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Il ministero insiste: nessuna multa per grattino scaduto. Pericolo ricorsi a valanga

I tecnici dei Trasporti confermano un orientamento datato. Ma in molte città, come Lecce, si continua a sanzionare la fattispecie per violazione al Codice della strada. Il presidente della commissione Traffico: "Urge un provvedimento chiaro"

LECCE – Il parere del ministero delle Infrastrutture è sempre lo stesso, dal 2010 a questa parte: la sanzione comminata per il grattino del parcheggio scaduto è illegittima, perché nella fattispecie si configura una violazione contrattuale e non un illecito amministrativo secondo il Codice della strada.

Ma forse perché nell’ultima circostanza a richiederlo è stato il Comune di Milano, il parere dei tecnici ha fatto il giro delle redazioni assurgendo agli onori della cronaca. E le associazioni dei consumatori già preparano la controffensiva contro quella che ritengono una vera e propria vessazione: l’ammontare minimo della multa è di 25 euro. Meno di quanto costa il ricordo al Giudice di pace, ma molto di più dell’ammontare della somma evasa.

Questa vicenda si interseca – almeno a Lecce - con quella dell’avviso bonario, quel foglietto lasciato sul parabrezza che invitava il conducente la cui sosta si era protratta oltre l’orario indicato sul grattino a versare una somma di 5 o 10 euro entro le successive 24 ore. Nell’ottobre del 2012, dopo un’accesa discussione e una selva di pareri, la maggioranza consiliare al Comune di Lecce decise di abolirlo. Da quel momento via libera alle multe, nonostante le sigle a tutela dei cittadini abbiano mosso ripetute obiezioni proprio richiamandosi a questo parere.

Della questione si tornerà a parlare a Palazzo Carafa lunedì prossimo, giorno in cui il presidente della commissione Traffico, Giuseppe Ripa, ha convocato una seduta sul tema. Il consigliere comunale, già assessore al Traffico negli anni passati, ha chiesto più volte all’amministrazione l’adozione di un provvedimento per evitare l’emissione degli  “assurdi balzelli senza ottenere adeguate risposte”, ma anche in autotutela, considerata l'ondata di ricorsi pronta a riversarsi sulle sabbie mobili delle casse comunali. L'ipotesi più plausibile porta ad un regolamento, concordato tra il Comune e Sgm, società che gestisce la sosta a tariffazione.

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