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Giovedì, 28 Marzo 2024
Politica

Parcelle salate. La Poli: "Che politica volgare"

Dal Consiglio provinciale la leader di Io Sud torna sulla vicenda dei compensi ad alcuni avvocati incaricati quando era sindaco. "Ora dico basta. Mi si attribuisce la responsabilità di tutto"

LECCE - "E' colpa di Pisapia", è il refrain del centrodestra a Milano. "E' colpa della Poli" sembra invece di sentire sempre più frequentemente a Palazzo Carafa. Tanto che la senatrice non ne può proprio più di vedersi attribuire dall'attuale amministrazione tutte le malefatte del Comune di Lecce e per questo ha annunciato la necessità di "tutelarsi". L'ultima imputazione ricevuta è relativa alle consulenze legali affidate a professionisti esterni durante gli anni del suo mandato di primo cittadino (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=27834).

Ma prima di questa vicenda molte altre erano state portate all'attenzione generale, soprattutto da evoluzioni di carattere giudiziario che vedono Palazzo Carafa impegnato in diversi procedimenti davanti al giudice: i palazzi di via Brenta e il filobus i principali nodi rispetto ai quali il sindaco Paolo Perrone ha sempre rimarcato una certa distanza, nonostante fosse componente della squadra di governo della senatrice, lamentando le ripercussioni che continuano ad avere, a distanza di anni, sull'azione amministrativa.

L'occasione per questo "squillo di tromba" è stato offerto alla leader di Io Sud dalla seduta del Consiglio provinciale dove il Partito democratico ha chiesto la discussione di un ordine del giorno sul contenzioso legale minore affidato da Palazo dei Celestini ad una serie di giovani professionisti esterni all'ufficio legale istituzionale. La Poli Bortone ha deciso di astenersi dalla votazione per "essere libera" di agire come meglio riterrà, una volta fatte le opportune verifiche.

Alla senatrice, che ha parlato di "volgarità politica", proprio non è andato giù vedere "sbattuti" in prima pagina i nomi di "stimati professionisti" e le cifre dei compensi ricevuti dal Comune di Lecce, quasi "si trattasse di persone alle quali è stata fatta l'elemosina". L'ordine ai consiglieri comunali di Io Sud di rintracciare tutte le determine relative alla sua gestione è già partito, per fare chiarezza e magari per aggiungere qualche elemento.

Quanto al Consiglio provinciale, i democratici - con Cosimo Durante e Loredana Capone - hanno messo in evidenza l'inopportunità di un continuo ricorso a professionalità esterne, il che comporterebbe un aggravio per le casse provinciali anziché un beneficio, soprattutto in un momento di conclamata difficoltà finanziaria rispetto alla quale il presidente Antonio Gabellone ha annunciato una politica di sacrifici e contenimento dei costi.

Per la maggioranza ha risposto il consigliere Roberto Marra, che come Loredana Capone di professione fa l'avvocato. L'esponente del centrodestra ha rimarcato gli aspetti che renderebbero assai diversa la gestione del contenzioso rispetto a quella condotta nel quindicennio targato Ria - Pellegrino: pubblicità dell'albo dei legali under 40 cui l'ente attinge per la cause "minori", il tetto massimo di 250 euro nette com compenso per singolo procedimento, la non cumulabilità oltre i tre affidamenti. Una forma di incentivazione per i professionisti più giovani, anche così Marra ha voluto etichettare la politica della Provincia.

Per nulla soddisfatti della posizione della maggioranza, gli esponenti del Pd hanno minacciato il ricorso alla Corte dei Conti, anche per quanto riguarda il contenzioso maggiore. Ma per il centrodestra non ci sarà seguito a questa vicenda, anche perché gli scheletri nell'armadio dell'attuale minoranza sarebbero ugualmente degni di controlli contabili molto accurati.

Test antidroga: voto quasi unanime del Consiglio provinciale. Marra si astiene.

Con 25 voti favorevoli e un solo astenuto (Roberto Marra), il Consiglio ha votato l'ordine del giorno di Adriana Poli Bortone che invita tutti gli amministratori a sottoporsi a test antidroga "nelle forme di garanzia previste dal servizio sanitario nazionale". La senatrice ha dunque portato anche a Palazzo dei Celestini la discussione su un tema che per settimane è stato il tormentone a Palazzo Carafa, dove tuttavia non si è ritenuto di porre in essere una votazione, anche se alcuni consiglieri, compreso il presidente dell'assise, Eugenio Pisanò, hanno già provveduto ad effettuarlo.

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