortune della sue campagne elettorali.

Prima degli interventi però, erano stati chiamai sul palco – a far da padrone di casa il coordinatore cittadino di Sel, Renato Vernaleone – tutti i candidati: Sabrina Capone, Marco Cataldo, Massimiliano Cristiano, Carlo Falangone,  Sergio Fracasso, Sebastiano Leo, Anna Grazia Maraschio Maria Giovanna Miceli, Antonio Raone, Maria Cristina Rizzo.

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