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Sabato, 20 Aprile 2024
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Parco fotovoltaico a Lecce,via libera da Palazzo Carafa

Con 23 voti a favore, 13 contrari e 5 assenti, il consiglio comunale ha dato il suo assenso alla firma dello schema di convenzione e contratto. Adesso l'iter è concluso. Le opposizioni lasciano l'aula

LECCE - Semaforo verde per il parco fotovoltaico alle porte di Lecce, sulla strada per Novoli . Il consiglio comunale ha infatti conferito al dirigente del settore urbanistica il mandato per firmare in conferenza dei servizi lo schema di convenzione e contratto relativo alla costruzione dell'impianto da 3,99 megawatt in località Masseria Mezzanotte, già approvato dallo stesso consiglio del 19 luglio 2010. La votazione odierna si è conclusa con 23 voti a favore e 13 contro. Cinque gli assenti.

L'assise di Palazzo Carafa è dunque tornata, dopo una settimana, sul punto che lunedì scorso era stato aggiornato per l'improvvisa mancanza del numero legale che la maggioranza non era stata in grado di assicurare. E' stato scritto così l'ultimo capitolo dell'iter autorizzativo per la realizzazione dell' impianto della Sunedison Apulia 12. In sede regionale infatti la conferenza dei servizi del 21 ottobre ha già dato via libera al progetto subordinando però la decisione presa alla volontà del consiglio comunale leccese. Volontà espressa questa sera.

In sede di discussione, diversi ed animati gli interventi. A parlare per primi i consiglieri delle opposizioni. Angelo Tondo, a nome di Io Sud, ha parlato senza mezzi termini di potere di condizionamento delle lobbies: "Oggi l'amministrazione comunale si assume una grande responsabilità per il futuro del nostro territorio. Il fotovoltaico non può essere invasivo del territorio. La provincia di Lecce e la regione Puglia vengono massacrate da una politica dissennata." Di logiche speculative che stanno caratterizzando il settore delle energie rinnovabili ha parlato anche Panckiewicz del Centro Moderato - Partito della Nazione.

Il consigliere Massimo Lanzilao, intervenendo a titolo personale in parziale difformità con il suo gruppo, il Pdl, ha rispedito al mittente l'accusa di subire la pressione di interessi privati. Assai forti i toni usati da Gigi Rizzo, nominato da poco consigliere ma sconfessato dall'Udc nelle cui liste si era candidato alle ultime amministrative, che ha rammentato ai consiglieri l'utilità di un progetto che porterà nelle casse comunali oltre 300mila euro.

Pellegrino, del gruppo misto, ha sfidato l'opposizione di centrosinistra: "Non ci sono interessi inconfessabili e non mi importa sentirne parlare. L'unico che mi sta a cure è quello della legalità e della trasparenza delle delibere. Imploro i colleghi dell'opposizione a fare i nomi di coloro che avrebbero interessi personali in gioco altrimenti la smettano con questa sceneggiata."

Vittorio Solero per Alleanza Nazionale, dichiarando il proprio voto favorevole, ha fatto presente che "a Bari si continua a decidere consentendo al privato di portare avanti tutti gli insediamenti cantierizzati. Tutta la procedura ha dimostrato i limiti degli enti locali in tali questioni. Se uno dei nostri obiettivi deve essere quello di rispettare i parametri di Kyoto, allora rivendico il diritto di partecipazione al tavolo interistituzionale per eventuali ristori compensativi per i danni che Cerano continua a procurarci"

Antonio Rotundo del Partito democratico ha ricordato il grande rilievo che la stampa, anche nazionale, sta attribuendo alla proliferazione dei pannelli nel Salento. "Noi siamo tutti a favore delle energie rinnovabili ma qui siamo davanti a un problema diverso. La provincia di Lecce garantisce già la percentuale più alta di produzione di energia elettrica, secondo gli stessi dati del gestore nazionale. Noi non possiamo ridurre questa assise alla ratifica di decisioni prese altrove. Abbiamo rinunciato a programmare la gestione del nostro territorio. Non vi create alibi - ha concluso rivolgendosi ai banchi della maggioranza - attribuendo al governo nazionale o regionale le responsabilità che invece voi vi state assumendo."

Per il partito di maggioranza relativa, il Pdl, ha preso la parola Antonio Carlà che ha ricordato come quando "Tondo era assessore all'urbanistica con la giunta Poli, progetti come questo nemmeno passavano dal consiglio" salvo poi precisare che, "all'epoca non era vincolante il passaggio dall'assise comunale".

Carlo Benincasa, con l'escamotage della parziale difformità, ha chiesto ed ottenuto di intervenire nonostante per il Pd lo avesse già fatto il capogruppo Rotundo. La questione posta dal consigliere di lungo corso sta tutta nelle dimensioni della società interessata dal progetto che "ha un capitale sociale di 10 mila euro a fronte di un investimento stimato in diversi milioni di euro".

Prima del voto ha preso la parola il sindaco Paolo Perrone che ha detto, con riferimento ai timori manifestati di invasività contro il territorio, che "di valenza rurale in quell'area ce n'è ben poca. Noi ci preoccupiamo di stimolare un comparto in grado di garantire investimenti produttivi. Non importa se ci sono solo 10 mila euro di capitale sociale se queste aziende dimostrano di essere all'altezza". Il primo cittadino ha poi concluso auspicando che la vice presidente della Regione, Loredana Capone, attenda il pronunciamento del consiglio prima di riunire la prossima conferenza dei servizi.

Al termine della votazione la seduta è stata sciolta per mancanza del numero legale. Le opposizioni hanno infatti abbandonato l'aula.

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