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Centro storico, overdose di pass: da maggio ancora senza regolamento

La commissione Traffico dura solo una ventina di minuti. Il dirigente di settore, convocato, si fa attendere invano. Il presidente Ripa: "Per rispetto verso tutti bisogna presentarsi". E l'emorragia di permessi denunciata a maggio resta senza rimedio

LECCE - La vicenda dei pass per l'accesso con le auto al centro storico è tornata sui banchi di Palazzo Carafa. La commissione Traffico è stata però aggiornata a lunedì prossimo: dopo una ventina di minuti dall'inizio, infatti, per l'assenza del responsabile del settore Mobilità, Maurizio Guido, la seduta è stata dichiarata chiusa. Il presidente dell'organo consiliare, Giuseppe Ripa, si è lamentato, a verbale, di quella che sarebbe un'abitudine piuttosto diffusa tra assessori e dirigenti: disertare le sedute senza preavviso, pur in presenza di convocazione ufficiale. Come avvenuto in questo caso.

Il 13 maggio scorso fu proprio Guido, che da poco aveva preso il posto di Sergio Aversa, a portare i dati esistenti in commissione Controllo (presidente Antonio Rotundo): ben 12079 le vetrofanie concesse negli anni (dal 1999) oltre a 678 autorizzazioni concesse, ad esempio, a portatori di handicap o personale medico. Tra i beneficiari del pass che apre tutte le porte del cuore della città risultavano strutture alberghiere (611), giornalisti e operatori dell'informazione (322), studi professionali (452) e, naturalmente consiglieri e assessori (325 anche se in "servizio" ce ne sono 43). Troppi, anche a non volerlo vedere. Il tema dei pass per la Ztl fu inquadrato nel più generale dibattito sulla pedonalizzazione del centro storico, anche ai fini di una fruizione turistica libera dallo smog e dai parcheggi improvvisati. Il massiccio afflusso di turisti nei mesi di luglio e, soprattutto di agosto, ha di fatto fornito ulteriori argomentazioni a favore di chi sostiene che un'isola pedonale, con i dovuti salvacondotti per i residenti, possa essere la soluzione più auspicabile.

In quella seduta di maggio anche il comandante della polizia municipale, Donato Zacheo, fornì elementi fondamentali per la discussione: solo nelle ultime settimane i suoi agenti avevano scoperto, infatti, un numero preoccupante di permessi falsi o manipolati. Quanto bastava, insomma, per dipanare una matassa che dal 1999 in poi è andata aggrovigliandosi a colpi di ordinanze, a partire dalla prima, piuttosto articolata. E, infatti, l'impegno assunto in quei giorni dall'amministrazione fu di demandare all'ufficio Mobilità la stesura di una nuova cornice di regole che facessero piazza pulita della situazione piuttosto anarchica venutasi a creare fino a quel momento. Intanto, disse Guido, si sarebbe proceduto all'incrocio dei dati - residenza e targa - per verificare situazioni anomale.

Un lavoro possibile in tempi relativamente brevi, ha ribadito oggi Giuseppe Ripa, dal momento che a lui - assessore alla Mobilità nella precedente consiliatura - risulta che nel 2009 si procedette ad un sostanzioso aggiornamento dei permessi, riducendoli a circa 8mila, nell'ambito di un progetto obiettivo dell'ufficio Mobilità. L'entrata in funzione delle telecamere ai varchi della zona antica della città, a fine aprile del 2010, impose, infatti, una verifica della situazione esistente. Non si può fare a meno di constatare - a questo punto - che esiste una certa incongruenza tra i dati di Guido e le cifre ricordate oggi da Ripa a meno che, dopo la "dieta" del 2009, non si sia proceduto ad ulteriori concessioni a maglia larga, tanto da portare il numero complessivo a quello citato dal dirigente e magari ancora oltre.

Oggi i consiglieri, da qualche giorno rientrati dalle ferie estive, contavano di discutere la bozza per poi portarla in consiglio comunale. Ma i tempi, per come sono andate le cose, si allungheranno di almeno una settimana. E nel centro storico, tutto resta come prima.

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