rotate-mobile
Politica

Nuovi consultori: per la D'Antini "abortifici sociali"

Non usa mezzi termini e và giù duro l'assessore alle politiche sociali provinciali, Filomena D'Antini, che si schiera contro il riordino dei consultori previsto dalla Regione: "Una delibera iniqua"

LECCE - I nuovi consultori come "abortifici sociali": è questa la dura presa di posizione dell'assessore provinciale alle politiche sociali, Filomena D'Antini, che interviene in merito al riordino della rete dei consultori, attuato dalla Regione Puglia: "Della disputa obiettori e non obiettori, noi come Provincia - spiega l'assessore - abbiamo sollevato la questione, sia in sede di Coordinamento Interistituzionale con i presidenti degli Ambiti territoriali sociali, i quali hanno sottoscritto un documento di disappunto alla delibera, sia in sede di Commissione Consiliare, che di Consiglio Provinciale".

C'è stato un percorso all'interno della Sesta Commissione Consiliare "Servizi Sociali", che ha visto la partecipazione di sindaci, medici e psicologi tutti d'accordo, secondo quanto racconta la D'Antini, nel ritenere la delibera di giunta regionale "fortemente iniqua", ma soprattutto una delibera "calata dall'alto", che "non tiene conto dell'importanza dei servizi psico-sociali", poiché, se da un lato si riducono i consultori da 49 a 19, dall'altro nei 19 consultori familiari ciò che viene implementato è il servizio ginecologico, poiché la delibera di giunta regionale n. 735 prevede per i rimanenti consultori l'assunzione di medici e ostetriche non obiettori.

"Abbiamo discusso di ciò - afferma - nel Consiglio Provinciale del 21 giungo scorso e con un ordine del giorno, presentato dal consigliere Cimino, che ha visto l'approvazione di tutti, il presidente e la giunta provinciale si sono attivati presso gli organi competenti, Regione Puglia e non solo, affinché il riordino vada rivisto tenendo conto delle reali esigenze dei cittadini".

"Esprimo tutto il mio disappunto - prosegue -, poiché l'unico vero e chiaro obiettivo della delibera della giunta regionale è quello di voler rendere i consultori uffici di facili rilasci di certificati abortivi, se si considera che i servizi psico-sociali sono ridotti sia per un ridimensionamento strutturale dei consultori, che per il dato funzionale ovvero che gli psicologi saranno impegnati solo per 19 ore settimanali e non più 39. Mi chiedo chi supporterà le donne indecise se abortire o meno: di certo non i medici e le ostetriche presenti non obiettori, a meno che l'intento sia quello di indurre le donne a facili aborti".

Per la D'Antini la delibera è "sicuramente non condivisibile" perché "non concertata", è inoltre "illegittima sia sul piano giuridico che su quello sostanziale", in quanto prevede una riduzione strutturale e funzionale dei servizi consultoriali, nella specie dei servizi psico-sociali, e una implementazione dei servizi ginecologici che, a suo avviso, si definiscono "abortifici sociali".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Nuovi consultori: per la D'Antini "abortifici sociali"

LeccePrima è in caricamento