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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Rigenerazione delle marine: Palazzo Carafa snobba il bando della Regione

L'associazione Lecce Bene Comune lamenta la mancata partecipazione all'iniziativa regionale: "Un bando che sembrava fatto apposta per Lecce e le sue esigenze: Sprecata così un'importante occasione di rigenerazione delle marine"

LECCE – Il termine per partecipare al bando regionale “Progetti territoriali per la valorizzazione e riqualificazione integrata”, rivolto ai comuni costieri, è scaduto senza che il Comune di Lecce vi abbia aderito. Perdendo così – scrive Rita Miglietta, architetto, componente dell'associazione "Lecce Bene Comune" – un'importante opportunità di rigenerazione.

“Un bando che sembrava fatto su misura per Lecce, le sue necessità ed emergenze: è ordinario infatti il disagio estremo e la denuncia del degrado dei nostri centri marini e delle loro spiagge, quello esasperato dei residenti che reclamano in primis sicurezza  ambientale a fronte di una urbanizzazione che è sempre avvenuta in assenza di pianificazione e che oggi mette a repentaglio la sicurezza stessa di edifici, strade e spiagge, e quella degli operatori turistici”.

“Eppure il nostro Comune – scrive Miglietta - non ha partecipato al bando sprecando un’importante occasione e accumulando ancora ritardo sull’urgenza della riqualificazione costiera. Che va ad aggiungersi a quello che si sta registrando nella redazione del Piano comunale delle coste ancora fermo”.

Per l’esponente dell’associazione sarebbe stabilire un nuovo ordine delle priorità dell’azione amministrativa in campo urbanistico, proponendo “un aggiornamento urgente delle politiche, azioni e degli ambiti della rigenerazione che non può riguardare solo un quartiere (vedi Leuca), ma deve basarsi su una visione complessa e allargata a più parti insieme, come merita e attende un comune vasto come il nostro”.

Si dovrebbe proseguire poi con “una revisione delle previsioni contenute nel documento programmatico preliminare all'interno del quale il Parco delle Marine è meramente ridotto alla possibilità di piccoli aumenti e/o sostituzioni delle volumetrie delle abitazioni private in cambio di compensazioni senza alcun disegno urbanistico pubblico,  in netto contrasto, tra l’altro, con quanto chiedono a gran voce le comunità residenti”.

C’è ancora tempo per rimediare, conclude l’architetto, a patto che si voglia intervenire con scelte strategiche e armoniche con gli indirizzi regionali nel nuovo Piano urbanistico generale di cui la città di Lecce si deve dotare.

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