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Pd contro Mellone: è battaglia sul riuso dei reflui fognari depurati

L'amministrazione di Nardò ha approvato la delibera "scarico zero", ma il gruppo consiliare di minoranza polemizza: "Scarico nella marina di Torre Inserraglio"

NARDO – Al termine di un lungo dibattito in Consiglio Comunale, ieri pomeriggio, 10 aprile, l’amministrazione di Nardò ha approvato a maggioranza di voti la delibera “scarico zero”, dando il via libera al progetto di fattibilità, targato Aqp, volto al riuso dei reflui fognari (adeguatamente trattati) provenienti dai depuratori di Nardò e Porto Cesareo.

I voti contrari appartengono tutti alla minoranza del Partito democratico che oggi ha già assunto un tono polemico sulla controversa questione. “Hanno bocciato la nostra proposta di eliminare dall'oggetto della delibera la dicitura "scarico zero", facendo apparire una realtà distorta rispetto a quella contenuta nella delibera che hanno approvato – scrive il consigliere d’opposizione Lorenzo Siciliano - . Questo nuovo progetto di fattibilità, di cui non si conoscono i tempi e i modi di approvazione, i tempi e i modi di mutamento in attuativo, prevede lo scarico a mare nel medesimo punto di costa in cui è presente oggi, ovvero nella marina di Torre Inserraglio. Dicono che in mare ci andrà l'acqua piovana, per mascherare la gravità di uno scarico in battigia, sotto costa, che resterà lì grazie all'amministrazione di Pippi Mellone e ai suoi 19 sodali che ormai prontamente votano favorevolmente ciò che viene proposto dal sindaco”.

Il gruppo consiliare del Partito Democratico ha motivato così la sua posizione contraria: “In primis abbiamo ribadito come lo stesso progetto sarebbe dovuto essere in linea alla normativa vigente, italiana ed europea,, tenendo conto delle eventuali manifestazioni d'interesse di Arif e consorzio di bonifica. Avrebbe dovuto tenere conto della modifica del Piano di tutela delle acque (ad oggi non avvenuta), della deroga da parte del ministero dell'Ambiente e del decreto legge "Sud", convertito in legge numero 18 del 2017. Condizioni a cui il progetto non guarda con attenzione”.

“Ecco, io penso che quando si discute e si adottano dei provvedimenti straordinariamente importanti per un territorio si debba tener conto della concretezza e non delle buone speranze. Specie se queste sono riposte nella Regione Puglia e nel presidente Emiliano – ha proseguito Siciliano -. Qui, invece, c'è molta speranza e assai poca concretezza. Hanno parlato del tradimento di 3 mila e 500 firme per il referendum, quando sono stati loro i primi a tradire la volontà di quelle persone, accettando il collettamento della fogna di Porto Cesareo, contro il quale hanno sbraitato lungamente, salvo poi accoglierlo favorevolmente una volta al potere”. 

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