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Pasticcio bando case popolari, Inguscio si dimette

Questa mattina,dopo un faccia a faccia con il sindaco, l'assessore ha rimesso la delega. Il Pd parla di consenso costruito sui bisogni dei cittadini. Ma anche nella maggioranza i malumori erano troppi

LECCE - L'assessore alle Politiche abitative e all'Edilizia residenziale pubblica del Comune di Lecce, Lucio Inguscio, ha rassegnato le dimissioni nelle mani del sindaco Paolo Perrone.

La remissione della delega è avvenuta poco dopo la conclusione della conferenza stampa nella quale il Partito democratico aveva chiesto all'esponente della giunta di fare un passo indietro o, se ciò non fosse avvenuto, al primo cittadino di assumersi le responsabilità politiche del caso.

Perrone ha accettato le dimissioni (la delega resta dunque sospesa), ha parlato di una leggerezza gestita maldestramente ma ha assicurato di credere alla buona fede del suo assessore, oramai ex.

Le dimissioni di Inguscio già ieri sera (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=25566) apparivano come l'epilogo più probabile. La notizia dell'incontro informale e in sede non istituzionale convocato per ieri via sms allo scopo di discutere della prossima uscita del bando per l'assegnazione delle case popolari, aveva infatti provocati forti reazioni tanto nell'opposizione quanto in settori della maggioranza.

Il Pd: "Sul bisogno si è costruito un meccanismo di natura elettorale e clientelare"

Così Antonio Rotundo ha aperto la conferenza stampa convocata dal gruppo consiliare del Partito democratico a Palazzo Carafa. Un incontro che, sebbene sia stato nei fatti superato dalle contestuali dimissioni di Inguscio, ha consentito ai rappresentanti della minoranza di analizzare la gestione delle politiche abitative comunale e di richiamare la giunta, come ha fatto Paola Povero, al senso della legalità.

Carlo Benincasa ha definito la questione dell'assegnazione delle case come la "vicenda meno trasparente della vita amministrativa". Non è un caso, ha fatto presente il consigliere di minoranza, che nelle tre giunte di centrodestra che si sono susseguite, gli assessori con delega alla casa - Totò Bianco, Giuseppe Ripa e Roberto Marti - siano sempre stati fra i più votati in assoluto.

"In città - ha spiegato Benincasa - ci sono 5 mila alloggi popolari, molti dei quali subaffittati oppure occupati, mentre nelle case parcheggio di proprietà del Comune si entra in base a criteri discrezionali. E per il solo fatto di essere assegnatario, si hanno sette punti per la graduatoria definitiva".

Gianni Colucci ha ripercorso alcuni passaggi per denunciare l'estrema lentezza dell'amministrazione rispetto alla pubblicazione del bando che la città attende dal 1999 e che è stato finalmente deliberato - con esecutività immediata - nella seduta del 30 novembre. Sono trascorsi due mesi e di questo bando non si ha alcuna pubblicazione ufficiale.

"Già nel 2007 ho chiesto con una mozione le ragioni del ritardo e l'assessore Marti, tramite l'architetto Maniglio, mi fece sapere che non c'era disponibilità di alloggi. Nel dicembre appena trascorso ho presentato un'interpellanza urgente, naturalmente senza ricevere alcuna risposta".

Anche nella maggioranza troppi malumori. Dimissioni inevitabili

Nei minuti frenetici intercorsi tra la fine della conferenza del Pd e l'annuncio delle dimissioni di Inguscio, nei corridoi di Palazzo Carafa si vociferava che per il consiglio in programma di domani fosse già pronto un ordine del giorno, promosso da un consigliere di centrodestra, per chiedere la sfiducia dell'assessore. Cosa che, comunque, avrebbe fatto il Pd.

Una così rapida soluzione politica è stata favorita senza dubbio anche dai profondi malumori affiorati nella maggioranza già ieri, quando si diffondeva la notizia dell'incontro convocato via sms. Antonio Pellegrino, già del Pdl e attualmente nel gruppo misto, ha atteso la fine della conferenza della minoranza per leggere un comunicato preparato in mattinata.

"Se è vero per come riportato dagli organi di stampa ritengo l'atto dell'assessore Inguscio poco responsabile, con il quale segnalando ad un gruppo mirato di cittadini leccesi,amici e parenti l'imminenza di un bando pubblico per l'assegnazione di alloggi senza attendere la pubblicazione del bando medesimo, ha travalicato i limiti delle proprie attribuzioni, frustrando le funzioni dell'assessore comunale che agisce per delega del sindaco e delegittimando in modo definitivo il suo ruolo".

Anche le parole del sindaco, pronunciate a margine della comunicazione delle dimissioni, hanno fatto intendere che non c'era altra soluzione da seguire, fatta salva la buona fede dell'ex assessore: "Ho improntato l'attività dell'amministrazione al rigore e alla pulizia, per cui è evidente che, se abbiamo fatto battaglie su via Brenta, sul filobus, sui Boc, iniziative di questo tipo non possono scivolare come se nulla fosse accaduto". Una leggerezza - ha aggiunto Perrone - che "diventa una cosa grave per l'argomento in questione".

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