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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Taglio ai trasporti: Pasqualini replica a Ripa e attacca la Regione

Per l'assessore alla Mobilità il governo regionale non è stato coerente con i suoi stessi propositi: Lecce avrebbe bisogno di più servizi minimi. E rivolgendosi al suo predecessore: "Ci vorrebbe un minimo di onestà intellettuale"

LECCE – Dopo l’acceso epilogo della discussione in commissione Traffico sui tagli alle corse dei bus di Sgm, l’assessore Luca Pasqualini “esercita” il diritto di replica. Naturalmente il taglio di 350mila chilometri di percorrenza, in vigore dal primo gennaio, è una brutta gatta da pelare ed assumersene la paternità non è certo cosa che si fa a cuor leggero. I residenti in periferia che si servono per necessità o per scelta del trasporto pubblico hanno più di un motivo per lamentarsi della dilatazione dei tempi di percorrenza e della minore frequenza dei passaggi. Il Comune di Lecce risparmierà circa 600mila euro e di fatto il servizio funziona interamente con il finanziamento della Regione Puglia.

“E’ importante ricordare innanzitutto – inizia il ragionamento di Pasqualini - che a dicembre 2009 la Regione Puglia elaborò una proposta di piano dei servizi minimi per gli enti locali che stabilì esplicitamente due fattori decisivi: sia il fatto che Lecce fosse sottodimensionata quanto a servizi minimi in relazione a tutti i parametri (della popolazione, della densità abitativa e degli addetti alle unità locali delle imprese), sia la necessità di dotare Lecce di un monte chilometri di 600 mila all’anno per lo start up del filobus. Ma è ancora più importante ricordare che ad aprile 2010 la Regione approvò un piano triennale dei servizi in cui alla necessità non venne dato adeguato seguito e quindi alcun finanziamento. Come dire che Lecce è sotto dotata di servizi, ma la cosa resta solo sul piano dei principi”.

Ma il bersaglio delle considerazioni di Pasqualini non è solo il “baricentrismo” delle scelte regionali, ma comprende anche il suo predecessore come responsabile della Mobilità di Palazzo Carafa: “Ad ottobre 2010 la giunta comunale leccese, su proposta dell'allora assessore al ramo Giuseppe Ripa, deliberò (con decorrenza dal gennaio 2011), un taglio di 200 mila chilometri annui, supportando la scelta con legittimo ragionamento sulla difficoltà degli enti locali di sostenere il trasporto pubblico. Mi pare evidente che occorra un minimo di onestà intellettuale da parte di tutti, visto che le scelte che il sindaco e la giunta compiono, sono sempre nell’interesse dei cittadini. Mi rendo conto che il taglio di qualche linea incide sensibilmente sulla vita dei cittadini interessati e che per questo merita forse un ragionamento ulteriore da parte nostra”.

Ripa risponde a stretto giro di posta: "L'amministrazione non può accrescere i disagi dei leccesi".

"E' increscioso dover far notare all'onestà intellettuale dell'assessore Pasqualini che la linea 35 che serviva la periferia a nord di Lecce fu da me istituita nel 2011 venendo incontro alle richieste dei tanti cittadini leccesi. I tagli adottati dalla giunta comunale di Lecce sulle linee urbane nel 2010, furono adottati in un contesto economico locale completamente differente e meno grave di quello attuale, tant'è che non sortirono particolari proteste".

"L 'assessore Pasqualini - insiste Ripa - ascolti le voci che giungono in queste ore da tutti gli ambienti cittadini, nello sforzo di fargli capire che in un momento in cui le persone non usano più la macchina perché non hanno i soldi per il carburante, un'amministrazione non può ridurre il trasporto pubblico contribuendo ad aumentare i disagi di tanta gente. Lo fanno notare le parrocchie, le associazioni di consumatori, le tante persone per strada, la sensibilità di tanti colleghi consiglieri intervenuti sul tema in questi giorni, ma evidentemente risulta difficile che sia compreso da chi amministra".

Il Partito Democratico: "E' la logica di sempre, far cassa sulle spalle dei cittadini".

Sulla questione interviene con una nota anche il gruppo consiliare del Partito democratico che tira in ballo l’indiscrezione, poi smentita dalla stessa Sgm, che sia allo studio l’allargamento dei parcheggi a pagamento a nuove aree della città: “La decisione spetta al consiglio comunale, massima espressione della volontà popolare, a cui compete valutare l’incidenza di tali misure sulla nostra città in un momento di crisi drammatica quale quella che stiamo attraversando”.

“Si tratta, infatti – proseguono i democratici -, di decisioni che incidono in maniera devastante sulla parte più debole ed indifesa della popolazione e che colpiscono duramente soprattutto le famiglie che vivono nelle periferie cittadine, a partire dalla zona 167, Giorgilorio, Villa Convento, le marine, destinate a pagare i costi sociali più alti in termini di disservizi e di peggioramento della qualità della vita”.

“La logica aberrante che è alla base di tali scelte – concludono Foresio, Rotundo, Torricelli e Signore - è quella di sempre, quella cioè di fare cassa a danno dei contribuenti onesti, come è avvenuto di recente con l’eliminazione dell’avviso bonario, l’aumento degli estimi catastali, la botta dell’Imu, tutte misure che si sono tradotte in una crescita esponenziale della pressione fiscale, divenuta ormai insostenibile per le famiglie e le imprese della nostra città”.  

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