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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Pankiewicz insiste: "Cocaina a Palazzo? Fuori i nomi"

L'esponente di opposizione invita Perrone a convocare il consiglio comunale per chiedere alla magistratura di confermare o smentire il coinvolgimento di alcuni amministratori in qualità di assuntori

LECCE - Non accenna a placarsi la polemica intorno alle indiscrezioni che vorrebbero politici locali coinvolti, come assuntori di cocaina, nelle intercettazioni dell'operazione Augusta (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=30358). Perché, se non sono penalmente rilevanti, dal punto di vista politico la prospettiva è diversa. Almeno quella di Wojtek Pankiewicz, consigliere comunale dell'Udc - Centro moderato, che torna a pressare il sindaco Paolo Perrone: discussione in consiglio comunale ed analisi contestuale di tutti gli amministratori presso la stessa struttura.

Il primo nodo, quello del dibattito, lo si sarebbe dovuto sciogliere nell'assise cittadina di martedì pomeriggio, ma gli impegni istituzionali del primo cittadino hanno fatto saltare il confronto in sala consiliare (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=30370). E da Palazzo Carafa vuole ripartire l'esponente di opposizione: "In consiglio - scrive Pankiewicz - si dovrà deliberare all'unanimità di chiedere, in nome del principio di leale collaborazione tra istituzioni, al Prefetto e ai magistrati di confermare o smentire la presenza tra gli assuntori di cocaina di amministratori del Comune di Lecce e, in caso affermativo, di fornire i nomi, in modo che costoro, in nome di un'etica pubblica che non può consentire che persone poco lucide per l'assunzione di droga e ricattabili dai fornitori della stessa, si occupino dei problemi dei cittadini, possano dimettersi o essere dimissionati".

Il consigliere - che rifiuta categoricamente l'obiezione che si tratti solo di gossip politico strumentale - non sembra poi convinto fino in fondo dalla tempistica dell'invito rivolto pubblicamente da Perrone ai suoi di effettuare l'esame tricologico, quello ritenuto scientificamente ineludibile. O meglio, spiega Pankiewicz, "quando si trattò di fare quello delle urine, presso il Sert, alla presenza della responsabile del laboratorio di tossicologia, la dottoressa Laura Pinto e di altri pubblici ufficiali della Asl, contattati dal presidente Pisanò, io e pochissimi altri ci presentammo. Bene, ora quello tricologico facciamolo finalmente tutti e con uguale serietà. Cioè, non in questo modo casareccio".

Perrone, sulla sua bacheca di Facebook, ha voluto esternare il suo pensiero sulla questione: "Penso di aver sempre fatto fronte al mio dovere di sindaco, affrontando e risolvendo i problemi della mia città, la cui paternità, in buona parte, è attribuibile alla gestione di coloro che mi hanno preceduto. Gli stessi che adesso ritengono più congeniale alzare polveroni strumentali come quelli sul presunto utilizzo di cocaina da parte di amministratori comunali e quelli sui test anti-droga. Da parte mia ho già provveduto a rassicurare la senatrice Poli Bortone col mio esame tricologico, e invito esponenti di maggioranza e opposizione a fare altrettanto. Detto questo per me la questione è chiusa, preferisco tornare ad affrontare i problemi della mia comunità".

Oltre una ventina i commenti di risposta. La maggior parte di sostegno incondizionato e di apprezzamento per l'operato del primo cittadino ma non mancano quelli che - in tono diretto e confidenziale come è tipico dell'interlocuzione sul social network - gli chiedono dove fosse quando era assessore e vicesindaco della giunta Poli. Una ragazza poi gli fa presente che "anche questi sono problemi della nostra comunità", riferendosi naturalmente alla questione cocaina finita su tutta le prime pagine.

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