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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Schierati contro la chiusura di Omfesa. Manca: “Manifestazione politica”

Per la vice presidente della Provincia corteo a Trepuzzi strumentalizzato: "Rancori ingiustificati verso De Leo e la prefettura". Replica il consigliere regionale Taurino: " Troppo livore, occorre responsabilità delle istituzioni"

LECCE – La manifestazione organizzata sabato pomeriggio dagli operai della ditta metalmeccanica “Omfesa”, in difesa del posto di lavoro e contro la chiusura della storica fabbrica di Trepuzzi, ha raccolto un grande consenso e una nutrita partecipazione. Ma non sono mancate le polemiche. A cominciare dal duro attacco della vice presidente della Provincia di Lecce, Simona Manca contro “la strumentalizzazione politica” del corteo.

“Ho partecipato con convinzione alla manifestazione - spiega - sia come rappresentante della Provincia di Lecce, sia come consigliere comunale di Trepuzzi in compagnia dei colleghi Ernesto Leganza e Luigi Taurino, dal momento che speravo servisse a tenere alta l’attenzione su questa crisi drammatica e a mettere a punto magari qualche tema utile a risolverla e ho quasi fatto finta di niente dinanzi alle prime avvisaglie di caratterizzazione politica del corteo proprio per salvaguardarne i propositi dichiarati. Ma, considerato quello che è successo, la coscienza mi obbliga a non tacere: è stata una manifestazione politica e quindi assolutamente irrispettosa di Omfesa e del futuro dei suoi lavoratori”. 

“Ordita da qualche ex esponente politico e dalla Fiom Cgil - continua - la trama ha visto innanzitutto l’inspiegabile critica di una presunta scarsa incisività verso il prefetto Perrotta, già nella conferenza stampa di presentazione. Nonostante la storia di questi mesi dica che la prefettura ha avuto il grande merito di consentire l’accordo per l’anticipo di alcuni crediti vantati da Omfesa verso Trenitalia, di costruire pazientemente il fronte di quelle banche che si erano dimostrate disposte a concedere liquidità per lo start-up, fronte che si è poi dissolto a causa delle vicende giudiziarie dell’azienda, di tentare infine un approccio con i curatori fallimentari per la costituzione di un tavolo tecnico. Secondo il medesimo disegno, è stata completamente ignorata la presenza della Provincia di Lecce alla manifestazione. Mentre la gran parte degli interventi si sono succeduti con parole di odio e di rancore verso il management, senza qualche accenno costruttivo al tema concreto del lavoro e alle possibili soluzioni al problema, se non da qualche serio sindacalista come Salvatore Giannetto. E nella trama c’è stato posto per gli ultras, addomesticati a intonare cori contro di me e a pretendere ad alta voce che scendessi dal palco, nel nome di una paternità politica della questione Omfesa. Infine, come ciliegina sulla torta, si è pensato di far chiudere il comizio conclusivo a Giuseppe Taurino, che oggi non ha alcun ruolo istituzionale, che è salito sul palco con la qualifica di “amico” invitato da un rappresentante della Fiom Cgil, suo braccio operativo nell’azienda, mentre i rappresentanti delle istituzioni venivano lasciati a bocca chiusa, e che, soprattutto, dal punto di vista politico è il maggiore responsabile della crisi di Omfesa”. 

“Al netto dei trattamenti riservati alle persone e alle istituzioni e del clima di ostilità montato ad arte - conclude Simona Manca - qualcuno mi spieghi cosa è rimasto di  questa manifestazione. Qualcuno ne ha cannibalizzato lo spirito e i propositi e ai lavoratori, autentiche vittime della crisi, non è servita proprio a nulla, se non a incassare una solidarietà interessata. Coloro che come me hanno a cuore realmente le sorti di Omfesa e dei suoi lavoratori, sono rimasti interdetti. Se la politica non uscirà una volta per tutte da Omfesa, dove ha sempre trovato un comodo giaciglio, l’azienda non avrà mai un futuro”.

Al duro comunicato della vice presidente risponde, costernato, il consigliere regionale del Pd Giuseppe Taurino che afferma di non comprendere “il livore espresso in un momento difficilissimo per la vita della città, che nel dramma dei lavoratori Omfesa si è quasi totalmente riconosciuta”.

“Non ho bisogno di ruoli istituzionali per essere individuato come interlocutore credibile dalle tre organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil e dai lavoratori, che mi hanno chiesto un saluto alla fine della manifestazione – spiega -.  Vent’anni di impegno politico ed istituzionale mi hanno sempre visto protagonista delle vicende che hanno riguardato l’azienda Omfesa. Ho testimoniato il mio costante lavoro nel cercare interlocutori istituzionali credibili, a prescindere dal colore politico, per creare il terreno fertile per la soluzione di problemi molto legati, negli ultimi anni, ad una gestione discutibile del management societario”.

“Non lo diciamo per individuare un responsabile, tuttavia, se un’ azienda fallisce con trenta milioni di commesse in tasca, la responsabilità non può essere né mia, né della Fiom – prosegue Taurino - . Occorre responsabilità ed alto senso delle istituzioni, perché i ruoli che ricopriamo non sono un dono del cielo, ma un riconoscimento di un lavoro che si svolge nell’ interesse della comunità che rappresentiamo”. 

“Ora mettiamoci a lavorare, io lo farò come semplice cittadino con la mia storia, l’ esperienza e con la forza di chi crede che la battaglia in difesa dell’Omfesa sia difficile, ma doverosa da combattere – conclude lui - . Facciamo nostro l’appello che ci viene dalle autorità religiose perché si operi nell’esclusivo interesse dei lavoratori e delle loro famiglie”. 

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