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Venerdì, 29 Marzo 2024
Politica

Pdl, scintille Fitto-Mantovano al congresso. Appello al Terzo Polo

L'ex sottosegretario stuzzica il rivale su Gabellone: "L'abbiamo proposto per primi, quando tu volevi Ria". La replica: "Non dico chi è il buono e chi il cattivo". Sulle comunali, messaggio alla Poli: "Partecipi alle primarie"

LECCE – Uno “scontro” tra mozioni, tra due diversi modi di intendere il futuro del partito e tra due leader di correnti. Chi si attendeva il duello politico tra Raffaele Fitto ed Alfredo Mantovano nella corsa dei propri “delfini”, Antonio Gabellone e Saverio Congedo, alla guida del coordinamento provinciale del Pdl ha trovato serviti nel congresso tutti gli ingredienti, che avevano animato la lunga vigilia.

Nessuna guerra in atto, perché l’obiettivo è quello di rendere maturo il partito e di ritrovare l’unità pescando anche nelle diversità interne, che esistono e che, nel nome della “verità”, non devono essere risparmiate. È la regola stessa di un congresso, che, comunque sia, al di là del responso di domani, presenterà un partito senza lacerazioni. Parola d'onore dei contendenti. Così le “stilettate” gentili, ma efficaci per marcare qualche distanza, non si risparmiano proprio tra i due big.

Per MantovanoAlfredo Mantovano-27-3, il divario tra le due mozioni non si trova tanto nelle proposte, che sono ispirate da un innegabile convergenza di fondo, ma “dalla probabilità che le stesse proposte, contenute all’interno, si realizzino”. Ribadisce a chiare lettere l’ex Sottosegretario la convinzione che la candidatura del presidente della Provincia di Lecce sia stata “calata dall’alto”, non facendo mistero dell’amarezza di non aver trovato accoglimento nella proposta di presentarsi a congresso con il nome unitario di Saverio Congedo: “Qualcuno ci ha addirittura risposto che era una richiesta irricevibile. E perché mai? Siamo davanti a un rappresentante che ha vinto due congressi di An e che ha ricoperto il ruolo di guida del partito, sapendo tutelare anche il dissenso”.

Sulla scelta del presidente di Palazzo dei Celestini, arriva l’affondo all’ex Ministro: “Ci è stato chiesto se dubitiamo di Gabellone. Vorrei ricordare che sono stato il primo a fare il suo nome, quando Fitto sulle colonne dei quotidiani promuoveva come candidato Lorenzo Ria del Pd, che aveva votato contro la fiducia al governo Berlusconi”. Per questo, lo spirito della mozione è quello di “voler navigare in mare aperto”, perché non si cercano “fratture interne”, ma “unità” (pur nella chiarezza di non voler costituire la "corrente dei vice"), con la prospettiva di “allargare il perimetro delle alleanze”.

Non si fa attendere la replica di Fitto, che, nel suo intervento, sottolinea prima come le istanze promosse nel dibattito siano “elementi di valutazione che palesano modelli che cercano l’integrazione”, poi assesta la contro-stilettata “Certo, io non sono qui a dirvi chi è il bravo e chi il cattivo”. Poi rivolgendosi direttamente a Mantovano e al Congedo chiede: “Che cosa volevate? Che decidessimo un nome nelle stanze chiuse, per poi dover sentire qualche mese dopo la recriminazione di una scelta senza partecipazione? È la logica congressuale che ci ha portato qui”.

Fitto poi difende la candidatura di Gabellone: “Dinanzi allo scenario che si sta aprendo intorno al tema delle province, è maturata la convinzione che non si dovesse disperdere questa positiva esperienza di governo”. L’ex ministro “benedice” le primarie a Lecce, ma non fa sconti ad Adriana Poli Bortone: “Chiunque ritiene di essere in grado di prendere un voto in più di Paolo Perrone, partecipi alla consultazione e sappia fin d’ora che troverà nel Pdl, a risultato ottenuto, sin dal giorno dopo il pieno e leale sostegno”. Quindi, per la senatrice nessuna eccezione.

Ma il congresso non è stato solo il confronto tra Congedo-Gabellone e Mantovano-Fitto. Sono stati diversi gli ospiti politici di altri partiti invitati, che hanno presenziato intervenendo prima dell’inizio dei lavori. La notizia più eclatante è che nel congresso del Pdl, si “divide” il Terzo Polo: Paolo Pellegrino, a nome di Fli, ha sottolineato la disponibilità a discutere per verificare la “compatibilità” col Pdl, ribadendo di non aver mai escluso “una alleanza in tale direzione a condizione che la stessa non prefigurasse, quale dato non negoziabile, una candidatura predeterminata alla carica di sindaco da parte del Pdl”.

La piccola “apertura” del Fli non è piaciuta per modi e tempi ad Api, che tramite Enzo Russo, ha fatto notare come “certe assemblee non dovrebbero diventare per qualcuno l’occasione per della pubblicità su discorsi che meritano altre sedi di approfondimento”. Api ha, invece, categoricamente escluso percorsi convergenti con il Pdl: “Il quadro è chiaro ed ognuno faccia la sua strada”.

Salvatore Ruggeri, segretario provinciale dell’Udc, ha riaffermato l’incompatibilità tra lo scudo crociato e il Pdl in vista delle prossime amministrative leccesi: “I cittadiniL'assemblea-3-3 non capirebbero perché allearsi, dopo tre anni e mezzo di divisioni e problemi”. Salvo "discontinuità". Gerardo Filippo, per Io Sud, ha evidenziato la non “preclusione” ad un accordo col Pdl, purché in sostanza si rinunci al percorso intrapreso (le primarie), per stringere i tempi intorno ad una eventuale figura di garanzia: “È chiaro che i tempi sono stretti, ma bisogna parlarsi chiaro entro lunedì, anche perché si deve avere la possibilità di scegliere quale strada percorrere”.

Tra gli intervenuti, c’è stato Paolo Pagliaro, candidato alle primarie del centrodestra per Alleanza per il Salento: “Qui, nel centrodestra mi sento a casa – ha chiarito -, mi sento finalmente al posto giusto”. L’editore ha fatto riferimento alla sua campagna pro primarie, lanciando un appello alla senatrice Poli Bortone per ritrovare un’intesa allargata tra i moderati di Lecce. Anche Aldo Aloisi, a nome di Azzurro Popolare, ha chiesto chiarezza di scelte dal Pdl sul tema della partecipazione: "Ci dite che siamo un pò discoli, ma vogliamo un rapporto leale, altrimenti ci costringete a guardare altrove". Un riferimento esplicativo il presidente di Ap l'ha fatto citando il "caso Otranto".

Gigi Rizzo,  candidato in extremis alle primarie, infine, ha precisato la ragione “democratica” della sua presenza nella competizione, rivendicando qualche anomalia patita nella vicenda dell'esclusione-riammissione, con una battuta: "Non si era capito perchè Murdoch (con chiaro riferimento a Pagliaro, ndr) sì ed io no". Ha, quindi, puntualizzato la propria contrarietà al metodo di alcuni amministratori che compongono la giunta Perrone. Il sindaco, per la cronaca, ha seguito i lavori, ma non è voluto intervenire.

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