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Pankiewicz recita Neruda: "Perrone lentamente muore..."

E il candidato del Centro moderato attacca (poeticamente) l'esponente di centrodestra: "Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi..."

Poetico Wojtek Pankiewicz. Il candidato sindaco del Centro moderato, per dare l'ennesima bacchettata a Paolo Perrone, chiama in causa nientemeno che la penna di Pablo Neruda. "Una delle poesie più belle di Pablo Neruda si intitola ‘Lentamente muore'. La prima strofa dice ‘Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi...'.

"Credo che ciò si possa applicare al candidato del centrodestra Paolo Perrone - commenta sarcastico - , il quale, elettoralmente parlando, lentamente muore, perchè un giorno sì e l'altro pure va ripetendo le stesse vili menzogne e, cioè, che il Centro moderato sarebbe solo una lista di disturbo per favorire Rotundo, quando ormai tutti hanno ben compreso che il nostro progetto politico risponde a quella grande voglia di centro, oggi tanto diffusa in Italia e in Europa e andrà avanti, al di là dell'esito di questa consultazione amministrativa, per costruire il nuovo nella politica italiana, recuperandone i veri nobili valori".

Non solo poesia, però. Perché Pankiewicz chiama in causa anche la filosofia. "Diceva Aristotele ‘in medio stat virtus' - prosegue Pankiewicz. "Così è anche in politica e i cittadini leccesi, di giorno in giorno, ci sono sempre più vicini. Perrone dimostra, dunque, ancora una volta arroganza, mancanza di rispetto e immaturità. Egli, infatti, dal punto di vista politico, è solo un bambino viziato. Nella mia vita ho sempre lottato contro gli arroganti e i presuntuosi. Mi chiedo se tale personaggio possa ritenersi idoneo a ricoprire un ruolo così importante e delicato come essere sindaco della città di Lecce".

"A proposito poi della venuta a Lecce di Fassino e Vendola - continua ancora Pankiewicz - , devo dire che Lecce non è stata mai una città di sinistra e che se vincesse Rotundo, resterebbe prigioniero delle contraddizioni della sua coalizione, così come avviene per Prodi a Roma e per Vendola a Bari, paralizzati dai perenni litigi con la sinistra radicale". Conclusione, sempre per bocca di Neruda: "Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità".

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