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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

M5S sul fronte della Regionale 8, l’unica soluzione è una “strada parco”

I quattro neo parlamentari salentini del Movimento Cinque Stelle intervengono a sostegno del fronte ambientalista che chiede la messa in sicurezza dell'attuale tracciato senza stravolgimenti, giudicati inutili e dannosi

LECCE – I parlamentari salentini del Movimento Cinque Stelle chiedono al presidente della Regione, Nichi Vendola, di intervenire nella questione della strada regionale 8, che dalla tangenziale di Lecce porterà alle marine di Melendugno attraverso l’ampliamento del tracciato esistente, ma anche con la costruzione di tratti ex novo.

Per gli eletti del M5S l’unica strada da seguire è quella di una “strada parco” che consenta, da una parte, di garantire l’apertura del cantiere, salvaguardando il lavoro di centinaia di operai, dall’altro di rispettare le peculiarità paesaggistiche che invece rischiano di essere violentante qualora si dovesse dar seguito al progetto di strada a quattro corsie.

Certamente sovradimensionato, secondo Maurizio Buccarella, Barbara Lezzi, Diego De Lorenzis e Daniela Donno che rappresenteranno il Salento nella legislatura che partirà il 15 marzo.  L’avvenuta consegna dei lavori ha, del resto, alzato il livello dello scontro. Se non si contano le manifestazioni dei lavoratori seriamente preoccupati che il cantiere rimanesse sulla carta, è anche vero che, sull’altro fronte, oltre agli ambientalisti si sono mobilitate anche alcune aziende e i proprietari di fondi interessati dal passaggio dell’arteria.

Secondo il M5S La Strada Regionale 8, rappresenta “l’apoteosi dell’ affaire strade inutili ridondanti e sovradimensionate, che sta sconvolgendo il Salento, devastando le sue economie e svuotando le casse dello Stato e le tasche dei cittadini. Si contesta, nello specifico, anche la tempistica dell’apertura del cantiere che avviene proprio alla vigilia dell’entrato in vigore del Piano paesaggistico territoriale pugliese per il quale, il progetto così com’è, non sarebbe fattibile.

“Un modus operandi sclerotizzato che ha visto la scandalosa utilizzazione, come quasi scudi umani, nel solito vile stratagemma del ricatto occupazionale, di forze lavorative vincolate a questi vecchi progetti che sono espressione di un vecchio modello di sviluppo generatore della nostra attuale crisi, e che ha ormai mostrato tutti i suoi limiti, la sua insostenibilità, e la sua profonda mostruosità; non fosse altro perché il perpetuarsi delle logiche sottese di questo falso-sviluppo, prevede la completa cancellazione del territorio, opera inutile dopo opera inutile, la totale cancellazione sotto l’asfalto ed il cemento del prezioso suolo e dei nostri paesaggi”.

“Si chiede a gran voce che si metta in sicurezza l’attuale tracciato già ampio e scorrevole, senza  il consumo del suolo richiesto dalla quattro corsie e due complanari. Di realizzare il percorso ciclabile previsto dalla normativa nazionale, abbinato ad un’azione di rinaturalizzazione e valorizzazione del paesaggio agrario circostante caratterizzato dall’ architettura dei muretti a secco. La strada, con tutte le sue rifiniture, deve essere realizzata nella filosofia della strada parco e dell’ ingegneria naturalistica”.

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