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Operazione "Canasta", politici chiariscono il caso-Seta

Gallipoli, il sindaco Venneri plaude all'attività investigativa sulle vendite all'asta truccate e sul presunto giro di denaro legato all'impresa dei rifiuti. De Marini: "Io e l'Udc rifiutammo appalto"

GALLIPOLI - Strascichi, verifiche e dubbi che aleggiano e si intersecano nell'operazione più vasta portata a termine dalla Procura di Lecce e dalla Guardia di Finanza sul nodo delle aste pilotate e di un presunto giro di tangenti a politici pagate in quel di Gallipoli. L'operazione "Canasta" che ha portato all'arresto di undici persone e a un ventaglio di 40 indagati, ha sollevato un polverone. E dopo aver scoperchiato il circolo vizioso e criminale legato alle contrattazioni sulle vendite giudiziarie, l'inchiesta si è ramificata sulla già nota vicenda del presunto giro di denaro legato all'appalto dei rifiuti del consorzio Seta nel territorio gallipolino. Una vicenda ancora tutta da chiarire e sulla quale si attende i responsi degli scrupolosi accertamenti dei magistrati inquirenti. E sulla quale i politici cittadini tendono a puntualizzare alcuni aspetti onde evitare "pericolose e gratuite generalizzazioni" all'ombra di Palazzo Balsamo.

A prendere le distanze in prima battuta è stato l'attuale consigliere comunale Giovanni De Marini, oggi nella "Puglia Prima di Tutto" e all'epoca dell'insediamento del Consorzio Seta nell'ambito dell'appalto per la nettezza urbana, esponente dell'Udc e dell'amministrazione comunale in carica. E lo stesso consigliere ora all'opposizione del Venneri ter, spiega: "Le inquietanti notizie pubblicate sulla stampa e riferentesi alle indagini della Procura su quanto accaduto in riferimento all'appalto della nettezza urbana a Gallipoli e riguardanti, in particolare, sospetti su alcuni consiglieri comunali dell'epoca, non possono lasciare indifferente il sottoscritto, che in quella Amministrazione era un Consigliere Comunale. Il rischio che l'opinione pubblica, in mancanza di nomi e cognomi, faccia di tutta un'erba un fascio è notevole. Pertanto" continua De Marini, "il sottoscritto ricorda, qualora ve ne fosse bisogno, che in quel Consiglio comunale, durante il quale si volle ad ogni costo deliberare l'appalto alla Seta, l'Udc, dallo scrivente guidato, uscì dall'aula e non votò la delibera, per le riserve che avevamo espresso. Insieme allo scrivente, uscirono anche il consigliere Solidoro ed il compianto consigliere Crisogianni".

E conclude: "Certo, quello era un'altro Udc, diverso da quello che si è succeduto dopo l'abbandono del sottoscritto, guidato da personaggi discutibili, con una politica discutibile, culminata nell'appoggio ad una Amministrazione, che meglio farebbe a porsi molti interrogativi. Un Udc, cui, certo, nulla può fare per ridare un minimo di lustro il pur bravo e stimato dottor Errico"

Anche il primo cittadino, Giuseppe Venneri, è intervenuto nelle ultime ore per esprimere il suo pensiero sulla delicata vicenda che tira in ballo la sua vecchia amministrazione. E afferma: "Mi sia consentito rivolgere un sincero plauso agli organi inquirenti ed alle forze dell'ordine per la brillante operazione denominata Canasta, con cui si è scoperchiato un giro di attività illecite che attraverso i metodi più bassi, dalla violenza ai raggiri, dalle truffe alla corruzione ha procurato nocumento al nostro sistema economico, che va liberato da queste cappe di malaffare e corruttela. L'intervento posto in essere, ha continuato il primo cittadino, conferma, qualora ve ne fosse bisogno, che l'attività giudiziaria e quella delle forze dell'ordine rappresentano due punti di riferimento certi per cittadini ed amministratori che fanno della trasparenza, della rettitudine e del rispetto della legge le proprie regole di vita. Ancora una volta si è avuta la conferma che il marcio emerge sempre e che l'illecito non paga mai".

Il sindaco affronta anche la questione legata direttamente alla città bella ed ai rapporti con la Seta, il cui ex amministratore delegato, Ferruccio Piscopiello, risulta nell'elenco degli arrestati. "Fermo restando il principio garantista che governa il nostro sistema giudiziario" dice Venneri, "è necessario accertare sino in fondo tutte le eventuali responsabilità che hanno coinvolto amministratori locali all'epoca dei fatti, perché non passi il principio né l'idea del ‘così facevano o fanno tutti'. Se ci sono stati comportamenti contrari alle norme ed ai principi che regolano la buona amministrazione, è doveroso che siano puniti senza sconto alcuno. Per questo il mio augurio è che gli organi inquirenti continuino a fare, come già si è avuto modo di vedere, il proprio certosino lavoro, individuando e punendo quanti hanno eventualmente carpito la buona fede dei cittadini, facendosi eleggere per cariche pubbliche. Contestualmente, tuttavia, il mio augurio è anche quello di non dover più assistere agli interventi dei moralizzatori dell'ultima ora".

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