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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Divieto di sparare botti, per il Conapo solo ordinanze spot

Il segretario di uno dei maggiori sindacati dei pompieri esprime perplessità sulla decisione di molti sindaci e chiede al mondo politico di programmare per tempo interventi efficienti per combattere il fenomeno

 

LECCE - Nei giorni antecedenti a Capodanno se n'è fatto un gran parlare, tanto da aprire una polemica tra Loredana Capone, candidata alla primarie del centrosinistra a Lecce, e il sindaco Paolo Perrone. Con la prima a chiedere l'emissione di un'ordinanza che vietasse, come avvenuto in molto città e centri d'Italia, l'esplosione di petardi e comunque l'accensione di fuochi d'artificio, il secondo a contestare la strumentalità della richiesta sottolineando che una città non si può governare a colpi di divieti.
 
Sull'argomento è intervenuto oggi Giancarlo Capoccia, il segretario provinciale del Conapo, uno dei sindacati più rappresentativi tra i vigili del fuoco della provincia di Lecce. "Emettere un’ordinanza con la quale si vieti la vendita, il porto e l’utilizzo su area pubblica di articoli pirici, ci è sembrata sin dall’inizio una grande farsa. Abbiamo letto che, alcuni sindaci, avrebbero utilizzato la propria polizia municipale per effettuare il controllo del territorio a caccia dei trasgressori".
 
foto segreteriao capoccia giancarlo-2"Un proverbio recita: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Ci avrebbe fatto piacere conoscere quale procedura operativa abbiano messo a disposizione degli equipaggi della municipale per far rispettare questa ordinanza. Hanno idea cosa vuol dire movimentare autovetture dalle 23.30 alle 00.30 in una città la notte di Capodanno? Quanti equipaggi avranno avuto a disposizione per effettuare tale servizio?"
 
"Se qualcuno pensa che si possa rispondere, senza aver preventivamente pianificato, con apposito tavolo, un’accurata procedura ad un evento come quello dell’utilizzo dei botti, vive di sogni e fantasie", ha aggiunto Capoccia per il quale è forte il sospetto che tra i primi cittadini si sia innescato un meccanismo di emulazione.
 
"Sarebbe opportuno, invece, che ogni sindaco rappresenti al suo partito la problematica e che venga elaborato un disegno di legge. Difatti, spetta al legislatore occuparsi della materia nel suo complesso, magari rendendo attuativa una legge specifica, nella quale si andrebbe, realmente, a contrastare il fenomeno a monte e non a valle. I numeri dei morti e dei feriti registrati, nonostante queste ordinanze, è la chiara dimostrazione che quanto messo in atto è stata solo una mera pubblicità politica durata poche ore e che nulla ha a che fare con la sicurezza e il soccorso".
 

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