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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Perrone querela Rotundo: "Mi ha diffamato su Iskenia"

La campagna elettorale per l'elezione del sindaco a Lecce rischia di trasferirsi sui tavoli della Procura. Il candidato della Cdl denuncia l'avversario politico per le sue affermazioni in tv

Si sta verificando quel che nessun elettore avrebbe voluto accadesse: che la campagna elettorale per l'elezione del sindaco a Lecce si trasferisse dalle piazze, dai comitati direttamente sui tavoli della Procura. Non è più una competizione semplicemente agguerrita, dai toni accesi, dove le rispettive coalizioni se la giocano sulla qualità dei programmi, ma sembra tristemente scivolare in una lotta senza esclusioni di colpi, fino a spiaccicarsi sulle carte bollate. Lo ha fatto De Cristofaro (che chiede il risarcimento per danni morali ai suoi detrattori) ed ora, su un altro versante, Paolo Perrone querela Antonio Rotundo. E così, questa mattina, un'altra conferenza stampa, dove il candidato sindaco per la Cdl annuncia ai cronisti dal comitato elettorale di via 95mo Fanteria, che ha sporto querela nei confronti dell'onorevole Antonio Rotundo, candidato a primo cittadino per l'Unione. Al centro della questione, delle questioni, vibra più che mai il caso "Iskenia".

"Tranquillizzo l'onorevole Rotundo - dice Perrone - informandolo affinché svaniscano i suoi dubbi, i suoi incubi e quindi sia fatta piena luce dalla magistratura, che ho sporto querela nei suoi confronti per le gravissime affermazioni lesive del mio onore e della mia dignità rese durante una trasmissione televisiva de 3 maggio scorso". E precisa: "La mia educazione e la mia formazione culturale mi impediscono di competere con l'onorevole Rotundo sul piano della rissa e dell'insulto, ma egli mi ha tirato per i capelli".

Rotundo "compagno" e Rotundo "Russia bolscevica". Dice Perrone: "Dal momento che per fortuna non siamo nella Russia bolscevica a lui forse ancora cara, ma in Italia, mi sono rivolto e se necessario mi rivolgerò anche in futuro alla Legge, al fine di convincere il mio antagonista a contenere la sua campagna elettorale nell'alveo di una competizione corretta e civile. Il compagno Rotundo - aggiunge - ha rivendicato la sua facciata di comunista doc, ma nel suo Dna ha conservato gelosamente intatto uno dei segni più odiosi del suo passato: la cultura del sospetto, della calunnia e delle prove false. Sulla vicenda ‘Iskenia' ha frettolosamente e maldestramente avviato un processo alle intenzioni di persone che non conosco e che non sono miei amici nè tanto meno parenti come egli ha insinuato" E da qui una esortazione: "Spero che la magistratura ci dica subito chi sono i soci e così si scoprirà il bluff di Rotundo. Nel frattempo mi chiedo come mai, prima di cavalcare la tigre dell'avventata denuncia di Mario De Cristofaro, non abbia chiesto preventivamente informazioni ai tecnici della sua area politica che direttamente o perché associati fanno parte dell'equipe incaricata della stesura del Pug. Gli avrebbero confermato che i terreni dell'ormai celeberrima Iskenia, della cui esistenza io ho appreso dalla sortita di De Cristofaro, erano e sono tuttora agricoli".

E nell'ultimo passaggio del suo intervento i toni si fanno incandescenti: "Quindi altro che ‘mani nella marmellata', come è stato insinuato in quelle trasmissione televisiva. Se mai sono le sue mani che affondano in una disgustosa marmellata prodotta con il travisamento dei fatti e della mistificazione"

Tirate in ballo Kgb e Cia, già proprio l'intelligence russa e americana: "A questo punto - continua Perrone - immaginiamo tutti che cosa avrebbe detto, quali veleni avrebbe seminato il nostro compagno e che inferno sarebbe stata per me questa campagna elettorale se, come è comparso nella ‘Mitrokin' il suo nome quale spia del Kgb russo, fosse invece comparso il mio tra le spie della Cia americana".

Rotundo non è leccese ma qui è solo un ospite: "L'onorevole compagno non è leccese e quindi conosce poco e male Lecce. Dovremmo tutti ricordare al nostro ospite - conclude - che Lecce è città colta e raffinata, pertanto si sforzi di rispettarla e non si compiaccia delle cattiverie che dice. I suoi modi ed i suoi comportamenti, se proprio non gli riesce di modificarli, vada almeno ad usarli altrove. Questa si che sarebbe una buona azione per Lecce".

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