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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Consigliere comunale, ma non più senatore accademico: incompatibilità per Mazzotta

Eletto prima nell'organo d'ateneo e poi in consiglio comunale, il giovane esponente politico di Grande Lecce è stato dichiarato decaduto con decreto rettorale. Le perplessità dell'interessato, la solidarietà di Marti

 

LECCE -  Eletto prima senatore accademico con 558 voti e poi consigliere comunale con 539 nella lista “Grande Lecce”, civica a sostegno del sindaco Paolo Perrone, Paride Mazzotta – che è anche vice presidente del consiglio comunale – è stato “messo alla porta” dell’ateneo con un decreto rettorale che ha stabilito l’incompatibilità tra le due cariche.

Ne ha dato notizia lo stesso interessato dicendosi molto rammaricato per le circostanze che hanno reso - a suo dire – poco chiara la decisione vergata dal massimo rappresentante dell’Università del Salento, Domenico Laforgia. Mazzotta, in una nota, ha ripercorso l’iter della vicenda: dalla comunicazione ricevuta a luglio dal funzionario amministrativo Antonio Bax sulla configurazione dell’incompatibilità ai sensi della legge 240 del 2010 all’imbarazzante uscita di scena cui sarebbe stato costretto – davanti a tutti i presenti - il 10 settembre all’inizio della commissione Bilancio, quando gli è stato fatto presente che una mail speditagli quella stessa mattina ufficializzava la decadenza, effettiva sin dal 6 di settembre.

Nell’arco di tempo in questione Mazzotta sostiene di aver fatto valere le sue ragioni: ai rilievi di Bax, ricorda, “ho risposto che in base allo Statuto dell’Università del Salento la predetta incompatibilità era stata prevista solo con riferimento al personale tecnico-amministrativo e a quello docente, senza alcun riferimento agli studenti eletti in Senato. Del resto, è evidente che il condizionamento politico di uno studente che siede in Senato accademico è risibile in termini di potere esercitabile. Ho partecipato al Senato di luglio, nonostante la comunicazione del dottor Bax, e nulla mi è stato eccepito”.

Una doccia fredda dunque per il giovane esponente politico che, dopo aver ribadito di non ritenersi in conflitto con le norme statutarie, ha voluto esternare un dubbio dal sapore polemico: “Concludo con una riflessione: non vorrei che l'evidente ostracismo verso i docenti e tutta la facoltà di giurisprudenza, manifestato a più riprese in sede di Senato accademico, possa questa volta aver investito anche un suo studente”.

A sostegno di Mazzotta arriva la presa di posizione di Roberto Marti, consigliere regionale e regista politico della lista “Grande Lecce” che introduce, con il suo commento, un altro elemento informativo: “Da quanto mi risulta, Paride avrebbe avuto soltanto una settimana per sciogliere le riserve sull'opzione da prediligere (a partire dalla comunicazione di luglio, ndr). Mi chiedo: secondo quali norme e da chi è stata stabilita questa tempistica? Per di più, il consigliere Mazzotta si sarebbe riservato dal rispondere in attesa di chiarimenti in merito allo Statuto che, fino a prova contraria, non riporterebbe alcun riferimento sull'incompatibilità tra la carica di senatore accademico rivestita da un rappresentante eletto tra gli studenti e quella di consigliere comunale”.

“Mi auguro che l’amministrazione universitaria e gli organi preposti possano fornire le dovute spiegazioni in merito alle norme di riferimento di questo provvedimento. Nel frattempo, mi associo al dispiacere di Paride, che ha assicurato proseguirà con il suo impegno all’università, nonostante non sia più un senatore accademico, proprio in virtù di quelle 558 preferenze che confidavano nella sua attività".

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