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Perrone raggiante: al Comune altri 8,5 milioni di euro per il nodo Ici-Imu

Approvato un emendamento alla legge di stabilità. Il sindaco ricorda la situazione ereditata al suo arrivo e conclude: “Notti insonni, ma me ne vado col colletto pulito”

LECCE – Raggiante come uno studente al termine di un esame costato sacrifici e ore piccole, il sindaco Paolo Perrone “incassa” 13 milioni di euro dallo Stato a seguito di un contenzioso, politico e giudiziario, dall’esito assolutamente incerto.

L’oggetto della querelle era la differenza tra il gettito Imu e quello Ici (invarianza). Introducendo la prima, l’allora governo Monti stabilì che la differenza sarebbe stata trattenuta a livello centrale. Un meccanismo che penalizzava gli enti che avevano una imposta bassa, ampliando la forbice rispetto al nuovo gettito.

L’amministrazione comunale fece ricorso al Tar, che si dichiarò incompetente e la questione finì ai giudici del Consiglio di Stato che riconobbero la fondatezza del ricorso (presentato da Gianluigi Pellegrino) ma non dissero come si sarebbero dovute recuperare le somme trattenute. E’ quindi iniziata una lunga trattativa tra uffici comunali e ministeriali fino al versamento di 4,7 milioni di euro nel 2015 a titolo di una tantum, più il riconoscimento di 1,4 milioni di euro all’anno come criterio correttivo.

Oggi, grazie all’approvazione di un emendamento alla Legge di Stabilità in Commissione Bilancio della Camera, il Comune di Lecce riceverà 1,7 milioni per ciascuno dei cinque anni precedenti, per un totale di 8,5 milioni.

Ma non solo: l’amministrazione comunale aveva anche dichiarato guerra alla spending review varata nel 2013 contestando i criteri di calcolo. Il Tar del Lazio ha sollevato una eccezione sulla legittimità costituzionale di un articolo del decreto legge 95 del 2012, accolta nell’aprile scorso dalla Corte Costituzionale. Questo significa, ha spiegato il sindaco, che nel 2018 Palazzo Carafa otterrà un rimborso del 50 per cento (2,8 milioni) dei trasferimenti tagliati dal governo (5,6 milioni).

“Per dieci anni ho dovuto combattere contro una situazione deficitaria che, non vi nascondo, alcune volte mi ha fatto passare notti insonni. Avevamo delle bombe nucleari piazzate sotto le nostre sedie – spiega con riferimento all’eredità amministrativa delle giunte di Adriana Poli Bortone, di cui pure era esponente -, mi riferisco alla vicenda di via Brenta, dei Boc, dei lodi Leadri, del filobus, della Lupiae Servizi, di Ambiente e Sviluppo. Oggi parliamo di risultati che rimangono alla storia, abbiamo fatto un’impresa dal punto di vista tecnico”.

Il primo cittadino chiosa la sua soddisfazione con una sorta di breve testamento politico: “Ce ne andiamo col colletto pulito. Chi verrà al nostro posto potrà programmare”. Al fianco di Perrone c’è l’assessore al Bilancio, Attilio Monosi, con il quale i rapporti si erano a dir poco irrigiditi a partire dalla scelta di Gaetano Messuti (Lavori Pubblici) come vice sindaco: “Molti risultati – afferma il responsabile dei conti di Palazzo Carafa - sono stati raggiunti per le sue competenze e per la sua capacità di intessere relazioni in qualità di esponente di spicco dell’Anci”.

Perrone ha voluto ringraziare da una parte il presidente della commissione parlamentare, Francesco Boccia, l'onorevole Rocco Palese che ha proposto la modifica e il relatore Mauro Guerra, dall'altra i componenti dello staff economico-finanziario del Comune, presenti con lui in conferenza: il funzionario responsabile dell’ufficio Bilancio, Fernando Maggiore, il dirigente del settore Economato, Salvatore Laudisa e il funzionario Diego Mazzotta, il presidente della commissione consiliare, Oronzino Tramacere.

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