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Pd e Progetto Città: “Battaglia per trasparenza, no a Lupiae feudo dei partiti”

Dopo le sollecitazioni e il confronto a muso duro invocato da Puglia Popolare sul nodo della società dei servizi non si è fatta attendere la replica di Rotundo e del segretario cittadino dei Dem e quasi in contemporanea quella di Patti, Giannotta e Mignone

LECCE - All’interrogativo e al confronto schietto e senza fronzoli evocato nelle scorse ore da Puglia Popolare, all’indirizzo dei colleghi della maggioranza del Pd e di Progetto Città incalzanti anche in consiglio comunale sul nodo delle assunzione nella Lupiae Servizi, giungono, a stretto giro di posta, le nuove prese di posizione degli “insoddisfatti”.

“Il Pd è la principale forza della maggioranza ed il vincolo a cui ci sentiamo fortemente legati è il programma sottoposto agli elettori a cui abbiamo promesso politiche di cambiamento e la città di tutti e sono questi gli obiettivi per i quali  continueremo ad impegnarci, con buona pace dei Mazzei di turno”, sgombera il campo il Pd leccese nella chiosa finale della nota congiunta a firma del segretario cittadino Maurizio Deta e del capogruppo a Palazzo Carafa, Antonio Rotundo.

Quasi in contemporanea non si è fatta attendere nemmeno la replica dei referenti cittadini di Progetto Città, Pierpaolo Patti, Marco Giannotta e Carlo Mignone che non hanno accolto di buon grado i richiami dei centristi e rivendicato la loro battaglia in nome e per conto della trasparenza e del cambio di passo nella gestione della società interamente partecipata del Comune.     

Il chiarimento del Pd

Alle sollecitazioni di Mazzei e compagni i referenti dei Dem rammentano che “il salvataggio della Lupiae si fonda su due elementi: il primo è rappresentato dal sacrificio dei lavoratori  costretti al taglio consistente del proprio salario e l'altro dal forte impegno economico del socio unico della società, il Comune di Lecce”.

Il riferimento è principalmente alle risorse accordate dal Comune di Lecce che ha impegnato, per il salvataggio della Lupiae, somme consistenti, pari a 3milioni e 846mila euro all'anno, per un totale di circa 42 milioni di euro in cinque anni, per i servizi pubblici forniti, con un ulteriore apporto di 1milion e 850mila euro, tutte risorse a carico del bilancio comunale.

“Si tratta di soldi pubblici che configurano uno sforzo senza precedenti con l'obiettivo di evitare il fallimento e aprire una fase nuova della società” chiariscono all’unisono Deta e Rotundo, “ma questo impegno così ingente della città ad avviso del Pd richiedeva, e richiede, la necessità di una radicale discontinuità rispetto al passato e la necessità di gestire la Lupiae nel segno della trasparenza. Per queste ragioni la parola d'ordine del Pd è stata: fuori i partiti dalla gestione della  Lupiae, nomine sulla base di curriculum con competenze specifiche”.

“La Lupiae non è, né diventerà il feudo dei partiti” incalzano i referenti Dem, “e vogliamo dire alla città che da parte del Pd l'impegno a tutela dei contribuenti della nostra città sarà un impegno costante e puntuale. A fine anno sono in scadenza 24 lavoratori, e lo vogliamo ribadire: le modalità di selezione da parte delle società interinali non assicurano né la pubblicità, né la trasparenza, né la imparzialità e neppure la economicità. Requisiti per noi essenziali a tutela di tutti coloro che cercano un posto di lavoro. La strada per noi deve essere quella della richiesta numerica al centro per  l'impiego,  dove tutti coloro che cercano una possibilità di lavoro hanno le stesse opportunità perché le procedure sono pubbliche ed i criteri sono oggettivi”.

La reazione di Progetto Città

“La reazione così piccata da parte di Puglia Popolare per mezzo del suo coordinatore provinciale e del suo unico consigliere comunale è la dimostrazione che il pericolo di confusione tra la politica e la gestione della Lupiae Servizi è tutt’altro che scampato” replicano con puntiglio i referenti cittadini di Progetto Città, “eppure dovrebbe esser chiaro a tutti che proprio questa confusione ha cagionato gravi danni alla partecipata ed ai suoi dipendenti nell’ultimo ventennio. Tanto ci era chiaro che, in campagna elettorale abbiamo più volte ripetuto che i partiti dovessero essere fuori dalla Lupiae”.

Grazie alla procedura concordataria da Progetto Città rammentano che “per il momento era stato ottenuto, un tempo nuovo per la partecipata, fatto di trasparenza, indipendenza ed economicità”.

“Al contrario, le posizioni espresse dal coordinatore Popolare” incalzano Patti, Giannotta e Mignone, “vanno nella direzione opposta e inducono ulteriori domande: a chi fanno paura le interellanze? Chi ha paura della discussione pubblica? Chi non condivide i caratteri di imparzialità e indipendenza nella gestione di una società che ha puntato la propria salvezza sui lavoratori dal salario più basso?”

I tre consiglieri hanno altresì chiarito che la propria interpellanza “era rivolta al sindaco non certo ad Alfredo Pagliaro, con il quale non riteniamo necessario alcun incontro, dovendosi egli limitare ad eseguire l’indirizzo politico del sindaco, che lo ha nominato, ed il piano concordatario approvato dal Tribunale, ricordando sempre che vigilare è uno dei doveri di un buon amministratore”.

“Fa riflettere anche il richiamo allo spirito di maggioranza” concludono da Progetto Città, “più volte invocato con forza da chi scrive nella costruzione delle scelte amministrative e strategiche per il bene della nostra città e dei nostri concittadini, unici obiettivi della nostra azione politica”.

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