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Pass auto per il centro storico: nuovo “mistero” a Palazzo Carafa

In commissione Controllo mancano i dati dei permessi validi nella Ztl e la seduta viene aggiornata. Dopo la lunga querelle sui tagliandi per la sosta gratuita sulle strisce blu, si apre un altro capitolo tutto da approfondire, partendo dai numeri reali

LECCE – A Palazzo Carafa esiste una prassi consolidata che consiste nell’aggiornare le sedute di commissione per mancanza di dati ufficiali sui quali costruire il dibattito dei consiglieri. E’ accaduto anche oggi in seno alla commissione Controllo – presidente Antonio Rotundo – che aveva convocato i componenti, più il dirigente di settore Maurizio Guido, per affrontare la questione dei pass di accesso (e implicitamente di sosta) della auto alle zone a traffico limitato.

Dopo aver faticosamente regolato il tema dei permessi di sosta gratuiti sulle strisce blu – non più validi, ma ancora esposti su qualche vettura che capita di notare nei dintorni del Comune di Lecce – potrebbe essere scoperchiato un altro vaso di Pandora nell’ambito dell’inflazionato tema Casta & Privilegi (e non privilegi della casta, perché sarebbe riduttivo).

L’unico punto fermo è un’ordinanza del 1999 che individua le diverse tipologie di tagliando: ci sono quelli per i residenti, divisi in zone contraddistinte da lettere, poi quelli bianchi – in dotazione ad esempio ai consiglieri, ma non solo – che rappresentano il top della comodità perché rendono possibile l’accesso a tutto il centro storico e infine quelli momentanei, riconoscibili perché redatti su carta semplice e collegati ad un numero di protocollo, che vengono riconosciuti per esigenze contingenti, per esempio ai turisti alloggiati in strutture ricettive o a chi ne fa richiesta per lavoro.

Quanti sono in tutto? Chi ne ha usufruito ha ancora i titoli per goderne? A queste domande, forse, si potranno avere le prime risposte lunedì prossimo, quando la commissione Controllo riprenderà il dibattito. Il tema, in realtà, non giunge sui tavoli di Palazzo Carafa all’improvviso: risalgono ad anni addietro le prime richieste, per esempio quelle di Antonio Torricelli del Pd, e più recentemente rilanciate da Carlo Salvemini. Eppure quando si parla di traffico e mobilità ci vuole uno sforzo “sovrumano” per avere qualche numero su cui ragionare. Nell’era della digitalizzazione anche dei respiri, sapere quanti sono i pass per la Ztl dovrebbe essere una questione risolvibile in una mezz’ora: il tempo di un paio di clik e di stampare gli elenchi.

La vicenda ha dei risvolti che vanno dal buon senso alla vivibilità della parte antica della città passando per la fruibilità in chiave turistica: non a caso, quando a metà degli anni ’90 la giunta di Stefano Salvemini iniziò a pedonalizzare il centro, successe il finimondo. In questi quindici anni circa trascorsi da quella intelligente intuizione sono accadute alcune cose: l’afflusso di turisti è costantemente aumentato, si sono moltiplicate le attività di ristorazione e quelle di accoglienza, sono state concesse autorizzazioni a chi, pur non residente, lavora in centro ma non si sa come mai pretende di arrivare in ufficio in auto e magari dopo 22 quando entrano in funzione le videocamere ai varchi d’acceso.

fotosistemate2-2Alle auto dei residenti, con queste modalità, si sono aggiunte quelle legate a tutto questo via vai di persone. Finisce così che un disabile – sono molti gli anziani che vivono in centro - incontri problemi enormi nel trovare un posto auto e che i residenti in genere sudino le proverbiali sette camicie per avvicinarsi alle proprie abitazioni. Esiste cioè, nel centro storico, un problema di saturazione. E bisognerà scontentare qualcuno per mettere un poco di ordine nella casbah. Anche perché a vedere auto che espongono chi la paletta metallica “Giornalista” che non dà alcun diritto particolare a chi la detiene, chi la fotocopia di un permesso viene il dubbio che la situazione, nel migliore dei casi, sia sfuggita di mano.

In attesa di un poco di ordine, i rappresentati politici potrebbero avviare la decongestione del centro cittadino: quale esempio migliore per incentivare il trasporto pubblico dei consiglieri e degli assessori che si recano al “lavoro” usando i mezzi pubblici o le bici? Quelli che lo fanno sono così pochi che sembrano degli alieni. Nei giorni in cui il neo premier si reca al Quirinale con la sua utilitaria, in cui il nuovo ministro della Cultura, il leccese di nascita Massimo Bray va a prestare giuramento sulla sua Panda rossa fiammante, in cui la responsabile degli Esteri, Emma Bonino raggiunge i colleghi del governo a piedi, un piccolo sforzo in questo “paesotto” che si chiama Lecce è legittimo attenderselo.

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